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giovedì 24 novembre 2011

Una legge per far tacere le tv locali


Una legge per far tacere le tv locali

Siamo Tutti Telejato a Roma contro la Legge di Stabilità 2011 sul riordino delle frequenze nel digitale terrestre




C'è una legge che rischia di mettere il silenziatore alle televisioni locali. C'è un gruppo di associazioni e cittadini che a questa legge si oppongono. Così oggi a Roma il comitato “Siamo tutti Telejato” ha presentato, in conferenza stampa, un documento di denuncia contro quanto sta accadendo in Italia. La legge in questione è quella di Stabilità del 2011 che, nel silenzio più assordante, abolisce le televisioni comunitarie e distribuisce a pagamento le frequenze del digitale terrestre. Tutte tranne sei.

«Con la Legge di Stabilità 2011 (articolo 1, commi 8, 9 e 10) sono state, di fatto, abolite le televisioni comunitarie (250 in tutta Italia), e il Ministero dello Sviluppo Economico si è riservato il diritto di assegnare, a pagamento, tutte le frequenze del digitale terrestre, tranne 6 che saranno assegnate attraverso il sistema “Beauty Contest”, in parte ad aziende che già posseggono frequenze. In questo modo vengono sottratti al mercato circa 30 canali (6 mux)  per le TV locali. Si sottolinea inoltre come in un momento di austerità economica lo Stato italiano stia di fatto regalando frequenze ad aziende private e pubbliche. (mentre ha venduto i canali dal 61 al 69)». Recita così il documento che il comitato “Siamo tutti Telejato” ha presentato e manderà agli organi istituzionali italiani.

Nella speranza che si riesca a bloccare quello che definiscono un vero e proprio esproprio. Tra le tante televisioni colpite c'è anche Telajato, la tv animata a Partinico da Pino Maniaci, che ha fatto luce sui tanti legami tra mafia, politica e imprenditoria nel palermitano. «Abbiamo resistito all'attacco dei boss – commenta Maniaci – ma a farci chiudere è lo Stato». Un paradosso tutto italiano. Un'occasione ghiotta per i grandi gruppi televisivi, che possono accaparrarsi gratuitamente nuove frequenze, a discapito di chi fa informazione dal basso. Rischiando in prima persona.

«Noi – recita il documento - ci proponiamo di denunciare oggi la cecità con cui, nella normativa indicata, le nuove misure legislative predisposte non tengono conto del fatto che esse potrebbero rendere impossibile a piccoli gruppi editoriali, come Telejato, di rimanere attivi sul mercato della comunicazione. A tali realtà si impedirebbe così il loro ruolo insostituibile di vigilanza sulle attività e penetrazioni mafiose nel tessuto sociale dei singoli territori e nella dimensione culturale dei Cittadini. Tutto ciò si tramuterebbe quindi in un danno spaventoso al dichiarato progetto di contrasto alle mafie che, pur essendo costantemente declamato, viene di fatto disatteso nella concretezza di una simile azione politica».

Il Comitato, promosso da numerose associazioni nazionali e locali, si propone di tutelare tutte le piccole emittenti che, come Telejato, saranno soppresse. «Lo swich-off, il cambio di tecnologia dall'analogico al digitale terrestre – sottolinea Nadia Furnari dell'Associazione Rita Atria – non può essere un esproprio. Di fatto – aggiunge – consente la concentrazione delle informazioni nelle mani di pochi». L'abolizione di televisioni, locali o comunitarie, comporterebbe una perdita non secondaria. E' da realtà piccole e agguerrite che le notizie scomode ottengono diritto di cittadinanza e la possibilità, non sempre garantita, di avere una risonanza nazionale. Ciò comporta, come nel caso di Pino Maniaci, seri rischi. Minacce, intimidazioni e attentati, ma anche una rete di tutela derivante dalla serietà del lavoro svolto.

«Spegnere Telejato significa mettere a rischio la mia vita – dichiara Maniaci – ma anche quella della mia famiglia, perchè Telejato è una tv a conduzione familiare». Un altro motivo per chiedere la revisione di questa paradossale normativa. 


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giovedì 10 novembre 2011

Google apre il proprio Google+ alle aziende





Google apre il proprio Google+ alle aziende,
consentendo l'apertura di pagine riferite 
a brand,
prodotti o altro.
Inseguendo Facebook.



«Nella vita siamo connessi ad ogni tipo di persona, luogo e cose. Ci sono amici e familiari, sicuramente, ma ci sono anche le squadre per cui si fa il tifo, il proprio bar e lo show televisivo che non si riesce a smettere di guardare». Così come Facebook ha iniziato a mettere in connessione le persone per poi passare alle cose (creando quella che è la Rete oggi alla base del primo social network al mondo), allo stesso modo Google+ sta ora tentando di portare le aziende sulla propria Rete. Perché è in questo passaggio che Google+ troverà la propria vera dimensione.



