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martedì 28 settembre 2010

Talenti italiani nel tempio della Silicon Valley


Silicon Valley



l successo dei talenti italiani nel tempio della Silicon Valley
Negli Usa si moltiplicano le organizzazioni che puntano a valorizzare il genio dei ricercatori provenienti dal nostro paese. Tante le analogia con Israele, che con una politica di promozione ha conquistato i primi posti nel mondo per la produzione di brevetti

di PAOLO PONTONIERE

SONO molte le iniziative che puntano a collegare le esperienze emergenti italiane nel campo di internet e della ricerca informatica alle attività dei ricercatori italiani negli Stati Uniti e agli invenstimenti dei capitalisti di ventura americani, e che stanno riscuotendo grande successo negli Usa. Tanto da far pensare che l'imprenditoria digitale italiana possa emergere a sorpresa dalle fasce laterali della ricerca internazionale - come accaduto in Israele - per diventare un motore di innovazione planetaria.

Una di queste iniziative è, ad esempio, quella promossa dalla fondazione Mind The Bridge, una no-profit fondata da talenti italiani della Silicon Valley, per valorizzare proprio il capitale intellettuale delle nuove imprese italiane. La Fondazione organizza una competizione nazionale alla quale le startup di casa nostra partecipano per poi potersi presentare ai principali investitori americani. Un "elevator pitch" - così si chiama - attraverso il quale gli imprenditori di Silicon Valley cercano di convincere i capitalisti di ventura a finanziare la loro azienda o la produzione di un'idea. Come funziona: viene utilizzato dai dirigenti di un'azienda esordiente per cercare di convincere, in circa 30 secondi, un potenziale investitore a finanziare una compagnia o un progetto commerciale, sottolineando allo stesso tempo cosa distingue la loro proposta da quello che si può già trovare sul mercato.

Arrivare a un elevator pitch al quale partecipano gli investitori della Klein Perkins Caufield & Myers, della Sand Hill Partners, della Khosla Ventures o di una qualsiasi delle altre grandi venture capital di San Hill Road - la strada di Palo Alto a maggior concentrazione di "venture capitalist" del mondo - non è cosa da poco. I progetti di molti innovatori vengono rifiutati ancor prima di atterrare sulla scrivania della segretaria. Figurarsi, poi, arrivare dall'Italia per un incontro esclusivo le vecchie volpi di queste superpotenze del mecenatismo industriale mondiale.

"E' proprio qui l'analogia con Israele - spiega Marco Marinucci, amministratore delegato di Mind the Bridge - il nostro scopo è quello di creare un collegamento diretto e permanente tra l'innovazione nel nostro paese e l'intelligenza italiana presente negli Usa, come hanno già fatto gli israeliani. Per potenziare sia le proposte che arrivano dall'Italia che la posizione degli operatori italiani presenti in America". L'esempio è stato già seguito da altri paesi europei come la Francia, la Germania e l'Irlanda, ma il caso di quello di Israele presenta delle caratteristiche importanti per quel che riguarda l'Italia.

Assente, fino agli inizi degli anni Novanta, dalla scena, nel campo della ricerca e sviluppo Israele, facendo leva sull'esperienza di ricercatori che si erano trasferiti nella Baia di San Francisco, è riuscita in poco più di un decennio a diventare una nazione che ogni anno produce un numero di brevetti superiore a quello prodotto da una qualsiasi delle varie potenze del G7. L'Italia è ultima in classifica, sia in termini di spesa pro capite in ricerca e sviluppo che nel numero di brevetti prodotti annualmente. Ma sebbene sul piano  dell'innovazione tra i due paesi esista un baratro, dal punto di vista socio-commerciale Israele e l'Italia sono molto simili. Registrano ambedue la presenza di una piccola e media industria dinamica e un tasso elevato, negli anni recenti, di fuga di cervelli.

Puntando sullo spirito imprenditoriale e sulla creatività delle sue aziende a conduzione familiare, e forte di una politica di investimenti pubblici in alta tecnologia, Israele è riuscita a far rimpatriare parte dei ricercatori che avevano scelto altri paesei e a lanciare numerose nuove aziende. "Nel passato le chiamavamo aziende a conduzione familiare, erano il volano della crescita del nostro paese - ha dichiarato Yoav Andrew Leitersdorf, fondatore di YL Ventures, intervenendo a Stanford alla startup organizzata da Mind The Bridge per celebrare i vincitori dell'elevator pitch di quest'anno - poi ci siamo resi conto che il loro ruolo era stato assunto dalle startup, sono loro che adesso spingono l'innovazione. Invece che un'azienda familiare oggi i giovani formano una startup". Così solo nel 2009 Israele ha investito quasi un settantina di milioni di dollari nel lancio di nuove "aziende giovani".

