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giovedì 20 dicembre 2012

il primo virus per computer


 Trent'anni fa il primo virus per computer Nato per scherzo, infettava i floppy degli Apple II e conobbe una grande diffusione.Se il primo Windows per computer IBM compatibili (che adottavano PC-DOS o MS-DOS) ha compiuto 25 anni nel 2011, il primo virus in assoluto che si è diffuso al di fuori dei laboratori è ancora più vecchio, e compie ora 30 anni. Si chiama Elk Cloner ed è stato scritto nel 1982 per i sistemi Apple II dall'allora quindicenne Rich Skrenta, che oggi è CEO della startup che sta dietro al motore di ricerca Blekko.

Tutto nacque come uno scherzo. All'epoca, gli appassionati di computer si scambiavano programmi tramite i floppy disk e Skrenta, affascinato dalla programmazione sin da quando gli era stato regalato il suo primo Apple II, si divertiva a inserire nei floppy degli amici alcuni scherzi.

Rapidamente, però, gli amici erano diventati diffidenti e Skrenta decise di trovare un sistema che gli permettesse di alterare il contenuto di un floppy senza che dovesse alterarli personalmente.

Nacque così l'idea di Elk Cloner, un programma che sarebbe rimasto residente nella RAM del computer in attesa che un disco venisse inserito e, quando questo fosse successo, si copiasse nel settore di boot del disco stesso. Skrenta impiegò due settimane per realizzare, in assembly, Elk Cloner, che di per sé era sostanzialmente innocuo: ogni cinquantesimo boot del computer faceva apparire una sorta di poesia scritta da Skrenta stesso.

«Funzionava magnificamente» - ha di recente dichiarato Skrenta, ricordando i tempi passati - «e si diffuse ovunque» anche perché allora non esistevano antivirus che potessero rivelarlo, sebbene un modo per accorgersi dell'infezione esistesse. «Elk Cloner generava un rumore quando il programma si avviava. Se un disco veniva infettato, lo si poteva sentire: se si inseriva un disco infetto in un Apple II, si poteva udire il fruscio della testina, una firma riconoscibile» spiega Skrenta.

Nonostante i decenni passati da allora, secondo il creatore di Elk Cloner la situazione non è affatto migliorata: se il virus del 1982 sfruttava un bug in uno dei software, ancora adesso un sistema operativo perfettamente sicuro non esiste. «L'industria degli antivirus mi intristisce» spiega Skrenta. «Dovremmo costruire sistemi più resistenti ai virus per computer anziché affidare le pulizie a un'industria multimilionaria».



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giovedì 13 dicembre 2012

Internet diventera' meno aperto, costoso e più lento

 
SVEGLIAMOCI
CI VOGLIONO SOLO COSI' 

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In questo momento a un incontro in ambito ONU a Dubai, regimi autoritari stanno facendo pressione affinché venga imposto un controllo assoluto da parte dei governi su internet utilizzando un trattato globale vincolante: internet potrebbe diventare meno aperto, più costoso e molto più lento. Abbiamo solo pochi giorni per fermarli.

Internet è stato un esempio incredibile di ridistribuzione del potere nelle mani dei cittadini: ci ha permesso di essere più connessi tra di noi e di avere uno spazio da cui parlare e fare pressione sui leader come mai nella storia. Tutto questo grazie al fatto che finora è stato governato dagli utenti e da organizzazioni no-profit invece che dai governi. Ma ora paesi come Russia, Cina e Emirati Arabi Uniti stanno cercando di riscrivere un importante trattato sulle telecomunicazioni chiamato ITR per mettere internet sotto il loro controllo: il web sarebbe modellato dagli interessi dei governi e non da noi, gli utenti. Tim Berners-Lee, uno dei "padri di internet," ha lanciato l'allarme sul rischio che ciò porti a un aumento della censura online e di invasione della nostra privacy. Ma se ci opporremo con un appello di massa dal basso, potremo dare una mano ai paesi che invece si oppongono a questo colpo di mano.

Abbiamo fermato attacchi come questo in passato e possiamo farlo di nuovo prima che il trattato venga blindato questa settimana. Un'ondata di opposizione ai nuovi trattati ITR sta già montando: firma la petizione per dire ai governi di togliere le loro mani da internet e poi gira questa email a tutti quelli che conosci. Non appena raggiungeremo 1 milione di firmatari, la consegneremo direttamente ai delegati a questo incontro riservatissimo:

http://www.avaaz.org/it/hands_off_our_internet_i/?bkBgnbb&v=20033

L'incontro per aggiornare le ITR (International Telecommunication Regulations) si svolge sotto l'egida di un'agenzia dell'ONU, l'International Telecommunications Union (ITU). In una situazione normale non meriterebbe una grossa attenzione ma Russia, Cina, Arabia Saudita e altri paesi stanno cercando di usare questo incontro per aumentare il controllo di internet da parte dei governi attraverso proposte che permetterebbero di scollegare utenti dalla rete gli utenti più facilmente, minacciare la loro privacy e legittimare il monitoraggio e il blocco del traffico, introducendo nuovi dazi per accedere ai contenuti online.

