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lunedì 2 marzo 2020

Salvini e Meloni facciano test Antidroga

Salvini e Meloni facciano test Antidroga

Test Antidroga per i Parlamentari, a cominciare da Matteo Salvini e Giorgia Meloni. E' la 'sfida' che il sottosegretario Stefano Buffagni lancia intervenendo a Un giorno da pecora. "Visto che si sta creando un problema grosso come una casa sulla cannabis light e si parla di stato spacciatore, siccome 
storicamente c'è sempre la percezione o l'idea che qualche parlamentare faccia uso di sostanze anche 
un po' più dannose per la salute, credo sia utile fare un po' di test e renderli pubblici", dice Buffagni.


"Dubbi? Sicuramente... Sospetti? Non mi permetto... Non sono esperto del settore, sono disponibike a qualsiasi test, l'importante è che si verifichino anche droghe più pesanti. Cocaina? Di certo sì...", prosegue. "Sono certo che nessuno avrà nulla da nascondere. Perché ho citato Salvini e Meloni?

 Sono le forze di opposizione più dure, credo sia fondamentale si parta da loro visto che hanno fatto uno show" sulla norma relativa alla cannabis light. 
"Mi sembra doveroso ci mettano la faccia, e il test, per primi".

"E' doveroso che chi fa il parlamentare sia lucido e non si faccia prendere da qualche abbaglio. Quando si può fare il test? Quando i nostro colleghi sono disponibili. A gennaio sarebbe carino, ma sono convinto che il tema finirà sotto traccia, diciamo così... Vediamo chi si rende disponibile. Qualcuno avrebbe difficoltà col test del capello, bisogna lavorare anche su quello...".


COSA CI PORTA IL 2021 ?






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Forza Nuova sconfitta, il Tribunale dà ragione a Facebook

Forza Nuova sconfitta, il Tribunale dà ragione a Facebook


Giusto Oscurare pagine fasciste
Sebbene Forza Nuova avesse vinto il ricorso lo scorso dicembre, il Tribunale di Roma ha decretato che la decisione di Facebook di oscurare le pagine è corretta.

Il Tribunale di Roma ha stabilito che Facebook ha fatto bene a rimuovere le pagine di Forza Nuova, respingendo quindi il ricorso dell'organizzazione neofascista che aveva denunciato la scelta del social appellandosi - senza vergogna - proprio all'articolo 21 della Costituzione antifascista, che sancisce la libertà di manifestazione del pensiero. 
Facebook aveva motivato la sua scelta spiegando che "le persone e le organizzazioni che diffondono odio o attaccano gli altri sulla base di chi sono non trovano posto su Facebook e Instagram. Candidati e partiti politici, così come tutti gli individui e le organizzazioni presenti su Facebook e Instagram, devono rispettare queste regole, indipendentemente dalla loro ideologia".
Inizialmente, Forza Nuova aveva fatto ricordo al Tribunale civile di Roma, e lo aveva vinto, con Facebook che si era visto constretto a pagare una penale di 800 euro per ogni giorno in cui la pagina era stata disattivata. Ma adesso le pagine tornano ad essere oscurate. 
Tra le motivazioni della giudice spicca la Convenzione europea dei diritti dell'uomo: "La maggior parte del contenuto e il tono generale dell'opera del ricorrente (Forza Nuova, ndr), e dunque il suo scopo, hanno una marcata natura negazionista e contrastano quindi con i valori fondamentali della Convenzione, quali espressi nel suo Preambolo, ossia la giustizia e la pace. Rileva che il ricorrente tenta di fuorviare l'art. 10 della Convenzione dalla sua vocazione utilizzando il suo diritto alla libertà di espressione per fini contrari alla lettera ed allo spirito della Convenzione. I predetti fini, se fossero tollerati, contribuirebbero alla distruzione dei diritti e delle libertà garantiti dalla Convenzione".
E ancora: "Per utilizzare il Servizio Facebook, tutti gli utenti devono prima accettarne le Condizioni. Ciascun utente si impegna a 'non usare Facebook per scopi illegali, ingannevoli, malevoli o discriminatori' e a non 'pubblicare o eseguire azioni su Facebook che non rispettano i diritti di terzi o le leggi vigenti'. Le Condizioni attribuiscono a Facebook Ireland il diritto di rimuovere tali contenuti e di interrompere la fornitura del Servizio Facebook agli utenti che le violino. All’art 1, sotto il titolo 'Lotta ai comportamenti dannosi, protezione e supporto della community di Facebook', prevedono: 'Le persone creano community su Facebook solo se si sentono al sicuro. Facebook impiega team dedicati in tutto il mondo e sviluppa sistemi tecnici avanzati per rilevare usi impropri dei propri prodotti, comportamenti dannosi nei confronti di altri e situazioni in cui potrebbe essere in grado di aiutare a supportare o proteggere la propria community. In caso di segnalazione di contenuti o condotte di questo tipo, Facebook adotta misure idonee, ad esempio offrendo aiuto, rimuovendo contenuti, bloccando l’accesso a determinate funzioni, 
disabilitando un account o contattando le forze dell’ordine'".
L'ordinanza documenta molti dei post e delle pubblicazioni di Forza nuova in cui si fa esplicito riferimento al fascismo, tra i quali "il contenuto che raffigurava il balcone di Palazzo Venezia, dal quale Mussolini dichiarò guerra alla Francia e all’Inghilterra il 10 giugno 1940, e recitava: 'l’unico balcone che riconosciamo… restiamo fascisti'. Ciò viola l’art. 2 degli Standard della Comunità (simboli che rappresentano/elogiano un’organizzazione che incita all’odio)".
Continua il giudice: "Gli episodi sopra descritti basterebbero da soli per ritenere che sulla base degli Standard della Community e delle condizioni contrattuali Facebook aveva il diritto di risolvere il contratto con gli utenti che in qualità di amministratori gestivano le pagine delle varie articolazioni dell’organizzazione Forza Nuova. Anzi, sulla base delle norme interne e sovranazionali e della costante loro applicazione giurisprudenziale sopra riportate e del Codice di condotta sottoscritto con la Commissione Europea, Facebook aveva in realtà il dovere giuridico di risolvere i contratti, essendo evidente che il richiamarsi agli ideali del fascismo in numerosissime iniziative pubbliche e pubbliche manifestazioni vale a qualificare Forza Nuova come “organizzazione d’odio” secondo le condizioni contrattuali e gli Standard della Community sopra riportati (in rete sono numerosissime le notizie in tal senso corredate di fotografie)".
Non solo, il tribunale di Roma punta evidenzia anche come "l'organizzazione si è resa anche protagonista di iniziative discriminatorie in danno di rom, migranti e omosessuali e veri e propri 'discorsi d’odio'. Anche in questo caso verranno riportati solo alcuni esempi del copioso materiale reperibile in rete. un post che insultava gli immigrati chiamandoli stupratori. Si tratta, in particolare, di una vignetta che raffigurava la sagoma di una donna inseguita da alcuni uomini, con la seguente didascalia: “RAPEUGEES NOT WELCOME”89. Questo contenuto è contrario all’art. 13 degli Standard della Comunità (hate speech basato sulla razza o etnia)".



