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lunedì 27 dicembre 2010

Photoshopped Food



Sempre più spesso gli artisti amanti della tecnologia utilizzano Photoshop per rendere il cibo più piacevole allo sguardo.
In internet abbiamo diverse testimonianze in questo senso.


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mercoledì 22 dicembre 2010

Svaligiata casa virtuale, denuncia



Si era costruita la sua casetta su Facebook arredandola con l'idromassaggio e le conchiglie, il divano di marca e il tavolo da biliardo. E se l'è ritrovata vuota. Così Paola Letizia, 44 anni, di Palermo, ha sporto denuncia dopo che un ladro virtuale le ha letteralmente svaligiato la casa e la Procura di Palermo ha aperto un'indagine reale contro l'hacker che si è introdotto nell'abitazione per portarsi via tutti gli arredi.

La donna, che lavora al Pubblico registro automobilistico del capoluogo siciliano, si era sistemata la sua casa con uno dei giochi Facebook più praticati, "Pet society". Il suo appartamento Paola se l'era attrezzato con un'attenta ricerca nei negozi online, scegliendo accuratamente in lunghi ed elaborati shopping-tour nell'universo virtuale della Rete. E, dopo aver costruito il suo "capolavoro", se l'è ritrovato completamente distrutto in un batter d'occhio. Naturale che si sia sentita defraudata, senza il suo acquario, la parete attrezzata, gli specchi, i quadri sui muri, i tappeti e le tende.
Ecco dunque la denuncia, seguita dall'avvio dell'indagine. Adesso la polizia postale, come raccontano alcuni quotidiani, è la caccia del pirata che si è introdotto nell'account di posta elettronica della donna e le ha svaligiato'la casa virtuale. Se anche l'abitazione esiste solo sul social network, la protagonista la considera un'autentica proprietà. Erano sette stanze arredate in stile moderno con un gatto, anch'esso virtuale, che lei aveva chiamato Blue Cat, e che è rimasto solo nella grande casa vuota. Il ladro virtuale infatti ha lasciato alla padrona soltanto il micio.
Il pm Marco Verzera aveva chiesto l'archiviazione del caso, ma i legali si sono opposti e il gip Fernando Sestito ha imposto la continuazione delle indagini per "introduzione abusiva e aggravata" nella corrispondenza elettronica e nelle attività ad essa collegate: un reato punito con l'articolo 615 e che prevede una pena da uno a cinque anni. All'impiegata hanno rubato la password e violato l'account di posta elettronica, passaggio obbligato per andare alla casetta di Pet Society. Insomma, si tratta di un vero e proprio furto, perché l'hacker ha lavorato per ore per raggiungere il suo scopo, proprio come fanno i topi d'appartamento. "Per arredare la casa bisogna frequentare negozi virtuali - spiega Paola Letizia - di arredamento, abbigliamento, per articoli da regalo". Insomma, un lungo lavoro di ricerca andato perso. Che adesso Paola Letizia vuole vedere, in qualche modo, risarcito. 


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martedì 14 dicembre 2010

WikiLeaks , Berlusconi, censura Internet per favorire le sue televisioni



WikiLeaks:
"Berlusconi, censura a Internet per favorire le sue televisioni"


Caso WikiLeaks, un cablo dell'ambasciatore Usa Thorne: uso privato del potere. "Il decreto Romani offrirebbe le basi per azioni legali contro chi dovesse entrare in competizione contro membri del governo". "Così si azzittisce la concorrenza politica"

di VINCENZO NIGRO

ROMA - "Così Berlusconi vuole censurare Internet" per "favorire le proprie imprese" commerciali e azzittire "la concorrenza politica". Gli ultimi due cablogrammi dell'ambasciatore Usa a Roma David Thorne diffusi da WikiLeaks, riferiscono le critiche, le perplessità e i sospetti dell'amministrazione Usa sulla "legge Romani". È il decreto anti-Internet che il governo italiano voleva far passare tra fine 2009 e inizio 2010. In un cablogramma del 3 febbraio 2010, Thorne sintetizza: "la legge darà possibilità di bloccare o censurare qualsiasi contenuto", e "favorirà le imprese di Silvio Berlusconi di fronte ai suoi competitor". La conferma, secondo l'ambasciatore, di un "modello di business familiare in cui Berlusconi e Mediaset hanno usato il potere del governo in questo modo sin dai tempi del primo ministro Bettino Craxi".



