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venerdì 8 dicembre 2017

Il Bitcoin Rischia





La sequenza di incidenti e crolli delle principali piattaforme che ha interessato i principali servizi online di exchange e wallet, ovvero le piattaforme per acquisire, vendere e gestire la più famosa delle criptovalute, è impressionante, e dovrebbe portare a riflettere gli investitori meno esperti e attratti da quelli che sembrano facili guadagni.

Il primo e più importante incidente ha interessato Coinbase, il principale exchange online statunitense e uno dei più grandi al mondo, utilizzato soprattutto dai piccoli investitori per la semplicità d'uso. Nonostante i continui investimenti in infrastrutture IT, la vera corsa folle all'investimento in bitcoin da parte di piccoli e grandi investitori ha portato nelle scorse ore a un collasso dei server, con l'impossibilità quindi di accedere alla piattaforma e acquistare o vendere criptovaluta. Un crollo legato anche all'incredibile oscillazione registrata dal Bitcoin, che sul solo exchange Gdax di Coinbase ha sfiorato i 20 mila dollari dai 16 mila per poi crollare sotto i 15 mila anche in seguito al down di Coinbase.

Una volatilità da brivido, amplificata dalle difficoltà tecniche di scambio che tuttora perdurano su Coinbase così come anche su altre piattaforme online molto utilizzate. Sempre nelle scorse ore, infatti, Bitfinex, il più grande exchange online per Bitcoin, ha ammesso dopo i ritardi e i malfunzionamenti che duravano ormai da giorni di essere sotto un massiccio attacco coordinato (tecnicamente di tipo denial of service, ovvero un bombardamento di richieste simultanee ai server da parte di decine di migliaia di computer allo scopo di far crollare il servizio) 
che non è ancora riuscita a debellare.

Se lo scambio, e quindi lo stesso valore, dei Bitcoin è messo a rischio dalla stessa architettura della criptomoneta, priva di un'entità centrale che ne certifichi emissione, scambi e validità, anche la stessa conservazione inizia a creare non poche preoccupazioni, con uno scenario simile all'assalto alle diligenze o ai galeoni nella corsa all'ora dei secoli scorsi. Trezor, uno dei principali servizi di wallet online, ha infatti ammesso di avere riscontrato probemi ai server doe vengono conservate le chiavi a cui sono legati possesso e disponibilità dei bitcoin, mentre l'ultimo furto in ordine di tempo risale a poche ore fa e ha coinvolto NiceHash, un marketplace per la creazione (mining) di critpovalute che opera in modalità cloud. La società ha ammesso che hacker hanno violato i suoi sistemi e rubato una quantità sconosciuta di bitcoin dal portafoglio virtuale, anche se le fonti parlano di un furto di almeno 60 milioni di dollari di controvalore.

A pochi giorni dal debutto dei futures sul Bitcoin, gli investitori, e specialmente meno solidi e preparati dovrebbero quindi riflettere sulla natura dell'investimento in criptovalute, come del resto hanno fatto le principali banche Usa. La Futures Industry Association, che raggruppa i grandi broker fra cui Goldman Sachs, JP Morgan Chase e Citigroup, ha messo nero su bianco i propri dubbi alla Cftc, Commodity Futures Trading Commission, l'autorità che la scorsa settimana ha autorizzato le Borse di Chicago, CME Group e CBOE Global Markets a programmare nei prossimi 10 giorni il lancio dei nuovi futures sulle criptovalute. Nella lettera è scritto che ci sarebbe dovuta essere una maggiore discussione sui livelli di margini, i limiti sul trading, gli stress test e il clearing prima di dare il via libera ai nuovi contratti. Se già ora, in questo clima di euforia collettiva per il Bitcoin, gli scambi non sono garantiti, cosa accadrebbe in caso di crollo repentino della criptovaluta in seguito a un picco di volumi? Il rischio di una illiquidità più o meno temporanea non è certo da escludere.


Bitcoin  è una moneta elettronica creata nel 2009 da un anonimo inventore, noto con lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto, che sviluppò un'idea da lui stesso presentata su Internet a fine 2008. Per convenzione, il termine Bitcoin, con l'iniziale maiuscola, si riferisce alla tecnologia e alla rete, mentre il minuscolo bitcoin si riferisce alla valuta in sé.
A differenza della maggior parte delle valute tradizionali, Bitcoin non fa uso di un ente centrale né di meccanismi finanziari sofisticati, il valore è determinato dalla leva domanda e offerta: esso utilizza un database distribuito tra i nodi della rete che tengono traccia delle transazioni, ma sfrutta la crittografia per gestire gli aspetti funzionali, come la generazione di nuova moneta e l'attribuzione della proprietà dei bitcoin.
La rete Bitcoin consente il possesso e il trasferimento anonimo delle monete; i dati necessari a utilizzare i propri bitcoin possono essere salvati su uno o più personal computer o dispositivi elettronici quali smartphone, sotto forma di "portafoglio" digitale, o mantenuti presso terze parti che svolgono funzioni simili a una banca. In ogni caso, i bitcoin possono essere trasferiti attraverso Internet verso chiunque disponga di un "indirizzo bitcoin". La struttura peer-to-peer della rete Bitcoin e la mancanza di un ente centrale rende impossibile a qualunque autorità, governativa o meno, il blocco dei trasferimenti, il sequestro di bitcoin senza il possesso delle relative chiavi o la svalutazione dovuta all'immissione di nuova moneta.



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