Ora non esiste un soggetto che regoli internet in modo centralizzato, ma al contrario varie organizzazioni no-profit lavorano insieme per gestire i diversi punti di vista tecnologici, commerciali e politici in modo che internet funzioni. Il modello attuale certamente non è senza difetti. Il dominio da parte degli USA e l'influenza delle aziende rende evidente la necessità di una riforma, ma i cambiamenti non dovrebbero essere dettati da agenzie di soli governi e senza alcuna trasparenza. Dovrebbero invece emergere da un processo dal basso aperto e trasparente: mettendo gli interessi degli utenti al centro.

L'ITU fa un lavoro estremamente importante: rende sostenibile economicamente l'accesso a internet da parte dei paesi poveri e permette la sicurezza della rete. Ma non è il luogo adatto a introdurre cambiamenti nel modo in cui internet funziona. Facciamo in modo che internet rimanga libero e governato nell'interesse pubblico e mostriamo all'ITU e al mondo che non staremo in silenzio di fronte a questo attacco. Clicca sotto per firmare e condividi questa email con tutti:

http://www.avaaz.org/it/hands_off_our_internet_i/?bkBgnbb&v=20033

I membri di Avaaz hanno lavorato insieme in passato per salvare il web e hanno vinto. Più di 3 milioni di noi hanno chiesto agli USA di uccidere una legge che avrebbe dato al governo la possibilità di chiudere qualsiasi sito, contribuendo a spingere la Casa Bianca a ritirare il suo sostegno. Nell'Ue, il Parlamento europeo ha risposto ai cittadini dopo che 2,8 milioni di noi hanno chiesto di lasciar cadere ACTA, ennesima minaccia alla rete libera. Insieme lo possiamo fare di nuovo.

Con speranza,

Pascal, Ian, Paul, Luca, Caroline, Ricken, Kya e il resto del team di Avaaz

ULTERIORI FONTI

WCIT 2012, l'Onu alla riforma del web. Google denuncia: "C'è rischio censura" (La Repubblica):
http://www.repubblica.it/tecnologia/2012/12/03/news/wcit_2012_l_onu_alla_riforma_del_web_google_denuncia_c_rischio_censura-47992263/

L'ITU vuole cambiare le regole del web? La Ue non ci sta e Google lancia la campagna Take Action (Il Sole 24 Ore):
http://www.ilsole24ore.com/art/tecnologie/2012-11-23/litu-vuole-cambiare-regole-113248.shtml?uuid=AbDn6c5G

ONU, conferenza ITU sotto attacco (Punto Informatico):
http://punto-informatico.it/3666945/PI/News/onu-conferenza-itu-sotto-attacco.aspx

A Dubai è battaglia sul futuro di internet (La Stampa):
http://www.lastampa.it/2012/12/03/blogs/web-notes/wcit-iniziata-a-dubai-la-conferenza-mondiale-sulle-telecomunicazioni-zMcs9SamDO3kEr8YQrEUZL/pagina.html

Un documento riservato mostra le mosse di Russia e Cina per conquistare internet (Wired):
http://daily.wired.it/news/internet/2012/12/10/documento-riservato-russia-cina-conquistare-internet.html

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mercoledì 5 dicembre 2012

..AMORE..: Primavera Araba, la rivoluzione al femminile

la rivoluzione al femminile

 

Primavera Araba, la rivoluzione al femminile

Quattro arabe danno vita ad un movimento per chiamare alla rivolta le donne. Tanti i messaggi che chiedono dignità, giustizia sociale e libertà.

 - Internet è diventato negli ultimi anni lo strumento giusto per dare visibilità alle problematiche sociali e per diffondere le proprie idee ...

 leggi tutto ...
..AMORE..: Primavera Araba, la rivoluzione al femminile:   Primavera Araba, la rivoluzione al femminile Quattro arabe danno vita ad un movimento per chiamare alla rivolta le do...

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martedì 4 dicembre 2012

Facebook : mi piace o non mi piace

E' così innocuo ckiccare MI PIACE su Facebook?
o è una scelta che può avere conseguenze anche per noi?

Facebook e l'Anima: mi piace o non mi piace?


