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sabato 30 marzo 2013

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martedì 19 marzo 2013

Facebook: un "mi piace" dice tutto



 È possibile risalire a preferenze sessuali, orientamento politico, etnia e religione di una persona solo analizzando i suoi like. Uno studio su Pnas

Per capire preferenze sessuali, etnia, religione, età e perfino orientamento politico di una persona potrebbe bastare dare uno sguardo su Facebook, ma non al suo profilo: è sufficiente analizzare i mi piace disseminati qua e là sulle varie pagine. A svelare quanto di personale lasciamo più o meno inavvertitamente sul social network attraverso il sistema dei like è uno studio pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas), condotto dai ricercatori del Psychometrics Centre di Cambridge e del Microsoft Research Cambridge.

Punto di partenza dell'analisi degli scienziati sono stati gli stessi utenti di Facebook: un campione di 58mila americani che hanno accettato di mettere a disposizione i propri dati (compresi quelli personali registrati sui profili) e le loro preferenze sulle varie pagine del social network ai ricercatori. Questi ultimi, inoltre, hanno anche condotto una serie di test psicometrici sugli utenti. In questo modo, combinando dati dei profili e risultati dei test, gli scienziati hanno costruito un sistema di riferimento per controllare l'accuratezza del loro metodo predittivo che, basandosi unicamente sull'analisi dei like, ha tentato di estrapolare informazioni come etnia, religione e orientamento politico dei volontari.

Il modello dei ricercatori si è mostrato capace di individuare con un'accuratezza dell'88% gli utenti eterosessuali da quelli omossessuali, nel 95% dei casi è riuscito a distinguere gli afro-americani dai caucasici e nell'85% i democratici dai repubblicani. Buoni risultati sono stati ottenuti anche per le previsioni riguardo religione, relazioni e abuso di sostanze: in questi casi, infatti, il modello dei ricercatori ha identificato correttamente cristiani e musulmani, single e utenti impegnati sentimentalmente, e chi faceva o meno uso di sostanze stupefacenti, rispettivamente con un'accuratezza dell'82%, o compresa tra il 65% e il 73%. Perfino se gli utenti fossero o meno figli di separati poteva essere stabilito analizzando i mi piace sul social network (con un'accuratezza del 60%).

Tutte queste informazioni, più o meno consapevolmente disseminate sul Facebook, sono dati preziosi per gli inserzionisti pubblicitari, spiegano gli autori. Ma quanto osservato sottolinea anche quanto della vita privata degli utenti sia facilmente intuibile analizzando le loro attività nel Web. “I consumatori si aspettano giustamente una forte protezione della privacy nei prodotti e nei servizi che usano e questa ricerca”, spiega Thore Graepel della Microsoft Research, tra gli autori dello studio: “potrebbe servire come reminder per i consumatori invitandoli ad avere un attento approccio alla condivisione delle informazioni online, a utilizzare i controlli della privacy e a non condividere contenuti con sconosciuti”. Soprattutto dopo l’arrivo di Graph Search.

 di Anna Lisa Bonfranceschi


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Facebook abbandona il diario


Facebook  abbandona il diario

Quando Facebook qualche tempo fa si aggiornò passando al contesto “diario” furono in tanti gli utenti che non la presero bene e iniziarono ad invocare il passo indietro alla precedente versione del social network con la quale gli utenti avevano una maggior dimestichezza e la percepivano come più fruibile del diario. Non sappiamo se l’arrivo del diario a distanza di mesi sia legato all’abbandono di tanti utenti nell’ultimo periodo documentato da recenti ricerche e studi. Pare che soprattutto i più giovani siano maggiormente attratti da social più “visual oriented” come Instagram, Pinterest e Trumblr. In ogni caso il social network di Zuckerberg ha già annunciato una consistente operazione di restyling che arriverà presto nei nostri profili Facebook.
Più risalto a foto e video
Le novità, per il momento disponibili solo per gli utenti neozelandesi, si basano su un design nuovo che darà più evidenza a fotografie e video, questi aumenteranno anche in termini di dimensioni, con una grafica che per certi versi ricorda quella di Google Plus, il social network di Mountan View. Le immagini di profilo e copertina saranno collocate nella colonna di destra della pagina in un apposito box ed abbandoneranno il feed delle notizie.
Notizie filtrate
L’altra novità riguarda la visualizzazione delle notizie che riempiono la home. Queste saranno meglio organizzate grazie alla presenza di diversi filtri da poter usare che troveremo elencati nel menu verticale nella parte destra della schermata. In questo modo potremo scegliere quali aggiornamenti vedere sulla nostra home, quelli degli amici, dei gruppi, delle foto e così via. In alternativa sarà Facebook in automatico a filtrare le notizie per noi, privilegiando gli amici più “vicini”. Per ogni news feed ci sarà una copertina creata ad hoc.
Chat, sezione eventi e barra di ricerca
La chat trasloca e cambia lato, finendo sulla sinistra della pagina, in maniera simile alla versione mobile di Facebook. Nuovo design anche per la sezione eventi per cercare di dotarla di maggior appeal. La barra di ricerca sarà collocata nell’angolo sinistro della barra in alto, ovvero quella blu da dove oggi si gestiscono gran parte delle funzioni del social network. All’interno del box dedicato al feed verranno raccolte le notizie più condivise di ogni singola testata.
Addio confusione
Il motto che fa eco da Palo Alto è “addio confusione” in nome dell’ordine e dell’organizzazione. L’implementazione delle nuova versione di Facebook non avverrà in maniera repentina ma sarà graduale. Zuckerberg e soci sperano che con le modifiche che verranno presto apportate al social network si possa mettere una pietra sopra alle polemiche e alle lamentele che hanno accompagnato il “diario” fin dal suo esordio. Chissà come verrà accolta la nuova timeline del social network in blu sul quale in tanti passano buona parte del tempo davanti al Pc. Non resta che aspettare e in ogni caso affilare le lamentele, controindicazione quasi inevitabile per ogni cambiamento.

