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lunedì 23 dicembre 2013

Sesso e Zodiaco


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Il data center di Facebook in Lapponia


Il data center di Facebook in Lapponia

Fotografia dal posto freddo 

e sperduto dove sono probabilmente passate le foto dei vostri profili, 

le chat e le condivisioni più recenti


Ogni giorno centinaia di milioni di persone utilizzano Facebook per condividere link, fotografie e per restare in contatto con i loro amici. Il social network deve gestire ogni secondo una quantità enorme di dati per fare in modo che le sue pagine si carichino velocemente, che i messaggi arrivino istantaneamente e che tutto il resto funzioni. Le informazioni passano attraverso centinaia di migliaia di server raccolti in diversi centri dati negli Stati Uniti e, dalla scorsa estate, anche nell’estremo nord dell’Europa.

Il centro dati di Luleå nella Lapponia svedese è stato inaugurato da Facebook a metà giugno ed è uno dei più grandi data center d’Europa. La piccola città dove ha sede si trova a 100 chilometri a sud del circo polare artico lungo le coste settentrionali molto frastagliate che si affacciano sul mar Baltico. La temperatura media annuale nella zona è 2 °C e l’aria fredda è il migliore alleato per tenere al fresco i server del centro dati senza dovere utilizzare sistemi di condizionamento. Nella zona grazie a un sistema di dighe viene prodotta energia idroelettrica, che Facebook utilizza per alimentare il suo centro dati, riducendo ulteriormente il suo impatto ambientale. Facebook ha scelto la Svezia anche per la presenza di una rete in fibra ottica molto sviluppata, che consente di trasmettere i dati molto velocemente verso il sud dell’Europa.
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lunedì 16 dicembre 2013

Chat per il Tuo Sito


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Costruire relazioni significative, 

sul tuo sito

Z... ti aiuta a coinvolgere,
 soddisfare e deliziare ogni visitatore sul vostro sito, 
dando loro una memorabile esperienza che non dimenticheranno mai.

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Abbiamo vinto numerosi premi e siamo  presenti in importanti pubblicazioni. 
Ancora più interessante, decine di migliaia di imprese hanno fiducia in Noi in tutto il mondo e utilizzano Z.. sui loro siti web.
Iscriviti gratis prova e poi decidi .

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VISITAMI E TI PORTERO' FORTUNA

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giovedì 5 dicembre 2013

MUNDIMAGO : Cofanetto Regalo


IMAGO
Ecco il nome delle carte che ho disegnato
ispirandomi all' antico gioco dei
TAROCCHI

Non devi essere un Mago o un Strega
per leggere il Futuro

Non ti spaventare e' solo un gioco 
basato sulle immagini .

Dopo uno studio che ho realizzato in 5 anni 
ho scoperto
 che molti Imperatori , Re e Regine ,
prima di ogni battaglia ,
alla vigiglia di un matrimonio ,
insomma quando dovevano Affrontare una 
Grande decisione sulle sorti del loro Regno ,
si affidavano al loro Mago di corte ,
oppure
 all' Astrologo che interpretava
 il movimento dei pianeti ,
spesso suggerendo soluzioni sbagliate
o negative per il popolo sottomesso .

Ogni giorno si sentono Storie di Finti Guru ,
Gruppi di Satanisti che con Riti Magici ,
Promettono la Realizzazione di chissa' cosa ,
per poi Scoprire che ti Rubano 
Tempo e Denaro
o chiedono Sesso .

Le IMAGO sono Immagini
Iconograficamente Attuali e Semplici ,
le puoi giocare con amici che ti aiuteranno
nell'interpretazione ,
puoi giocarle con i tuoi figli , con la tua compagna ,
ricorda che e' sempre un gioco ,
la decisione finale devi prenderla solo tu
le carte ti possono aiutare 
solo per Avere un'altro punto di vista , 
SDRAMMATIZZARE , IRONIZZARE ,
puo' Essere Utile a Cercare altre Soluzioni 
ALTERNATIVE
e consultarle con amici o persone a te vicine
ti puo' aiutare a condividere i tuoi dubbi e perplessita'
Rendendo piu' stabili e Rafforzano i tuoi rapporti sociali .
Senza doverti Affidare a personaggi
Strani e Ciarlatani , Truffatori .
Gioca con le IMAGO