Quest'anno a spingere la creatività italiana negli USA sono state 5 startup che operano in ambiti commerciali molto variegati. La prima, la VRMedia, è il frutto di una ricerca condotta alla Scuola Superiore di Sant'Anna da un gruppo di precari universitari e opera nel settore della realtà aumentata. La seconda, la WhereIsNow, un sistema per l'aggiornamento automatico dei documenti digitali, è un'azienda sarda divenuta il simbolo della Sardegna che ce la può fare ed è stata fondata da due soci che (pur di seguire il loro sogno), hanno abbandonato un posto in una banca svizzera. La terza, la Fluidmesh Networks, creatrice di un sistema per la fusione, in un solo canale, di diversi metodi di videosorveglianza wireless, conta oltre 300 clienti in giro per il mondo ed è stata fondata da un gruppo di trentenni di cui alcuni hanno studiato all'MIT. La quarta, la Adant New Technologies, che produce le antenne per la prossima generazione di apparecchiature wireless, è nata dalla tesi di laurea di un italiano e ha già raccolto capitali di ventura; mentre la quinta, la TripShake Answers on the Go, che ha dato vita a un nuovo sistema di assistenza ai viaggiatori (un "social market for traveler" la definiscono i promotori), è stata fondata da un 27enne alla sua terza startup e che in Italia è considerato un guru di internet.

"I giovani Italiani non mancano di ideee geniali - osserva Fabrizio Marcelli, console italiano a San Francisco, introducendo le celebrazioni di Mind The Bridge alla Stanford University - sfortunatamente pagano lo scotto dell'incapacità del nostro paese di trasformare le idee in occasioni di richezza sia per il paese che per questi giovani". Ma dove fallisce lo Stato, intervengono le università e i privati. Si può dire che negli Usa, di sicuro in California, negli anni recenti c'è stato un vero boom di organizzazioni che hanno l'obiettivo di costruire ponti che colleghino l'innovazione italiana con quella di Silicon Valley e con l'industria americana. Oltre a Mind the Birdge ci sono Bridges To Italy, una no-profit fondata da Bianca delle Piane che ogni anno assegna anche un premio alla migliore scienziata italiana negli Usa; La Storia nel Futuro, un'organizzazione fondata dal docente genovese Paolo Marenco e che ogni anno organizza i Silicon Valley Study Tours, un tour delle maggiori aziende e centri di ricerca della Silicon Valley per giovani lauerati italiani nel campo dell'information technology, e BAIA, un'altra no-profit dell'area di San Francisco che punta a collegare l'imprenditoria italiana della California settentrionale con ricercatori, esponenti industriali e startup del nostro paese. Ora, il viaggio delle startup è diventato anche eco-compatibile: Green Voice, un periodico italiano dedicato alle energie rinnovabili, è nato con la missione di aiutare le startup italiane del settore energetico a rastrellare capitali di ventura in America.

 http://www.foldier.com/view/364b7a/cc07b2?


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lunedì 27 settembre 2010

La festa dei blogger a Riva del Garda




Primo premio a Spinoza, a Nichi Vendola il titolo di miglior blog politico, a Disegni quello di vignettista


- Il blog numero uno della blogosfera? Quest’anno il più letto e seguito dai professionisti della Rete è Spinoza, considerato sia il miglior blog del 2010 che il miglior blog collettivo. Seguito da Freddy Nietzsche (miglior blog personale), Paolo Virzì (miglior blog fotografico), Nichi Vendola (miglior blog politico), Andrea Beggi (miglior blog tecnico-divulgativo), Stefano Disegni (miglior vignettista) e Alessandro Gilioli (blogger dell’anno). Questi alcuni nomi premiati con i Macchianera Blog Awards 2010 durante la terza edizione della Blogfest, il raduno nazionale dei blogger che si sta svolgendo a Riva del Garda. Ma i riconoscimenti agli scrittori del web non finiscono qui.

I PREMI - Nelle altre categorie si sono distinti: Storie di calcio (blog sportivo), Il fatto quotidiano (testata online) e Il post (blog giornalistico), Repubblica.it (servizio mobile), Ecoblog (blog ecologista), Metilparaben (rivelazione), Leonardo (blog d’opinione), Tvblog (televisivo), Giallo zafferano (culinario), Pensoscrivo (grafica), Malafemmina (erotico), Radionation (musicale), Passaparola di Marco Travaglio (podcast), La libreria immaginaria (letterario). Senza dimenticare la targa al fiasco, assegnato a Daniele Luttazzi, e quella al blog più temibile: Uomo morde cane. Una menzione a parte va fatta al premio alla carriera, assegnato a Marco Massarini. Durante i tre giorni della Blogfest la premiazione è l’appuntamento più atteso. Ma non è l’unico. In realtà il meeting è l’occasione per discutere di tante cose e quest’anno si è deciso di aprire il dibattito su temi come l’editoria al tempo dell’iPad, le soluzioni per una Rete e ecofriendly e i cambiamenti nei social network.

EVENTI - «L’affluenza è stata superiore a quella dell’anno scorso - dice Ilaria Mazzarotta dello staff organizzativo -: la stima è di oltre 2.000 visite in tre giorni. aInoltre non piove come gli altri anni, per cui tutto è andato bene». Molto seguiti anche gli eventi più leggeri come il «12camp», un momento in cui uomini e donne imparano camminare su un tacco 12, oppure il «foodcamp» dedicato al cibo tra degustazioni e scambi di idee culinarie. La giornata più densa di appuntamenti? Sicuramente sabato. Al mattino l’incontro con Franco Bernabè, amministratore delegato di Telecom Italia, per discutere di banda ultralarga. Nel pomeriggio il Tweet-raduno (svincolato da Twitter), con la premiazione dei «cinguettatori d’oro» come per esempio Insopportabile (miglior tweeter), sTen (tweeter più provolone) e Dania (tweeter più sexy), giusto per citarne tre. E domenica si chiude con il «writecamp», un confronto sull’evoluzione della scrittura con i media digitali digitale.