Thorne spiega al Dipartimento di Stato che "la legge sembra scritta per dare la governo il potere di censurare o bloccare qualsiasi contenuto di Internet se il governo lo ritiene diffamatorio o che alimenti attività criminali". Il decreto "offrirebbe le basi per intraprendere azioni legali contro le organizzazioni di mezzi di comunicazione che dovessero entrare in competizione politica o commerciale contro membri del governo". Nel telegramma Thorne ricorda che da anni gli Stati Uniti hanno fatto pressioni sul governo italiano perché approvi leggi che evitino conseguenze legali per chi opera su Internet: "Finora l'Italia ha fatto molto poco", e adesso "con questa legge salta ogni collaborazione e anzi propone una regolamentazione molto dura". Thorne, che era stato al fianco di John Kerry e dello staff di Obama nell'uso di Internet nella campagna elettorale americana del 2008, dice che la legge italiana potrebbe "essere un precedente per Paesi come la Cina, che potrebbero copiarla o portarla a giustificazione dei propri attacchi contro la libertà di espressione". Per Antonello Busetto, una fonte confindustriale ascoltata dall'ambasciata Usa, questa legge "potrebbe significare la morte di Internet in Italia".



Inoltre dirigenti di Sky-tv in Italia confermano all'ambasciata Usa che la legge Romani avrebbe "offerto molti vantaggi commerciali a Mediaset, la televisione del primo ministro, rispetto a Sky, uno dei suoi principali competitori". Questi dirigenti "confermano il ruolo di Romani come leader all'interno del governo per aiutare Mediaset a mettere Sky in una situazione di svantaggio". L'ambasciata Usa spiega a Washington che tra l'altro il governo vorrebbe obbligare gli Internet provider come YouTube o Blogspot "a diventare responsabili del contenuto che pubblicano così come lo sono le televisioni", cosa "impossibile sia dal punto di vista economico che da quello pratico". E "dato che la legge prevede di rendere passibili di diffamazione sia i siti d'opinione che gli Internet provider, alcuni la vedono come un modo per controllare il dibattito politico su Internet". Inoltre, aggiunge Thorne, "vista da una prospettiva commerciale, la norma diretta a limitare i video e le televisioni disponibili su Internet aiuta Mediaset mentre la società del premier esplora il mercato della televisione via Internet".



L'ambasciatore scrive ancora che l'authority italiana per le comunicazioni, l'Agcom, avrebbe il potere di bloccare i siti non italiani e di "imporre multe fino a 150 mila euro alle compagnie straniere: l'Autorità in teoria è indipendente, ma molti temono che non sia sufficientemente forte per resistere alle pressioni politiche". Thorne conclude, ricordando che il governo ha già preso diverse iniziative per controllare le reti sociali di Internet, "inclusa l'infame intenzione di esigere che i blogger debbano avere la licenza di giornalisti, che viene concessa dal governo".

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lunedì 13 dicembre 2010

Facebook ha chiuso la pagina del popolo viola


Facebook ha chiuso la pagina del popolo viola. 

E’ regime




 NUOVO BLOG VIOLA

 http://violapost.wordpress.com/2010/12/13/facebook-ha-chiuso-la-pagina-del-popolo-viola-e-regime/

Senza alcuna motivazione, Facebook ha oggi chiuso la pagina nazionale del popolo viola e bannato gli account degli amministratori. Tutto questo alla vigilia del voto di fiducia a Berlusconi e mentre, negli ultimi giorni, la nostra campagna di informazione era tutta rivolta al mercato dei voti in atto alla Camera e alle manifestazioni di domani contro il governo. E’ un atto di censura gravissimo che qualifica Facebook come strumento dei regimi. Chiediamo la riapertura immediata degli account e di una pagina che era ormai il punto di riferimento di centinaia di migliaia di cittadini e il centro propulsore di tante mobilitazioni a difesa della Costituzione e contro il regime, chiediamo alle forze politiche e democratiche del Paese di intervenire per ripristinare la legalità costituzionale. Ci opporremo in ogni sede, politica e giudiziaria, contro questo atto illiberale.