Ho realizzato un Cofanetto di legno
che contiene il mazzo di Carte 
ed un Libricino di Suggerimenti
che Usando la Legge 
della Casualita' aiuta nella
 Previsione del Futuro
OTTIMO COME REGALO
Perfetto per collezionisti

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Manifesto 50 x 70 centimetri
 Se ti piace chiedimelo nello spazio commenti
Ottimo come regalo
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non sono un
 MAGO
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mercoledì 4 dicembre 2013

Indossa i Google Glass e viene Cacciato dal ristorante



Cacciato dal ristorante, indossava i Google Glass: 

privacy e sicurezza minacciano gli occhialini di Big G

L'ingegnere Nick Starr allontanato dal Lost Lake Cafè di Seattle, uno dei tanti locali che iniziano a vietare gli smart glasses. Dai pericoli alla guida al braccio di ferro con le autorità europee, a mesi dalla commercializzazione l'atteso dispositivo solleva già una miriade di polemiche. Sotto accusa il possibile riconoscimento facciale e l'uso in posti sensibili come ospedali, banche e scuole

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GOOGLE GLASS: gli Occhiali Iper-Tecnologici in grado di collegarsi alla Rete, scattare foto o registrare filmati e molto altro ancora! La filosofia di Google è semplice: "liberare le mani e sfruttare la tecnologia attuale di SmarthPhone e Tablet, ma su un paio di Occhiali, ed a comando Vocale!" Sarà la rivoluzione tecnologica del secolo?


ALLA fine è successo. Finora i dubbi sulla privacy rispetto ai Google Glass erano stati un po' sopiti, almeno fra i non addetti ai lavori, dall'entusiasmo per un gadget che potrebbe rivoluzionare il modo in cui viviamo le nostre giornate. Sebbene a potersene rendere conto siano stati per ora solo sviluppatori e cosiddetti "beta tester" impegnati ormai da mesi nella sperimentazione. In totale circa 10mila persone negli Usa. Proprio una di queste, l'ingegnere informatico Nick Starr, è stato buttato fuori dal Lost Lake Cafè & Lounge di Seattle perché indossava gli occhialini di Big G. Rifiutandosi ovviamente di toglierli.

Certo, il proprietario del posto, David Meinert, sembra avere qualche questione in sospeso con Google, visto che già in un altro bar di sua proprietà, il 5 Point Cafè, aveva esposto lo scorso marzo espliciti cartelli contro l'uso degli smart glasses. Apparirebbe dunque come una crociata individuale - e magari in questo caso lo è davvero - si tratta in realtà solo della primissima avvisaglia di ciò che potrebbe accadere dal prossimo aprile, quando il prodotto dovrebbe essere lanciato in commercio almeno oltreoceano. "Abbiamo dovuto chiedere a un cliente molto sgarbato di uscire e allontanarsi - si legge sulla pagina Facebook del locale in merito al fatto, accaduto il 21 novembre ma reso noto solo in seguito - a causa della sua insistenza a indossare e attivare i Google Glass nel ristorante". Seguono le regole destinate agli occhialini: toglierli e disattivarli. Non registrare né utilizzare ogni altro meccanismo. "Se indosserete i Google Glass all'interno, filmerete o fotograferete le persone senza il loro permesso vi sarà chiesto di fermarvi e poi di andarvene. E se vi chiederemo di allontanarvi non iniziate con la storia dei vostri diritti. Alzatevi e toglietevi di mezzo prima che le cose peggiorino". Tutto fin troppo chiaro. Google Glass, ecco il nuovo modello. Ma attenzione alle multe...