P. Car.
26 settembre 2010
www.corriere.it

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venerdì 24 settembre 2010

Le 10 strategie della manipolazione mediatica




Le 10 strategie della manipolazione mediatica

DI NOAM

CHOMSKY visionesalternativas.com



Il linguista Noam Chomsky ha elaborato la lista delle “10 Strategie della Manipolazione” attraverso i mass media.

1 - La strategia della distrazione.

L’elemento principale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel distogliere l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche utilizzando la tecnica del diluvio o dell’inondazione di distrazioni continue e di informazioni insignificanti.La strategia della distrazione è anche indispensabile per evitare l’interesse del pubblico verso le conoscenze essenziali nel campo della scienza, dell’economia, della psicologia, della neurobiologia e della cibernetica. “Sviare l’attenzione del pubblico dai veri problemi sociali, tenerla imprigionata da temi senza vera importanza. Tenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza dargli tempo per pensare, sempre di ritorno verso la fattoria come gli altri animali (citato nel testo “Armi silenziose per guerre tranquille”).





2 - Creare il problema e poi offrire la soluzione.

Questo metodo è anche chiamato “problema - reazione - soluzione”. Si crea un problema, una “situazione” che produrrà una determinata reazione nel pubblico in modo che sia questa la ragione delle misure che si desiderano far accettare. Ad esempio: lasciare che dilaghi o si intensifichi la violenza urbana, oppure organizzare attentati sanguinosi per fare in modo che sia il pubblico a pretendere le leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito delle libertà. Oppure: creare una crisi economica per far accettare come male necessario la diminuzione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici.



3 - La strategia della gradualità.

Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, col contagocce, per un po’ di anni consecutivi. Questo è il modo in cui condizioni socioeconomiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte negli anni ‘80 e ‘90: uno Stato al minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione di massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero stati applicati in una sola volta.



4 - La strategia del differire.

Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria” guadagnando in quel momento il consenso della gente per un’applicazione futura. E’ più facile accettare un sacrificio futuro di quello immediato. Per prima cosa, perché lo sforzo non deve essere fatto immediatamente. Secondo, perché la gente, la massa, ha sempre la tendenza a sperare ingenuamente che “tutto andrà meglio domani” e che il sacrificio richiesto potrebbe essere evitato. In questo modo si dà più tempo alla gente di abituarsi all’idea del cambiamento e di accettarlo con rassegnazione quando arriverà il momento.



5 - Rivolgersi alla gente come a dei bambini. La maggior parte della pubblicità diretta al grande pubblico usa discorsi, argomenti, personaggi e una intonazione particolarmente infantile, spesso con voce flebile, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o un deficiente. Quanto più si cerca di ingannare lo spettatore, tanto più si tende ad usare un tono infantile. Perché? “Se qualcuno si rivolge ad una persona come se questa avesse 12 anni o meno, allora, a causa della suggestionabilità, questa probabilmente tenderà ad una risposta o ad una reazione priva di senso critico come quella di una persona di 12 anni o meno (vedi “Armi silenziosi per guerre tranquille”).



6 - Usare l’aspetto emozionale molto più della riflessione.

Sfruttare l'emotività è una tecnica classica per provocare un corto circuito dell'analisi razionale e, infine, del senso critico dell'individuo. Inoltre, l'uso del tono emotivo permette di aprire la porta verso l’inconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori, compulsioni, o per indurre comportamenti….



7 - Mantenere la gente nell’ignoranza e nella mediocrità.

Far sì che la gente sia incapace di comprendere le tecniche ed i metodi usati per il suo controllo e la sua schiavitù. “La qualità dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo che la distanza creata dall’ignoranza tra le classi inferiori e le classi superiori sia e rimanga impossibile da colmare da parte delle inferiori" (vedi “Armi silenziosi per guerre tranquille”).



8 - Stimolare il pubblico ad essere favorevole alla mediocrità.

Spingere il pubblico a ritenere che sia di moda essere stupidi, volgari e ignoranti...



9 - Rafforzare il senso di colpa.

Far credere all’individuo di essere esclusivamente lui il responsabile della proprie disgrazie a causa di insufficente intelligenza, capacità o sforzo. In tal modo, anziché ribellarsi contro il sistema economico, l’individuo si auto svaluta e si sente in colpa, cosa che crea a sua volta uno stato di depressione di cui uno degli effetti è l’inibizione ad agire. E senza azione non c’è rivoluzione!



10 - Conoscere la gente meglio di quanto essa si conosca.