FIRMA L’APPELLO


Il popolo viola


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venerdì 10 dicembre 2010

Ecco come drogano le nostre menti



Ecco come drogano le nostre menti

La manipolazione mediatica ormai non ha confini. Il consenso politico e quello d'opinione è regolato attraverso ben precise strategie mediatiche che si appoggiano su 10 regole di base. Noam Chomsky ci aiuta a svelare l'inganno
In questi giorni di forte instabilità politica si riaccendono i toni e si rimescolano i temi che hanno animato il calderone mediatico degli ultimi 15 anni: sicurezza, giustizia, economia, tradimento, sesso. Nel nostro Paese succede che molti ingenui continuino ad esempio a meravigliarsi delle boutade del presidente del Consiglio, limitandosi a bollare barzellette e proclami del premier brianzolo come uscite inammissibili, senza considerare quanta macchinazione logica stia dietro ad ogni singola affermazione. Un meccanismo ben oliato a cui fanno ricorso non solo uomini politici, ma esperti di marketing e uomini di potere in genere. Un noto studioso di linguistica come Noam Chomsky ha stilato una lista di 10 regole, che vengono utilizzate per drogare le menti, ammaliandole, confondendo in loro ogni percezione, rimescolando realtà e fantasia, evidenza e costruzione illusoria. Ecco quali sono:

1-La strategia della distrazione

L’elemento primordiale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel deviare l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche, attraverso la tecnica del diluvio o inondazioni di continue distrazioni e di informazioni insignificanti. La strategia della distrazione è anche indispensabile per impedire al pubblico di interessarsi alle conoscenze essenziali, nell’area della scienza, l’economia, la psicologia, la neurobiologia e la cibernetica. “Mantenere l’Attenzione del pubblico deviata dai veri problemi sociali, imprigionata da temi senza vera importanza. Mantenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza nessun tempo per pensare, di ritorno alla fattoria come gli altri animali (citato nel testo “Armi silenziose per guerre tranquille”).

2- Creare problemi e poi offrire le soluzioni

Questo metodo è anche chiamato “problema- reazione- soluzione”. Si crea un problema, una “situazione” prevista per causare una certa reazione da parte del pubblico, con lo scopo che sia questo il mandante delle misure che si desiderano far accettare. Ad esempio: lasciare che si dilaghi o si intensifichi la violenza urbana, o organizzare attentati sanguinosi, con lo scopo che il pubblico sia chi richiede le leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito della libertà. O anche: creare una crisi economica per far accettare come un male necessario la retrocessione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici.

3- La strategia della gradualità

Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, a contagocce, per anni consecutivi. E’ in questo modo che condizioni socio-economiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte durante i decenni degli anni 80 e 90: Stato minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione in massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero stati applicati in una sola volta.

4- La strategia del differire

Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria”, ottenendo l’accettazione pubblica, nel momento, per un’applicazione futura. E’ più facile accettare un sacrificio futuro che un sacrificio immediato. Prima, perché lo sforzo non è quello impiegato immediatamente. Secondo, perché il pubblico, la massa, ha sempre la tendenza a sperare ingenuamente che “tutto andrà meglio domani” e che il sacrificio richiesto potrebbe essere evitato. Questo dà più tempo al pubblico per abituarsi all’idea del cambiamento e per accettarlo rassegnato quando arriverà il momento.

5- Rivolgersi al pubblico come ai bambini

La maggior parte della pubblicità diretta al gran pubblico, usa discorsi, argomenti, personaggi e una intonazione particolarmente infantile, molte volte vicino alla debolezza, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o un deficiente mentale. Quanto più si cerca di ingannare lo spettatore, più si tende ad usare un tono infantile. Perché? “Se qualcuno si rivolge ad una persona come se avesse 12 anni o meno, allora, in base alla suggestionabilità, lei tenderà, con certa probabilità, ad una risposta o reazione anche sprovvista di senso critico come quella di una persona di 12 anni o meno (vedere “Armi silenziosi per guerre tranquille”).