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Giovanni introduce pagine con alcune riflessioni sulle relazioni con i clienti.



Prodotti, brand, imprese, siti Web, associazioni: tutto può ora trovare spazio su Google+, andando così ben oltre quella che è la semplice connessione tra persone, community e cerchie sociali. Quello che le aziende potranno fare è creare un proprio account con cui cercare di proporsi agli utenti; questi ultimi, per contro, potranno entrare in connessione diretta con le proprie entità preferite allo stesso modo con cui si diventa “follower” su Twitter o si elargiscono i “like” su Facebook.
La nascita delle “Pagine” su Google+ consentirà agli utenti di cercare quel che si desidera non soltanto per incontrarlo (come poteva essere in precedenza su Google quando si cercavano semplici informazioni). Su Google+ l’utente cerca un surplus rappresentato da una sorta di coinvolgimento: si cerca partecipazione, socialità, interazione. E tutto ciò andrà direttamente sul motore di ricerca: cercando +pagina (es. +Toyota, +Pepsi, +Google) sarà possibile trovare l’entità desiderata direttamente sul social network, non chiedendo pertanto informazioni ma quel “plus” che solo il social network è in grado di fornire.
La costruzione delle pagine è cosa estremamente semplice: la semplice compilazione dei form messi a disposizione consente di portare online le proprie informazioni in tempi estremamente rapidi, aprendo così la possibilità di entrare in contatto con aziende o brand tramite immagini, messaggi, link, video e quant’altro. In questo la ricchezza di interazione è estremamente superiore a quella offerta da Twitter e si appresta a sfidare quella che è oggi l’offerta Facebook.
Alle aziende Google propone gli strumenti necessari per far propria la community, curarne il contatto e misurare la resa della propria attività nel tempo. Nella fattispecie:
  • Condividi: le persone sono interessate ad aspetti diversi della tua attività. Che si tratti di novità, aggiornamenti, promozioni, link, foto o addirittura incontri dal vivo tramite chat video, Google+ ti consente di condividere facilmente i contenuti giusti con le persone giuste;
  • Promuovi: spargi la voce. Inserisci il pulsante +1 dove vorresti che le persone consigliassero la tua attività, i tuoi prodotti o i tuoi servizi ad amici e conoscenti sul Web;
  • Misura: qual è il rendimento della tua pagina e come fare per migliorarlo? Con Google+ è facile misurare il coinvoglimento degli utenti con il tuo sito e comprenderne gli effetti sul tuo brand e sulla tua attività.
La nuova funzione ha esordito in queste ore ed il tempo giocherà a favore di Google: soltanto con il moltiplicarsi delle aziende e del coinvolgimento il gruppo potrà sperare di raccogliere i frutti del proprio impegno “social”. Se fino ad oggi Google+ non è forse stato quel che il gruppo auspicava (nonostante le dichiarazioni di circostanza), il nuovo passo avanti è un fattore fondamentale per mettere a frutto l’impegno fin qui profuso. Tutto dipende dalla bontà dei contenuti e dalla bontà degli strumenti annunciati.
Ogni giudizio, insomma, è da rinviarsi alla comodità del senno del poi. Perché è solo col senno del poi che sarà possibile capire se la dinamica social si sarà “accesa”, regalando così a Google+ le medesime opportunità che hanno reso Facebook quel che è oggi.

http://googleblog.blogspot.com/2011/11/google-pages-connect-with-all-things.html

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Skype, chiusura ufficiale dei numeri online italiani



Skype, numeri online italiani: chiusura ufficiale e rimborso ai clienti


I numeri online italiani di Skype non funzionavano più dal 29 settembre scorso e non saranno ripristinati. "Come alcuni di voi avranno sperimentato, i Numeri Online italiani hanno cessato di funzionare il 29 settembre 2011. Purtroppo nonostante i nostri sforzi non siamo riusciti a ripristinarli, e abbiamo quindi deciso di chiudere i Numeri Online. Comprendiamo la delusione e il disturbo che questo può causare, e stiamo lavorando per rimborsarvi l'acquisto effettuato", si legge nel comunicato ufficiale sul blog di Skype. Le numerazioni geografiche SkypeIn violavano la normativa vigente, che prevede che si possa utilizzare un numero solo all'interno del distretto geografico corrispondente. Per questo motivo, Eutelia ha dovuto rispettare le richieste del Ministero dello Sviluppo Economico, che aveva dato un ultimatum a Skype. Skype non è riuscita ad accordarsi con Eutelia, per adeguarsi alla normativa. "Eutelia S.p.A. in a.s. (ai sensi del D.lgs. 270/99) comunica che, in ottemperanza al provvedimento del Ministero dello Sviluppo Economico (prot. 59624 del 14 luglio 2011) e successive proroghe, ha provveduto alla disattivazione delle numerazioni geografiche di cui essa è titolare ed attraverso le quali Skype ha fino ad oggi potuto erogare i servizi agli utenti finali", si legge in una nota del 30 settembre dello stesso operatore. Si parlava della possibilità per Skype di siglare un accordo di emergenza con Uno Communications, ma non è stato così. Skype sta contattando direttamente tutti i clienti interessati via e-mail. Non e' necessaria alcuna azione da parte dei clienti fino a quando non si verrà contattati. Skype inoltre ha deciso di omaggiare i clienti coinvolti anche di un voucher per attivare gratuitamente per un mese un abbonamento Senza Limiti Mondo valido per chiamate illimitate in più di 40 Paesi del mondo. Scusandosi per il disagio provocato, Skype ricorda che, chi volesse mantenere il proprio Numero Online, può usufruire della portabilità del numero contattando un altro fornitore italiano.