Ai problemi col codice della strada - basti ricordare la multa rimediata in California da Cecilia Abbadie - si aggiungono dunque quelli, sempre più bollenti, con la riservatezza personale. Anche se il malcapitato ingegnere racconta una storia diversa, e cioè di essersene andato da sé dopo che nessuno è stato in grado di sottoporgli il contestato regolamento, la questione esiste. Soprattutto per i cortocircuiti che rischia di generare: "Sul menu del locale c'è un invito a pubblicare foto sul nostro sito via Instagram usando l'hashtag #Lostlake - continua Starr - quindi siamo in presenza di un locale che richiede di scattare foto ma non mi ha autorizzato a usare un dispositivo per farle e postarle sul social network". Al di là delle questioni di privacy, anche la popolarità che i locali guadagnano grazie alle discussioni online, vedi alla voce #foodporn, potrebbe risentirne. Senza pensare, web marketing a parte, ai luoghi nei quali scattare immagini e fare registrazioni, oltre che non consentito, è anzitutto poco indicato: ospedali, studi medici, scuole, banche, tribunali. E, appunto, forse perfino strade e autostrade. Bisognerà chiedere a tutti di lasciare i propri Google Glass all'ingresso? Basterà una luce a indicare che gli occhialini stanno combinando qualcosa? E in macchina? Google Glass, arriva l'App Store per gli occhiali 2.0

Insomma, il tanto agognato dispositivo potrebbe davvero arrivare molto tardi in Europa, dove la legislazione sulla privacy è oltre tutto più rigida che negli Stati Uniti. Dura da una parte e per forza di cose carente dall'altra. Nuovi device sollevano infatti inedite sfide giuridiche. Lo ha ipotizzato qualche tempo fa nientemeno che il Wall Street Journal, prevedendo ancora "molti anni" prima dello sbarco degli occhiali nel Vecchio Continente. Dopo mesi di anticipazioni ed esaltazioni è dunque davvero il momento di capire se potremo mai indossare i Google Glass anche in Italia. Il tema sul piatto, in fondo, è la distruzione di quell'aurea di anonimato che ci protegge quando siamo in pubblico. Già messa a durissima prova dalla pervasività dei social network, potrebbe trovare nella velocità e nell'istantaneità dei Google Glass, magari col riconoscimento facciale, il colpo fatale.

Non è un caso che i garanti di mezzo mondo, Europa compresa, siano sul piede di guerra da mesi. Già lo scorso giugno hanno scritto a Google per chiedere chiarimenti: "Google ha detto che non permetterà l'utilizzo di applicazioni che si basano sul riconoscimento facciale, e questo è positivo - aveva detto all'epoca il canadese Scott Hutchinson - tuttavia c'è un problema: alcuni sviluppatori ci hanno avvertito che le applicazioni possono essere caricate nei Glass senza necessariamente il permesso dell'azienda. Vorremmo sapere come intende comportarsi Mountain View". È solo un tassello del puzzle: "I Google Glass potranno fallire ma c'è una rivoluzione in corso", ha avvertito Time pochi giorni fa. Dalle microcamere piazzate ovunque - sulle automobili russe contro le frodi assicurative come sulle uniformi dei poliziotti, sui droni dei paparazzi e sui collari di cani e gatti - è chiaro che quanto successo con i social network non sarà che un candido ricordo rispetto alle nuove sfide che chi difende la riservatezza personale dovrà affrontare. Per evitare il far west.

di SIMONE COSIMI

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- PREVISIONI per il 2015 -

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venerdì 29 novembre 2013

Web Design spunti di App Design per Siti


Web Design spunti di App Design per Siti

Dovremmo seguire le linee guida dell’App Design nella progettazione di siti web? In questo articolo esploreremo come i concetti dell’App Design ci possono aiutare nella pianificazione e progettazione di siti web atti a migliorare la user experience dell’utente. Se avete mai sfogliato qualche guida di best practice su tecniche di progettazione o tendenze di design su app per dispositivi, avrete sicuramente notato qualcosa di significativo ovvero una maggiore attenzione all'usabilità ed alla funzionalità. Il vero web design non dovrebbe essere basato esclusivamente sull’estetica, ma anche su uno studio della user experience più adatta a raggiungere un obiettivo.

Un layout ben pianificato

Se stiamo parlando di applicazioni mobile o per tablet, il layout viene progettato per un uso efficiente dello spazio. Nell’App Design si attua un ampio processo di pianificazione del layout in quanto si cerca di creare un prodotto che sia facile da utilizzare ed intuitivo. Lo stesso processo dovrebbe essere applicato al Web Design ma non sempre è così.