6- Usare l’aspetto emotivo molto più della riflessione

Sfruttate l'emozione è una tecnica classica per provocare un corto circuito su un'analisi razionale e, infine, il senso critico dell'individuo. Inoltre, l'uso del registro emotivo permette di aprire la porta d’accesso all’inconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori, compulsioni, o indurre determinati comportamenti….

7- Mantenere il pubblico nell’ignoranza e nella mediocrità

Far si che il pubblico sia incapace di comprendere le tecnologie ed i metodi usati per il suo controllo e la sua schiavitù. “La qualità dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo che la distanza dell’ignoranza che pianifica tra le classi inferiori e le classi superiori sia, e rimanga, impossibile da colmare dalle classi inferiori".

8- Stimolare il pubblico ad essere compiacente con la mediocrità

Spingere il pubblico a ritenere che è di moda essere stupidi, volgari e ignoranti...

9- Rafforzare l’auto-colpevolezza

Far credere all’individuo che è soltanto lui il colpevole della sua disgrazia, per causa della sua insufficiente intelligenza, delle sue capacità o dei suoi sforzi. Così, invece di ribellarsi contro il sistema economico, l’individuo si auto svaluta e s’incolpa, cosa che crea a sua volta uno stato depressivo, uno dei cui effetti è l’inibizione della sua azione. E senza azione non c’è rivoluzione!

10- Conoscere gli individui meglio di quanto loro stessi si conoscano

Negli ultimi 50 anni, i rapidi progressi della scienza hanno generato un divario crescente tra le conoscenze del pubblico e quelle possedute e utilizzate dalle élites dominanti. Grazie alla biologia, la neurobiologia, e la psicologia applicata, il “sistema” ha goduto di una conoscenza avanzata dell’essere umano, sia nella sua forma fisica che psichica. Il sistema è riuscito a conoscere meglio l’individuo comune di quanto egli stesso si conosca. Questo significa che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un controllo maggiore ed un gran potere sugli individui, maggiore di quello che lo stesso individuo esercita su sé stesso.

Fonte: Res Marche
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giovedì 9 dicembre 2010

Il fondatore di Facebook: “Voglio donare tutto in beneficenza”

Il fondatore di Facebook: “Voglio donare tutto in beneficenza”

Mark Zuckerberg si è appena giunto alla lista di miliardari che si sono impegnati a dare via la maggior parte della loro ricchezza per opere di carità.

Lo riporta il Wsj, Mark Zuckerberg, il miliardario fondatore del social network Facebook Inc. ha deciso di dare la maggior parte del suo patrimonio in beneficenza, andando a mark zuckerberg1 Il fondatore di Facebook: Voglio donare tutto in beneficenzariempire le fila di un più ampio gruppo di ricchi imprenditori divenuti filantropi dopo aver accumulato ingenti ricchezze.

GIVING PLEDGE - Oltre a Zuckerberg, il fondatore di AOL Steve Case e l’ investitore Carl Icahn hanno appena firmato il “Giving Pledge” che chiede ai suoi firmatari di impegnarsi pubblicamente a dare via la maggior parte della loro ricchezza. Il 26enne è uno dei 16 nuovi miliardari al pegno, che attualmente ammonta a più di 50 donatori. I loro impegni si uniscono a quelli assunti da persone agiate tra cui Larry Ellison fondatore di Oracle Corp., il regista George Lucas e il sindaco di New York Michael Bloomberg. La promessa è uno sforzo organizzato da Bill Gates e Warren Buffett per convincere il mondo ricco ad accrescere le proprie donazioni.

DONATORE DELL’ANNO - Mr. Zuckerberg, che fondò Facebook nel dormitorio dell’Università di Harvard prima di abbandonare il college e di lavorare a tempo pieno ai suoi affari in California, è uno dei più giovani miliardari del mondo, per un patrimonio del valore stimato intorno ai 6,9 miliardi di dollari, secondo Forbes. Ma poiché la sua ricchezza è parte della quota di proprietà di una società che deve ancora essere inserita nel mercato azionario, è comunque in gran parte teorica. Mr. Zuckerberg è emerso come uno dei maggiori donatori quest’anno. Nel mese di settembre, ha fatto il suo primo grande dono caritatevole, promettendo al “The Oprah Winfrey Show” 100 milioni di dollari per scuole pubbliche a Newark.