Negli ultimi 50’anni, i rapidi progressi della scienza hanno creato un crescente divario tra le conoscenze della gente e quelle di cui dispongono e che utilizzano le élites dominanti. Grazie alla biologia, alla neurobiologia e alla psicologia applicata, il “sistema” ha potuto fruire di una conoscenza avanzata dell’essere umano, sia fisicamente che psichicamente. Il sistema è riuscito a conoscere l’individuo comune molto meglio di quanto egli conosca sé stesso. Ciò comporta che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un più ampio controllo ed un maggior potere sulla gente, ben maggiore di quello che la gente esercita su sé stessa.


http://www.vocidallastrada.com/2010/09/le-10-strategie-di-manipolazione.html


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giovedì 23 settembre 2010

Facebook lavora a un software per la telefonia



Il creatore del social network spiega a Techcrunch la strategia della sua azienda: un’integrazione profonda con Android e iPhone che però non prevede antagonismo; portare l’ambiente social sui cellulari farà bene ad entrambi.

Finalmente il CEO di Facebook Mark Zuckerberg ammette che Facebook sta lavorando su un software per la telefonia perché vuole diventare una vera e propria piattaforma mobile su cui anche altri possano lavorare, non limitarsi a rimanere solo un servizio o un’app. In effetti, la spiegazione di ciò che Facebook sta facendo suona è in sintesi modificare piattaforme come Android di Google in modo da sovrapporrvi uno strato social di Facebook cosicchè sia gli svilupatori delle app che i produttori di telefoni possano trarre vantaggio vicendevolmente. Zuckerberg ha spiegato i suoi obiettivi in un’intervista a TechCrunch. Ecco le parti salienti.

SOCIAL TUTTO INTORNO A TE - “La nostra strategia è molto orizzontale. Stiamo cercando di costruire uno strato sociale per tutto. Fondamentalmente stiamo cercando di fare in modo che ogni applicazione sociale possa essere portata ovunque che si utilizzi il web, il mobile, o altri dispositivi. “ ”Il ruolo che vogliamo avere è quello di essere una piattaforma per la adozione di tutte di queste applicazioni più social, e questo è lo sviluppo di ciò che vediamo attualmente sul web, con l’eccezione del mobile, che riteniamo possa divenire nel giro di pochi anni, forse ancora prima, anche più importante del web “. Nessun sistema operativo afferma il Ceo, ma solo un’integrazione graduale, che permetta di implementare Facebook come interfaccia attraverso la quale utilizzare il proprio telefono in modo da ricreare il proprio ambiente social ovunque.

INTEGRARE, INTEGRARE – “E poi, per qualcosa che è importante quanto l’iPhone o Android, svilupperemo l’integrazione nel sistema operativo. Così per iPhone, abbiamo adottato la sincronizzazione dei contatti e per Android stiamo lavorando ad integrare le sincronizzazioni in maniera migliore. La questione è adesso “cosa potremmo fare se iniziamo a lavorare su questi sistemi a livello più profondo?” e riguardo a questo abbiamo già un sacco di idee. ” ”La nostra strategia non è quella di costruire un dispositivo specifico o di integrazione o qualcosa di simile. Perché non stiamo cercando di competere con Apple o il Droid o di qualsiasi altro produttore di hardware per quel settore. “

PER ORA NESSUN SISTEMA OPERATIVO -Per quanto riguarda in parole povere il modo con cui tutto ciò verrà integrato nei telefoni … “La gente potrebbe desiderare di utilizzare diversi sistemi operativi , o costruire telefoni con funzioni diverse e poi integrare Facebook in svariati modi. Il mercato del mobile è così frammentato e c’è un sacco di sperimentazione che si possono anche ora presentare diverse situazioni, quindi stiamo immaginando esattamente quale può essere il modo migliore per adattarsi ad esse. La realtà è che probabilmente adotteremo soluzioni diverse a telefoni diversi “. ”Voglio dire, chi lo sa, da qui a dieci anno forse svilupperemo un nostro proprio sistema operativo o qualcosa del genere, ma al momento nessuno sa se questo succederà . Per l’esperienza maturata con la nostra società in questi anni, è davvero difficile fare delle previsioni. Ma per ora, credo, la direzione che stiamo prendendo è quella di sviluppare gradualmente un’integrazione con le varie piattaforme piuttosto che partire da zero e costruire un intero sistema “.
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Scaricare video da YouTube


E' un sito Internet nel quale le persone possono condividere i loro video: in pochi attimi, puoi pubblicare i tuoi video e renderli accessibili a tutti quelli che si collegano al sito (e non sono pochi!).
Ti sei imbattuto in un video divertente e vorresti scaricare questo video da YouTube: stai cercando disperatamente il tasto Download, ma non riesci a trovarlo. Non disperare: non c’è. Scaricare video da YouTube? Adesso ti spiego come usare un piccolo trucco e scaricare il tuo video. Prima di tutto copia l’indirizzo del video: lo trovi nella parte superiore del browser.