Nel Web Design, spesso troviamo layout progettati esclusivamente per gusto estetico oppure bellissimi e curatissimi template acquistati ed applicati senza alcun reale motivo se non l’estetica e di conseguenza molto lontani dal concetto per cui dovrebbe essere usato il sito. Io non sono contro all’utilizzo di template o di librerie, tuttavia, anche nella scelta di un layout già confezionato è necessario concentrarsi sugli obiettivi del sito, fare un focus su come gli utenti lo utilizzeranno o su come hanno bisogno di usarlo, poi verificare la parte estetica considerano sempre il target di riferimento.

È necessario che i Web Designer inizino a concepire layout propri che sappiano sfruttare le peculiarità dei vari device in circolazione, ma allo stesso tempo adatti agli scopi dei clienti e capaci di interagire con gli utenti in modo semplice ed intuitivo. I prodotti preconfezionati possono essere utilissimi come fonte di ispirazione o ricerca, adatti a migliorare ed aumentare il proprio bagaglio di conoscenze, ma non come punto di partenza.

Interattività e User Design

Cos’è che rende un’App una applicazione? Il fatto che questa viene utilizzata non solo per visualizzare contenuti, ma soprattutto perché l’utente faccia qualcosa con essa. Ovvero pone l’accento sull’utente.

Spesso è difficile unire questo concetto a siti web, che principalmente, espongono contenuti, ma non impossibile. Nell’ esempio dell’Ipad-air di Apple (http://www.apple.com/it/ipad-air/), vediamo come l’utente può percepire i contenuti in un modo diverso oltre che particolare.

In questo esempio l’utente è stato inserito al centro dell’interattività, in quanto deve fare qualcosa di coinvolgente per reperire le informazioni.

Preoccuparsi di meno della bellezza

Molte App hanno una cura estetica pari a zero eppure l’utente non se ne preoccupa in quanto non rientra nei suoi interessi. Creare il più bel sito del nodo non vuol dire aver creato il migliore, come potrebbe non voler dire aver creato quello richiesto dal cliente. Come già descritto un’App ha come scopo quello di essere utilizzata quindi l’estetica assume un ruolo secondario. Questo concetto non può essere applicato al 100% ad un sito web, ma non perdiamo di vista il fatto che il sito web da noi realizzato deve essere visitato e sfogliato, come sicuramente richiesto dal cliente.

Quindi prima di incominciare a progettare un sito web ragioniamo sul target. Conoscete il vostro pubblico? Quanto bene? Come fate a saperlo? Questi sono i quesiti da risolvere per diventare dei Web Designer di successo. Un buon Web Designer sa quello che il pubblico sta cercando, anche se non è direttamente parte di quel pubblico, quindi non progetta per se stesso o per il proprio gusto personale ma per quello che il pubblico necessita.

Questo non vuol dire che dobbiamo progettare siti brutti, ma che dobbiamo realizzare siti prima di tutto intelligenti ai quali fare indossare un bel abito da sfoggiare in pubblico.

Conclusioni

I siti web non sono applicazioni, e non devono necessariamente essere trattati come loro. Tuttavia, dovremmo dare più importanza ai concetti che dobbiamo affrontare durante la progettazione.

Prestare più attenzione su come l'utente interagisce con un sito web, piuttosto che cercare una competizione creativa con altri designer. Mettere l'intelligenza all’interno del design, porta alla creazione di siti web più performanti.


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giovedì 21 novembre 2013

Gratis : Un Solo Click Tutti i Migliori Software al Mondo


In un solo click tutti

 i migliori software al mondo 

come:

 FLV Player, FLV Downloader, PDF Creator,

 Regclean, giocatore Browser, 

Grabit, New Player e molti altri.