DONAZIONI COLPITE DALLA CRISI - Molti dei “signori del pegno” aveva già previsto di erogare la loro ricchezza e la maggior parte di essi sono già coinvolti in opere di filantropia. Non è chiaro se il Giving Pledge abbia incoraggiato a donare di più. Nel complesso, anche le donazioni sono state duramente colpite dalla debolezza dell’economia. Negli Stati Uniti sono scese del 3,6% a 303,75 miliardi dollari l’anno scorso, in calo rispetto ai 315 miliardi dollari del 2008 secondo Giving USA. Nicolas Berggruen, 48 anni, ha detto che ha deciso di dare via la sua fortuna mentre era in vita in modo da poter assumere personalmente la responsabilità per come verrà utilizzato il suo denaro.”La ricchezza è un vantaggio, ma è anche una responsabilità francamente“, ha detto in un’intervista. Anche il co-fondatore di facebook, Dustin Moskovitz, che attualmente sta lavorando in una società chiamata Asana, ha firmato il “pegno”.

di Teresa Scherillo (makia)


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lunedì 6 dicembre 2010

ECCO IL CADAVERE DI YARA , BUFALA CHOC SU FACEBOOK



ECCO IL CADAVERE DI YARA , 

BUFALA CHOC SU FACEBOOK


In gergo si chiama 'cowjacking', ed è una delle pratiche più fastidiose e comuni nello stesso tempo su Facebook. Si tratta di pagine 'esca', bufale che attirano utenti a dare il proprio 'like' e a condividere la pagina sulla propria bacheca. Dopo le bufale del video hard di Belen, quella delle foto del cadavere di Sarah Scazzi e mille altre ancora, anche la povera Yara Gambirasio non è stata risparmiata dalla fastidiosa pratica di spam, che sebbene non comporti alcun rischio di virus o malware nel pc degli utenti, è senza dubbio di cattivo gusto. Si chiede di cliccare su 'mi piace' e di condividere poi il link sulla propria bacheca, ma alla fine non c'è nulla da vedere: anche in questo caso, come anche in molti altri, la pagina si limita a sfruttare la curiosità morbosa dell'utente. Ciò che sorprende è, piuttosto, il fatto che molti internauti, nonostante questa pratica si ripeta ciclicamente su qualsiasi argomento, continuino comunque a 'cascarci', solo per la curiosità di verificare se le presunte foto o video ci siano o meno.


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mercoledì 1 dicembre 2010

Google indagato per abuso di posizione dominante

 

Google indagato per abuso di posizione dominante



La Commissione Europea ha aperto un fascicolo per approfondire la posizione del gigante di Mountain View e delle sue attività nel vecchio continente. Più precisamente, sarebbe al vaglio della commissione un'ipotesi di abuso di posizione dominante.
Lo scopo della Commissione è quello di vigliare sui mercati al fine di garantire la libera concorrenza tra gli operatori e di verificare che non esistano aziende in grado di ostacolarla mediante posizioni di monopolio di fatto come, stando all'accusa di alcune aziende europee, quella di Google.
In sostanza Big G viene accusato di avere un predominio tale nelle ricerche on-line da poter esercitare, di fatto, pressioni sulle scelte dei consumatori a beneficio di taluni ed a scapito di altri. Più precisamente, i tecnici della Commissione Europea dovranno valutare gli algoritmi di ranking che determinano il posizionamento delle pagine web nelle queries di ricerca al fine di verificare l'eventuale presenza di anomalie in grado di alterare il normale flusso dei risultati a scapito di taluni siti web che si ritengono danneggiati.
Se le accuse trovassero conferma, Google - che sin'ora ha mostrato un atteggiamento assolutamente collaborativo - potrebbe ritrovarsi costretta al pagamento di un maxi risarcimento per miliardi di euro.

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