A questo punto, collegati al sito Internet KeepVid, nel campo di testo incolla l’indirizzo del video (esempio: http://www.youtube.com/watch?v=8x7J4psoo2g) e premi il tasto Invio (o fai click sul pulsante Download). Dopo qualche attimo appare un riquadro chiamato Download: fai click con il tasto destro del mouse sulla voce Download Link e seleziona Scarica documento collegato, se usi Safari (Mac OS X), oppure Salva destinazione con nome… e poi fai click su Salva, se usi Mozilla Firefox o Internet Explorer, per scaricare il video da YouTube.
Scaricare video da YouTube




Dopo che lo scaricamento è terminato, ti ritrovi davanti un file chiamato get_video che contiene il video scaricato da YouTube. Adesso devi rinominare il file e dargli l’estensione .flv. Non preoccuparti: non è per nulla difficile. Su Windows, fai click con il tasto destro del mouse sul file, seleziona la voce Rinomina e scrivi nomedelvideo.flv.
Su Mac OS X, seleziona il file, premi il tasto Invio e scrivi nomedelvideo.flv. Bene, bene! Sei arrivato a un buon punto: non resta che insegnarti come usare l’ottimo programma VLC vedere i video scaricati. Semplicemente punta il tuo browser sul sito Internet http://www.videolan.org/vlc/ e, sotto la voce Download, seleziona il tuo sistema operativo.
Nella pagina che si apre, fai click sulla voce Download (vanno tutte bene) e poi installa il programma scaricato: in Mac, devi spostarlo semplicemente nella cartella Applicazioni; in Windows, devi fare sempre click sul tasto Avanti. Infine apri VLC (in Windows, devi spostarti su Start/Tutti i programmi/VideoLan/VLC media player), vai sul menu File e seleziona Apri file (rapido)…. A questo punto, ripesca il video scaricato e fai click su Apri.
Scaricare video da YouTube
Uhm… sto dimenticando qualcosa. Ah, sì! Ecco… Buona visione. La stanchezza, sai, ogni tanto gioca brutti scherzi. Hai visto che scaricare da YouTube i video non è così difficile?



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sabato 18 settembre 2010

Violato il codice che protegge i contenuti hd: ora i film si potranno copiare




Violato il codice che protegge i contenuti hd: ora i film si potranno copiare
Decodificato l'HDCP, il software che gestisce la trasmissione di dati sul cavo HDMI


Ora lo avrebbe confermato anche la stessa Intel. Secondo quanto riferisce il sito della tv Usa Fox un portavoce del maggiore produttore mondiale di chip ha confermato che il codice che gestisce l’HDCP (la sigla sta per High-bandwidth digital content protection, protezione dei contenuti digitali a banda larga) vale a dire il software che impedisce la copia di film e altri contenuti in alta definizione è stato compromesso. FILM COPIABILI - Un brutto colpo per i produttori di contenuti, in primis le major hollywodiane che si erano battute a lungo perché i nuovi contenuti in alta definizione fossero incopiabili senza autorizzazione del possessore dei diritti d’autore. L’HDCP infatti è un software che gestisce il passaggio di dati attraverso (di solito) un tipo specifico di cavo l’HDMI (anche quest è una sigla e sta per high digital multimedia interface) codificando i flussi audio e video che vengono trasferiti da un dispositivo ad un altro, (solitamente un decoder o un lettore Blu-ray, verso un televisore o anche un amplificatore) impedendo che durante il tragitto nessuno (neanche chi ha acquistato legittimamente un disco blu-ray) possa copiarli e salvarli su un dispositivo di memoria senza il permesso del detentore del copyright. L’aggiramento della protezione HDCP consente in linea teorica ad utenti malintenzionati in possesso di uno specifico software la possibilità di creare un numero illimitato di copie di film in blu-ray identici all’originale. ] MILANO - Ora lo avrebbe confermato anche la stessa Intel. Secondo quanto riferisce il sito della tv Usa Fox un portavoce del maggiore produttore mondiale di chip ha confermato che il codice che gestisce l'HDCP (la sigla sta per High-bandwidth digital content protection, protezione dei contenuti digitali a banda larga) vale a dire il software che impedisce la copia di film e altri contenuti in alta definizione è stato compromesso.

FILM COPIABILI - Un brutto colpo per i produttori di contenuti, in primis le major hollywodiane che si erano battute a lungo perché i nuovi contenuti in alta definizione fossero incopiabili senza autorizzazione del possessore dei diritti d'autore. L'HDCP infatti è un software che gestisce il passaggio di dati attraverso (di solito) un tipo specifico di cavo l'HDMI (anche quest è una sigla e sta per high digital multimedia interface) codificando i flussi audio e video che vengono trasferiti da un dispositivo ad un altro, (solitamente un decoder o un lettore Blu-ray, verso un televisore o anche un amplificatore) impedendo che durante il tragitto nessuno (neanche chi ha acquistato legittimamente un disco blu-ray) possa copiarli e salvarli su un dispositivo di memoria senza il permesso del detentore del copyright.
L'aggiramento della protezione HDCP consente in linea teorica ad utenti malintenzionati in possesso di uno specifico software la possibilità di creare un numero illimitato di copie di film in blu-ray identici all'originale.