Enorme lo sviluppo di Facebook che, sia pure condizionato in vari modi dai marpioni che lo hanno inventato, è comunque un grande strumento di comunicazione. Ma forse vale la pena di capirne meglio alcuni meccanismi. In particolare la strana questione del "mi piace".
Non è questo un meccanismo innocuo, ma il suo funzionamento è piuttosto sottile.
Quando riceviamo una nota inviata su Facebook, possiamo commentarla, cliccare "mi piace", e condividerla. Il modo più semplice per mostrare approvazione per la nota è quello più istintivo, che dice "mi piace". Un alto numero di "mi piace" esprime il fatto che una nota ha una certa popolarità. E quindi, se concordiamo con quello che viene scritto, con una immagine o con un filmato, diciamo facilmente "mi piace", come ad attribuirle davanti a tutti validità e credibilità
Poi accade che in molti ci sentiamo a disagio quando nella nota o nell'immagine c'è qualcosa di molto negativo, perché noi vorremmo solo dire che concordiamo con il fatto che la nota metta in evidenza un certo aspetto negativo della realtà. Ma questo non significa che quel fatto negativo "ci piace". Anzi non ci piace per niente.

Ma allora perché continuare ad adoperare questo inadeguato "mi piace"? Non si poteva adoperare: sono d'accordo, condivido, concordo o altro?
Cerchiamo di approfondire alcuni aspetti:
Se potessi cliccare su un tasto che dice sono d'accordo, condivido, concordo... metterei in gioco alcune parti dell'anima o psiche, che sono di tipo superiore, e che sono il frutto di una elaborazione interiore di un qualche tipo. Della quale in qualche modo diventiamo consapevoli e responsabili.
Il meccanismo "mi piace" o "non mi piace" è invece una reazione, un risposta che sorge spontaneamente in noi ogni volta che entriamo in relazione con un qualcosa che si presenta alla nostra attenzione.
Per ogni cosa che entra nella mia vita, sorge un "mi piace" o "non mi piace" automatico. Del sorgere di questa sensazione di piacere o dispiacere noi non siamo responsabili.
Secondo la scienza spirituale noi non siamo responsabili della sensazione di piacere o dispiacere che ci sorge dentro, ma lo siamo di cosa poi facciamo di quella sensazione: questo coinvolge la nostra coscienza.
E da questo lavoro di elaborazione fatto dalla nostra coscienza viene fuori che non tutto quello che ci piace è bene per noi e per le persone, gli esseri e l'ambiente intorno a noi. Ed anche che non tutto quello che non ci piace è necessariamente negativo. Solo un lavoro fatto dalla nostra coscienza, proprio in qualche modo superando e usando il meccanismo spontaneo, ci consente poi di comprendere meglio la realtà e di decidere su cosa fare in modo consapevole.
Se invece di fare questo lavoro ci lasciamo andare alla sensazione iniziale di mi piace o non mi piace, non facciamo altro che far crescere in noi delle aree della nostra psiche che rafforzano l'inconsapevolezza cieca a sfavore della crescita della nostra coscienza.
In qualche modo il tasto mi piace su FB entra sottilmente in questo meccanismo. E lo fa in modo differenziato a seconda del livello di consapevolezza di chi deve scegliere se usarlo e come.
Chi è sufficientemente maturo usa su FB il tasto “mi piace” solo se ha fatto una qualche elaborazione consapevole. Ma se siamo ancora in una fase immatura, o siamo distratti e non particolarmente centrati e dominati dalla "pancia", tendiamo a cliccare sul "mi piace" sulla base della nostra prima reazione emotiva.
E questo non fa altro che rafforzare la nostra parte scarsamente consapevole, legata a sensazioni grezze ed ancora non elaborate.
Quello che avviene ora è che se, ad esempio, un blogger vuole avere grandi risultati, che può "vendere" anche come pubblicità, basta giocare sui sentimenti bassi e forti di chi legge, ed eccitarli con note studiate apposta. In tutti i campi.
Limitandoci alla politica ed all'economia, basta fare attacchi forti a ladri, poteri finanziari, a multinazionali ed eserciti, evitando qualsiasi aspetto positivo sul come impegnarsi per fare del bene, per avere una valanga di "mi piace", accompagnati da lunghissime liste di commenti pieni di turpiloquio grondante odio... Dei “mi piace” che in fondo dicono: "Mi piace il fatto che non mi piace". " Mi piace il fatto che odio queste cose".
Non diciamo che non bisognerebbe indignarsi per quello che non va - che è tanto e che va denunciato chiaramente. Ma pensiamo sia utile sottolineare che si può finire per accentuare l'indignazione trasformandola in onda di odio, evitando quell'esercizio della coscienza che vorrebbe lavorare per trasformare quello che non va in stimolo a fare bene.
Compiacersi del fatto di odiare, fa crescere in noi la componente non amorosa, non consapevole.
Le grandi forze anticoscienza che sono spesso dietro a questi grandi fenomeni sono favorevoli allo sviluppo di ondate di odio per vari motivi:
perché portano all'inazione (perchè esauriamo in quel sentimento molte energie, perchè l'odio ci compiace dando la responsabilità di quello che non va ad altri, e perchè suscitano in noi la sensazione che contro questi terribili e potenti cattivi non si può fare null'altro che odiare), e perché l'odio tiene bloccata la crescita della coscienza. Che si sviluppa unendo l'amore costruttivo ai nostri pensieri.
E poi perchè la nostra parte non cosciente è anche quella più facilmente manipolabile... Basta guidarci verso certe direzioni contando sulla nostra reazione emotiva, non riflessiva e non cosciente, ed il gioco è fatto...
Una volta si chiamavano "strategie per il controllo delle masse"...
Come per tutto quello che ci viene incontro nel web, anche per Facebook vale il criterio che può essere un validissimo strumento di crescita e di comunicazione, ma anche un amplificatore dei nostri sentimenti più bassi. Dipende da quale parte di noi lo usa: la coscienza... o la "pancia"...
Facciamone un grande strumento di crescita!
Detto questo, mi raccomando: continuate "consapevolmente" a cliccare "mi piace" sugli articoli di Coscienzeirete.... :)