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lunedì 7 novembre 2011

Posta Elettronica Certificata

 

PEC - Posta Elettronica Certificata

Il 29 novembre 2011 scatta l'obbligo per imprese e professionisti di dotarsi dela PEC, la posta elettronica certificata. H2biz ha realizzato un White Paper dedicato alla PEC per spiegare che cos'è, come funziona, quali sono le scadenze e a chi rivolgersi per ottenerla.
Download: 756

Scarica Guida


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mercoledì 2 novembre 2011

Washington , obbligatorio l’impianto di un microchip RFID



microchip RFID



Washington rende obbligatorio l’impianto di un microchip RFID per tutti gli americani.

E’ confermato, il Progetto di Legge sulla Salute di Obama renderà obbligatorio l’impianto di un microchip RFID per tutti i cittadini americani.

L’obiettivo è di creare un registro nazionale di identificazione che permetterà di “seguire meglio i pazienti avendo a disposizione tutte le informazioni relative alla loro salute”.

Il nuovo progetto relativo alla salute (HR 3200) è stato adottato recentemente dal Congresso e alla pagina 1001, contiene l’indispensabile necessità per tutti i cittadini che usufruiscono del sistema sanitario di essere identificati con un microchip sottocutaneo.

In un documento ufficiale, vi è la prova che questi dispositivi fossero già previsti nel 2004. Questo documento della FDA (Food and Drug Administration), datato 10 Dicembre 2004 è intitolato Class II Special Guidance Document : Implantable Radiofrequency Transponder System for Patient identification and Health information ( Documento di orientamento speciale di classe II : Sistema di transponder impiantabile a Radiofrequenze per l'identificazione dei Pazienti e le informazioni relative alla salute).

L’impianto di un microchip per i pazienti che contenga le informazioni sulla loro salute era quindi già allo studio nel 2004. Nel Progetto di Legge intitolato America's Affordable Health Choices Act of 2009 (Legge del 2009 sulle scelte di salute finanziariamente abbordabili dell’America), si può leggere nel paragrafo Subtitle C – National Medical Device Registre ( Sottotitolo C – Registro nazionale dei Dispositivi Médici), che è prevista una scheda per ogni persona che ha o sarà munita di un dispositivo sottocutaneo: Il " Secretary " stabilirà un " registro nazionale dei dispositivi medici " (in quel paragrafo sono chiamati "registro") per facilitare l’analisi della loro sicurezza dopo la commercializzazione, con i dati di ogni dispositivo che è o è stato utilizzato su un paziente…”



Quindi tutte le persone che avranno ricevuto il microchip saranno schedati in un nuovo registro che ancora non esiste.

Con il pretesto di assicurare meglio l’assistenza sanitaria e preservare la salute dei cittadini, tutta la popolazione sarà marchiata con un microchip elettronico e schedata. L’inizio della marcatura obbligatoria per tutti è previsto a partire dal 2013.

Alla pagina 1006 del progetto, è fatta una precisazione sulla data di entrata in vigore del dispositivo: “ENTRATA IN VIGORE. Il Ministro della Salute e dei Servizi Sociali, metterà in opera il registro in virtù dell’articolo 519 (g) della Legge Federale sul cibo, i farmaci e i prodotti cosmetici come da aggiunta nel paragrafo, non più tardi di 36 mesi dalla promulgazione della presente Legge, senza preoccuparsi se le regolamentazioni definitive per stabilire e utilizzare il Registro siano state promulgate o meno in quella data”.

Quindi 36 mesi a partire dalla data di entrata in vigore della Legge! Questo ci dà 3 anni. Il 2013 è l’anno in cui la marcatura obbligatoria dovrebbe incominciare. Da notare che entrerà in vigore anche se non sarà stata adottata nessuna regolamentazione sul suo utilizzo e che sia presente o meno un inquadramento ben definito sull’utilizzo del “registro”.



Tradotto da:

http://www.alterinfo.net/Washington-rend-obligatoire-l-implantation-d-une-puce-RFID-pour-tous-les-americains_a60324.html

10:27 Scritto da: sedna-nemesis in NUOVO ORDINE MONDIALE


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