SCENARI FUTURI - Una volta che il software HDCP è stato compromesso è in linea di principio possibile costruire un chip che montato su congegni come tv, decoder e lettori blu-ray permetta di renderli liberi di copiare ogni contenuto accessibile con gli stessi. Una possibilità che al momento la stessa Intel ritiene remota soprattutto per gli alti costi industriali. Ma che sarebbe decisamente un brutto colpo per i broadcaster che hanno investito in sistemi proprietari (si pensi in Italia al Mysky per esempio) per permettere la visione e la registrazione, ma non la duplicazione a piena risoluzione dei contenuti in alta definizione. ] SCENARI FUTURI - Una volta che il software HDCP è stato compromesso è in linea di principio possibile costruire un chip che montato su congegni come tv, decoder e lettori blu-ray permetta di renderli liberi di copiare ogni contenuto accessibile con gli stessi. Una possibilità che al momento la stessa Intel ritiene remota soprattutto per gli alti costi industriali. Ma che sarebbe decisamente un brutto colpo per i broadcaster che hanno investito in sistemi proprietari (si pensi in Italia al Mysky per esempio) per permettere la visione e la registrazione, ma non la duplicazione a piena risoluzione dei contenuti in alta definizione.


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venerdì 17 settembre 2010

Attacco ad Avaaz.org




Un gigante mediatico ha lanciato un attacco ad Avaaz dopo che ci siamo mobilitati contro favori elargiti dal governo canadese a un nuovo network tv di propaganda di estrema destra. Hanno minacciato di farci causa se non cancelleremo la nostra campagna entro 24 ore. Dimostriamo che le loro tattiche si ritorceranno contro loro stessi, e doniamo per dare la risposta che si meritano e per tenere viva la battaglia contro media a braccetto coi potenti in tutto il mondo:
Avaaz è stata presa di mira da un magnate dei media.

Un numero enorme di membri canadesi di Avaaz si sono recentemente mobilitati contro favori elargiti dal governo a un nuovo network tv di propaganda della destra radicale, diretto dall'ex consulente del Primo ministro. L'impero mediatico che si cela dietro quel network ha attaccato la nostra comunità con una serie di calunnie sui suoi giornali, e ha ammesso di essere a conoscenza di un sabotaggio criminale nei confronti della nostra petizione. Ora il magnate ha minacciato di fare causa ad Avaaz se non cancelleremo la nostra campagna entro 24 ore!

Questo è il modo in cui il potere delle grandi aziende silenzia la voce dei cittadini. Ma Avaaz è una comunità di quasi 6 milioni di persone, e insieme siamo molto più forti di qualunque prepotente che risponde agli ordini aziendali.

I media a braccetto coi potenti e la loro combinazione incestuosa con politici privi di scrupoli e informazione di parte è un pericolo crescente insediatosi nelle democrazie di molti paesi, dall'Italia agli Stati Uniti, fino all'Australia. Prendiamo una posizione forte, e dimostriamo che le loro tattiche intimidatorie si ritorceranno contro loro stessi. Ci hanno dato un ultimatum di 24 ore: facciamo una donazione per dare loro la risposta che si meritano e per tenere viva la battaglia contro i media a braccetto coi potenti in giro per il mondo:

https://secure.avaaz.org/it/stand_up_to_crony_media/?vl

La democrazia è in marcia in tutto il mondo, ma interessi antidemocratici hanno organizzato un contrattacco: i media a braccetto coi potenti. Quando un leader politico è alleato con un enorme impero mediatico, diventa difficile batterlo alle elezioni.

In Italia il Primo ministro Berlusconi controlla oltre l'80% dei canali televisivi generalisti, e ha partecipazioni di maggioranza nei principali quotidiani, riviste e pubblicazioni. Negli Stati Uniti, Regno Unito e Australia, il mega magnate Rupert Murdoch sfrutta il suo impero per ottenere accordi di comodo dai politici, dando loro in cambio la rielezione per il mandato successivo. La sua infame Fox News è il più grande network di informazione tv via cavo negli Stati Uniti. Dopo che il Presidente Obama ha disdegnato Murdoch e boicottato il suo network propagandistico, Fox News ha prodotto il movimento di estrema destra Tea Party e dotato l'odio e il razzismo di una piattaforma tv, additando Obama come un terrorista che odia i bianchi.

Molti di questi sfoghi stanno promuovendo idee che avvelenano i cuori delle persone e polarizzano il nostro mondo, mettendo in serio pericolo la democrazia e la pace. Il Canada è l'ultimo campo di battaglia in ordine di tempo - trasformiamolo nella battaglia in cui il potere dei cittadini ribalta l'idea sui media a braccetto coi potenti. Abbiamo 24 ore per vincere questa sfida: clicca sotto per fare una donazione
!

https://secure.avaaz.org/it/stand_up_to_crony_media/?vl

Parte della scommessa del movimento di Avaaz è la nostra capacità di lavorare su argomenti che tagliano trasversalmente tutti gli altri. Il sovvertimento della democrazia messo in atto da aziende mediatiche potenti e dai loro alleati politici è un pericolo per tutto ciò che ci sta a cuore: dal cambiamento climatico, alla povertà, ai diritti umani. Con la sua voce globale, Avaaz potrebbe essere una fra le poche organizzazioni che possono combattere questa minaccia alla democrazia. Ci hanno dato 24 ore per vincere questa sfida: dimostriamoci all'altezza.

Con speranza,

Ricken, Luis, Iain, Emma, Alice, Ben, Giulia, Alex e tutto il team di Avaaz.