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mercoledì 6 marzo 2013

Microsoft è stata multata dall'Antitrust UE

 

 Microsoft è stata multata dall'Antitrust UE per aver violato le promesse sul ballot screen dei browser.

 Il sistema è scomparso inaspettatamente con l'avvento del Service Pack 1 per Windows 7.

 La sanzione ammonta a 561 milioni di euro.



Microsoft ha ricevuto una multa da 561 milioni di euro per non aver rispettato gli accordi antitrust siglati con la Commissione Europea. In pratica il cosiddetto "ballot screen" che avrebbe dovuto consentire agli utenti di Windows la libera scelta del browser è stato adottato solo tra maggio 2011 e luglio 2012, invece che fino al 2014 com'era stato promesso.

 Lo scorso autunno la Commissione UE aveva denunciato la violazione degli impegni. Microsoft si era difesa tirando in ballo un errore tecnico: praticamente il ballot screen non era stato previsto per il Service Pack 1 di Windows 7, ma solo per la prima versione originale.

"Prendiamo la questione molto seriamente e ci siamo mossi rapidamente per risolvere il problema appena ne siamo venuti a conoscenza. Sebbene si tratti del risultato di un errore tecnico, ci assumiamo la responsabilità di quanto accaduto e abbiamo adottato misure per rafforzare le nostre procedure interne per assicurarci che non accada più una cosa del genere", si leggeva nella nota Microsoft di ottobre. "Ci scusiamo sinceramente per questo errore e continueremo a collaborare con la Commissione".
A distanza di mesi è stata presa una decisione, che gli addetti ai lavori non considerano certamente inaspettata considerate le premesse. "Nel 2009 abbiamo concluso la nostra indagine sui sospetti abusi di posizione dominante attuati da Microsoft con il legame tra Internet Explorer e Windows, accettando gli impegni proposti dall'azienda", ha dichiarato oggi Joaquín Almunia, Commissario europeo per la Concorrenza.
"Gli impegni giuridicamente vincolanti raggiunti con le decisioni dell'Antitrust giocano un ruolo molto importante nella nostra politica esecutiva in quanto consentono di ottenere rapide soluzioni a problemi di competizione. Naturalmente, tali decisioni richiedono una stretta osservanza. Infatti il ​​mancato rispetto è una violazione molto grave che deve essere sanzionata di conseguenza".

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In pratica il cosiddetto "ballot screen" che avrebbe dovuto consentire agli utenti di Windows la libera scelta del browser è stato adottato solo tra maggio 2011 e luglio 2012, invece che fino al 2014 com'era stato promesso qua sotto

Microsoft implementerà il ballot screen per la scelta del browser su Windows 7 Vista e XP, entro marzo 2010.


L'Antitrust dell'Unione Europea ha definitivamente chiuso la disputa legale con Microsoft riguardante il mercato dei browser. Dopo dieci anni di acceso confronto "gli utenti di Internet in Europa avranno una effettiva ed imparziale possibilità di scelta tra Microsoft Internet Explorer e i browser concorrenti come Mozilla Firefox, Google Chrome, Apple Safari e Opera", ha dichiarato Neelie Kroes, Commissario Europeo per la Competizione.
L'adozione del cosiddetto ballot screen su Windows 7, Vista e XP, ovvero la vetrina che permetterà agli utenti di scegliere il browser preferito, ha messo fine alla querelle. L'ultimo dettaglio riguardante l'ordine di visualizzazione degli applicativi è stato accettato da Microsoft senza problemi. Adesso, il colosso statunitense avrà tempo fino a marzo 2010 per implementare la nuova modalità di scelta.
La lista dei browser comprende: Apple Safari, Google Chrome, Microsoft Internet Explorer, Mozilla Firefox, Opera, AOL, Maxthon, K-Meleon, Flock, Avant Browser, Sleipnir e Slim Browser.
"Milioni di consumatori europei beneficeranno di questa decisione potendo scegliere liberamente quale browser usare", ha dichiarato Neelie Kroes.
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