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martedì 19 novembre 2013

Facebook: allarme privacy, è una bufala



Facebook: 

allarme privacy

 è una bufala

Tra gli status dei vostri amici vi sarà capitato di leggere un messaggio su una fantomatica “Graphic App” e sul rischio che comporterebbe per la privacy dei vostri contenuti. Non ci cascate, è la solita “catena di Sant’Antonio”. Ogni tanto, su Facebook, spunta un nuovo allarme. Gli allarmi spaventano, soprattutto quando sono legati alla privacy dei nostri contenuti, ma non sempre sono giustificati. Il messaggio che circola in questi giorni e che ti sarà probabilmente capitato di vedere tra gli status dei tuoi amici riguarda una nuova funzione del social network, che – in realtà – non è neanche ancora disponibile in Italia.

La panzana che gira

Ecco il testo che in tanti stanno diffondendo sulla loro bacheca: “Importante per i miei contatti.Chiedo un favore a coloro che stanno nella lista dei miei contatti di facebook. FB ha cambiato ancora una volta la sua configurazione della privacy! A causa della nuova “graphic app” qualunque persona in FB può vedere le tue foto, i tuoi “mi piace”, i tuoi commenti. Terrò questo messaggio sulla mia bacheca per due settimane e, per favore, una volta fatto ciò che ti chiedo qui di seguito, commenta “FATTO”. Quelli di voi che non facciano diventare privata la mia informazione nei confronti degli altri saranno cancellati dalla lista dei miei amici. Voglio tenere privati i miei rapporti con te. Voglio pubblicare foto di familiari e amici senza che gli estranei vi abbiano accesso; questo succede quando i miei amici cliccano “mi piace” o aggiungono commenti: automaticamente i loro amici possono vedere anche i nostri messaggi. Purtroppo non possiamo cambiare noi stessi questa configurazione perché FB l’ha configurata così. Ma tu lo puoi fare! Dunque: colloca il puntatore del mouse sul mio nome, senza cliccare; apparirà una finestra. Ora muovi il mouse su “Amici”, sempre senza cliccare, poi clicca su “impostazioni” e apparirà una lista. Togli la spunta a “avvenimenti importanti” e “commenti a mi piace”. In questo modo, la mia attività tra me e i miei amici e familiari non diventerà pubblica. Infine copia e incolla questa nota sulla tua bacheca (copia-incolla, non condividere). Quando lo vedrò pubblicato sulla tua bacheca, farò la stessa operazione nei confronti del tuo profilo. Grazie”

 Perché è un falso

Il messaggio che avete appena letto è una traduzione - neanche perfetta - di un avviso fasullo in lingua inglese. La cosiddetta “graphic app” non esiste, ciò a cui si riferisce il termine è, con buona probabilità, la “Graph Search” (o, in italiano, “ricerca tra le connessioni”) che, per ora, è disponibile solo per chi usa facebook in inglese americano. Di cosa si tratta? È una funzione che permette di fare delle ricerche mirate tra i contenuti caricati sul social network. Come puoi leggere nella pagina relativa alla privacy della Graph Search se, ad esempio, cercherai “Foto di Tokyo”, tra i risultati ti appariranno le foto dei tuoi amici a Tokyo e condivise con te, nonché gli scatti di altri utenti, condivisi come “pubblici”.

A cosa si dovrà stare attenti

In generale possiamo stare abbastanza tranquilli: è sempre l’utente a decidere la visibilità dei propri contenuti e - quindi - a stabilire se farli vedere a tutti, solo ai propri amici o a nessuno (per vedere come fare vai sulla relativa pagina di Facebook). L’unica cosa a cui si dovrà stare attenti - quando si inizierà ad usare il “Graph Search” - è ciò che si pubblica sul diario di un’altra persona, perché in quel caso è quella persona a decidere la privacy della sua bacheca e - di conseguenza - del contenuto che voi avete postato.

 Istruzioni errate

Il messaggio che gira ultimamente non solo lancia un allarme ingiustificato, ma dà istruzioni scorrette: le operazioni indicate hanno come unico risultato quello di modificare le impostazioni relative a ciò che l’utente stesso vede nella sua bacheca, riferito a quel particolare amico. Se “togli la spunta a avvenimenti importanti e a commenti a mi piace”, come suggerito, sarai solo tu a non poter più vedere tra le tue notizie questi eventi relativi al tuo amico.

da -  http://www.altroconsumo.it/
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