Più informazioni sull'argomento sotto:

Globe and Mail, "Stephen Harper si muoverà contro la Commssione canadese per le comunicazioni radio e tv?" (in inglese): http://www.theglobeandmail.com/news/politics/lawrence-martin/is-stephen-harper-set-to-move-against-the-crtc/article1677632/

BBC, "Profilo di Silvio Berlusconi" (in inglese): http://news.bbc.co.uk/2/hi/europe/3034600.stm

Il Giornale, “La BBC in guerra contro Sky: "Murdoch è troppo potenteâ€:http://www.ilgiornale.it/esteri/la_bbc_guerra_contro_sky_murdoch_e_troppo_potente/29-08-2010/articolo-id=469770-page=0-comments=1

Il Sole 24 Ore, "La sfida dei Tea Party, con Glenn Beck (Fox News) e Sarah Palin": http://www.ilsole24ore.org/art/notizie/2010-08-28/washington-sfida-party-124404.shtml

Sostieni il nostro lavoro!Avaaz.org è un’organizzazione no-profit indipendente che non riceve finanziamenti da governi o grandi imprese, quindi la tua donazione è di fondamentale importanza per il nostro lavoro. -- clicca qui per fare una donazione.


CHI SIAMOAvaaz.org è un'organizzazione no-profit e indipendente con 5,5 milioni di membri di tutto il mondo, che lavora con campagne di sensibilizzazione in modo che le opinioni e i valori dei popoli del mondo abbiano un impatto sulle decisioni globali. (Avaaz significa "voce" in molte lingue.) Avaaz non riceve fondi da governi o aziende ed è composta da un team internazionale di persone sparse tra Londra, Rio de Janeiro, New York, Parigi, Washington e Ginevra. +1 888 922 8229



Non dimenticare di andare a vedere le nostre pagine: Facebook, Myspace e Bebo.


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mercoledì 15 settembre 2010

Salute in rete



Negli ultimi tempi la preoccupazione di chi è malato o anche di chi ha solo un disturbo è così forte da sentire l’urgenza di trovare subito una risposta. Così la rete internet diventa la soluzione più veloce. Tuttavia bisogna porre attenzione a cosa si legge e dove, ai limiti e ai vantaggi.


Il successo della medicina in rete
Perché negli ultimi anni la percentuale di persone che usa la rete come fonte principale di informazioni sui temi di salute è aumentato a dismisura? Per prima cosa internet è nelle case di tutti e le persone navigano alla ricerca di qualunque informazione, gratuita, rapida, informale e diretta. Per di più la nostra società in perenne mancanza di tempo, usa questo mezzo disponibile e veloce senza doversi spostare da casa o dall’ufficio. Infine andare dal medico implica avere una relazione, guardarsi negli occhi ed esporre i propri problemi, di cui a volte ci si vergogna. Per questo molti preferiscono nascondersi dietro la rete.
I forum: preziosi, ma non professionali
Chi accede ad internet per le informazioni mediche, spesso si trova anche a discutere con altre persone riguardo a disturbi e diagnosi. I forum sono strumenti che possono colmare la solitudine, che oggi molti provano, e a riempire le lacune lasciate da alcuni medici. In generale in queste pagine ci si offre conforto e supporto e coloro che hanno difficoltà ad ammettere le proprie debolezze e disturbi riescono a sfogarsi nel mondo virtuale. Ma ci sono delle insidie: il rischio è di identificarsi troppo nei disturbi altrui e sottovalutare atri problemi, oppure sovrastimarne altri. Per di più molti consigli provengono da gente non professionista e quindi non sempre sono giusti e utili.
I vantaggi
Tra i motivi che spiegano il successo di internet come fonte di informazione medica, non si può dimenticare la sua effettiva utilità. Internet è uno strumento democratico che consente a chiunque di informarsi e le persone possono documentarsi imparando a gestire le diverse situazioni. Grazie alla rete si possono apprendere comportamenti corretti da usare per prevenire alcune malattie; leggendo i vari siti si possono avere informazioni pratiche, come ospedali vicini, medici specialisti e indicazioni sulle varie unità di medicina.
Gli svantaggi
Internet dall’altra parte può essere anche molto pericoloso perché nasconde diverse insidie. Per prima cosa bisogna sapere che la rete contiene numerose informazioni, molte delle quali non controllate. Alcuni portali sono gestiti da personale non qualificato con un unico scopo, quello economico. Quindi non tutto ciò che si legge è vero. In secondo luogo non ci si può fare diagnosi o prescrizioni mediche perché ciò che vale per una persona non necessariamente vale per un’altra. Affidarsi esageratamente a internet genera confusione e anziché risolvere i problemi li si complica. Internet infine, crea ipocondria, perché di fronte alla ricerca del significato di un sintomo si pare un mondo intorno, il più delle volte falso.
Come usare questo strumento
Come per tutte le cose bisogna usare intelligenza e buon senso. Va bene informarsi sulla malattia e sui sintomi, sulle cure che si stanno seguendo. Ma prima o dopo bisogna parlarne con il proprio medico non esitando a fare domande. Mai sostituire i farmaci prescritti dal medico con quelli pubblicizzati su internet e nemmeno iniziare delle cure fai da te. Internet serve da primo contatto, ma non deve sostituire gli specialisti, è uno strumento in più e non sostitutivo.