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Le Ricerche Pazze degli italiani sul Coronavirus

Le Ricerche Pazze degli italiani sul Coronavirus


Da Nostradamus ai Serpenti 

Quando una persona cerca qualcosa su Google non sta semplicemente digitando una parola chiave, sta esprimendo un bisogno. Tale bisogno può essere la necessità di acquistare un prodotto o un servizio, di risolvere in autonomia un problema oppure di documentarsi.

L’analisi delle ricerche online ci mostra, di fatto, timori, speranze e convinzioni delle persone.

Nel caso del coronavirus questa analisi dice molto in merito all’opinione comune.

Analizzando i cosiddetti “suggest” di Google, anche grazie al tool professionale Answerthepublic che, nella versione pro, consente di effettuare comparazioni tra ricerche, il primo dato di fatto è che in soli 2 giorni (dal 24/02/2020 al 26/02/2020) si sono aggiunte
 circa 200 nuove ricerche correlate al Covid19.

Nello specifico delle nuove ricerche e guardando al dettaglio del “dove” adesso le persone cercano di sapere dove si trovi il contagio “per provincia”: vogliono sapere le province esatte e nello specifico le zone rosse e le zone gialle.

Poi si sono aggiunte ricerche che mostrano la necessità di essere tranquillizzati, per esempio infatti si cercano notizie sullo stato di salute del giovane di 38 anni, oppure informazioni sull’eventuale legame con il sushi, la questione “viaggi” e se i pacchi provenienti
 dalla Cina possono essere più o meno infetti.

A prescindere dalla comparazione, guardando i dati in assoluto lo scenario che ne viene fuori è di “domande” a tratti impressionanti.

Nel dettaglio:

coronavirus con il caldo muore

coronavirus guerra batteriologica

coronavirus la verità

coronavirus Nostradamus

coronavirus origine laboratorio

coronavirus origine militare

coronavirus profezia

coronavirus serpenti

Nessun esperto ha mai detto che il caldo ucciderà il virus, ma è bastato che si dicesse che “il caldo aiuterà” per trarne le conclusioni. Nell’articolo intitolato Coronavirus contro influenza: quali sono le principali differenze il virologo Matteo Bassetti spiega: “Quello che ancora non sappiamo è se il Covid19, come l’influenza, perderà aggressività con il caldo e le temperature elevate. Su questo non vi è certezza…”.

Ricerche su eventuali complotti e guerre batteriologiche sono molto probabilmente legate alla circolazione di informazioni sui Social, WhatsApp e non solo.? Anche in questo caso l’articolo Da Big Pharma alla guerra batteriologica cinese: le 8 bufale sul Covid19 spiega chiaramente da dove traggono origine queste fake news.

Non mi soffermo sulle altre come la profezia di Nostradamus perché già, fortunatamente, dibattuta. Per riassumere in pochissime parole: non c’è nemmeno una piccolissima o timida evidenza per la quale si possa parlare di “profezia” o, meglio, qualsiasi influenza più o meno seria potrebbe essere l’oggetto della profezia.

Sarà interessante capire nel tempo come si evolve questa ricerca anche per capire se l’opera di informazione a cura delle istituzioni sia stata davvero efficace.




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