 

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martedì 14 settembre 2010

Protesta Libertà e Giustizia , Facebook sta censurando


Protesta Libertà e Giustizia
"Facebook sta censurando"

Gli amministratori che stanno raccogliendo le firme contro l'attuale legge elettorale non possono più intervenire. Bloccata anche "Valigia Blu"

di CARMINE SAVIANO

ROMA - Facebook "censura la democrazia" e non "spiega il perché". Parole dure quelle usate dall'associazione Libertà e Giustizia 1 e dal Gruppo Valigia Blu. 2 Che accusano il "comportamento censorio" del popolare social network. All'origine della querelle "Ridateci la nostra democrazia", la pagina aperta su Facebook 3 per raccogliere adesioni contro l'attuale legge elettorale, il Porcellum. Una pagina ancora esistente ma sulla quale gli amministratori non possono intervenire in alcun modo. LeG e Valigia Blu dichiarano di voler denunciare questa situazione con ogni mezzo. E, tra le iniziative, annunciano l'apertura su Facebook della pagina "Ridateci ridateci la nostra Democrazia".

FIRMA per una nuova legge 4/Sito LeG 5/Facebook 6/ Valigia Blu 7

Le firme contro il Porcellum. La raccolta di firme contro l'attuale legge elettorale è partita lo scorso 6 settembre. A oggi, sono state raccolte 100mila adesioni. Il problema riguarda la pagina Facebook dedicata all'iniziativa. LeG e Valigia Blu dichiarano che "risulta ancora esistente e che continua a raccogliere iscrizioni e messaggi da parte degli iscritti, che sono al momento più di 21.500", ma gli amministratori "non possono intervenire in alcun modo per pubblicare aggiornamenti o moderare eventuali contenuti non opportuni scritti dagli altri partecipanti".

Le accuse a Facebook. La pagina "Ridateci la nostra democrazia" è inaccessibile dalla mattina dell'8 settembre. Da subito, LeG e Valigia Blu cercano di ottenere spiegazioni, attraverso ogni possibile canale. "Ma Facebook finora non ha ritenuto di dover dare risposte, nemmeno se si tratta di un malfunzionamento o di un'azione deliberata, legata a una improbabile violazione del regolamento o, peggio ancora, alla segnalazione non giustificata da parte di chi non gradisce l'iniziativa". E oggi, dopo cinque giorni di attesa, "hanno deciso di denunciare il comportamento censorio di Facebook con ogni mezzo finché non otterranno risposte convincenti e il pieno ripristino delle funzionalità".

La risposta di Facebook. E proprio quando parte la denuncia di LeG e Valigia Blu, arriva una parziale risposta dalla direzione del social network, che in una mail fa sapere che starebbe "valutando la situazione". Intanto, già sono state attivate delle pagine parallele. 8 Su Facebook è attiva "Ridateci ridateci la nostra democrazia". E su Twitter la mobilitazione è all'indirizzo twitter. com/noporcellum.


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giovedì 9 settembre 2010

Ore piccole sul web e il cervello si ammala



Passare la notte a navigare in internet e a chattare con i propri amici sui social network più impensati: è la nuova tendenza dei giovani, che secondo un studio condotto dall'Università di Sydney può triplicare il rischio di sviluppare malattie mentali in età adulta. E' quanto riportato dalla rivista Sleep, dove si legge inoltre che "ogni ora di sonno persa sarebbe legata a un +14% di possibile pericolo per la salute".

I ricercatori hanno sviluppato i test su circa 20 mila giovani di età compresa fra i 17 e i 24 anni, evidenziando come coloro che dormono meno di 5 ore a notte abbiano più probabilità di riscontrare in futuro problemi psicologici.

"I disturbi del sonno e, in particolar modo l’insonnia, sono il monito per un successivo sviluppo di patologie come la depressione e l’ansia - ha spiegato il professor Nicholas Glozier, autore della ricerca - Molte malattie mentali vanno e vengono, ma sono quelle che non migliorano che risultano essere particolarmente interessanti. Tanti miei pazienti giovani stanno su Facebook o sul web per giocare online fino all’una o alle due di notte, ma la maggior parte di loro deve poi alzarsi alle sette della mattina".


Tuttavia, i disturbi del sonno non sono solo gli artefici di alcune psicopatologie, ma rappresentano anche un'aggravante bella e buona. "Molti ragazzi possono soffrire di insonnia come risultato di patologie precedenti - ha aggiunto Glozier - ma quello che stiamo vedendo è che ci sono adulti che tendono a soffrire di ansia e di problemi sonno-veglia che possono poi sfociare in disfunzioni bipolari o in depressione grave".

Negli ultimi anni il tempo che un ragazzo passa online è cresciuto vertiginosamente. Se un'indagine del 2009 di cybersentinel.co.uk aveva scoperto che i teenager inglesi restavano incollati al web per ben 31 ore settimanali, l'European Interactive Advertising Association ha reso noto recentemente che "il 57% degli europei va regolarmente online e che l’82% dei giovani dai 16 ai 24 anni utilizza internet da 5 a 7 giorni a settimana".

Augusto Rubei


“Mai più senza internet: web is mobile”.
Mai più, perché internet oggi è ovunque.
Nelle tasche dei tuoi jeans, fra le dita della mano.
Sta rivoluzionando la tua vita.
E siamo solo all'inizio..
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