Scritto da  Fausto Carotenuto 
 DA:
 http://coscienzeinrete.net/spiritualita/item/944-facebook-e-l-anima-mi-piace-o-non-mi-piace

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-  leggi anche http://cipiri.blogspot.it/2012/10/accesso-ai-profili-facebook.html

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lunedì 3 dicembre 2012

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domenica 2 dicembre 2012

Iphone5


iPhone 5 ha un display Retina da 4", un potente chip A6, una fotocamera iSight da 8 megapixel con funzione panorama, wireless ultraveloce, iOS 6 e iCloud. Eppure è l’iPhone più sottile e leggero di sempre.

Caratteristiche tecniche:
Display Retina da 4''
Wireless ultraveloce
Chip A6
Fotocamera iSight da 8 megapixel con funzione panorama
Registrazione video HD a 1080p
Siri, l’assistente intelligente
Videochiamate FaceTime1
Nuovi auricolari Apple EarPods
Oltre 700.000 app sull’App Store2
iOS 6: l’OS mobile più evoluto al mondo
iCloud: i tuoi contenuti, su tutti i tuoi dispositivi

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venerdì 30 novembre 2012

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La Società Eimimo

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mercoledì 28 novembre 2012

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martedì 27 novembre 2012

Coltan e le multinazionali dell'elettronica


Il cannibalismo delle multinazionali dell'elettronica

Quello avvenuto in Congo e Rwanda può essere considerato il più grande olocausto della storia, taciuto al mondo e alla storia, perpetrato dalle grandi multinazionali dell'elettronica. Società come Motorola, Nokia, Siemens, Samsung, Acer, IBM, HP, e dunque tutte le compagnie che fanno uso di minerali rari e semiconduttori, hanno sostenuto e fi
nanziato un etnocidio di oltre 8 milioni di morti nell'Africa centro-occidentale. Le Nazioni Unite si sono macchiate dei crimini efferati della più bassa leva colonialista compiute in queste terre, allo scopo di garantire i contratti miliardari delle corporation, per lo sfruttamento di oro, diamanti e coltan, risorsa strategica per l'industria Hi-Tec. I caschi blu, i commissari e le organizzazioni non governative hanno assistito agli atroci crimini commessi da contractor e dai ribelli finanziati dalle lobbies occidentali nei confronti di civili inermi.

I bambini congolesi nelle miniere di coltan
La follia generale che si è scatenata dopo la caduta del muro di Berlino, con la creazione di centinaia di eserciti privati di mercenari dispiegati nelle aree sensibili per le concessioni ottenute, ha reso necessaria l'istituzioni di tribunali ad hoc, legittimati a livello internazionale dal Consiglio di Sicurezza dell'ONU. Tutte le grandi potenze erano in qualche modo coinvolte e ricattate per gli interessi che vantavano nelle ricche aree del continente africano. E' stato così creato il cosiddetto Tribunale Penale Internazionale per il Rwanda (ICTR), una fantomatica istituzione giuridica costituita da giudici e procuratori ricattati. Simbolo della corruzione della Corte dell'Aja per i presunti del "genocidio ruandese" è stata Carla Del Ponte - che ha poi ereditato la toga di procuratore del Tribunale per la ex Jugoslavia (ICTY). Come spiegato già in passato dalla Etleboro, la Del Ponte doveva garantire il sistema bancario e bloccare il denaro trasferito nelle banche estere a nome dei dittatori che si sono di volta in volta succeduti, e detronizzati non appena venivano meno agli accordi di concessione pattuiti.

Coltan 

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Le miniere di coltan in Congo
Tra Congo e Rwanda si protrae ormai da vent'anni una guerra umanitaria, che ha lo scopo di tutelare i contratti di concessione delle miniere, in particolare di coltan e di minerali per la produzione di semi-conduttori. Alla base del conflitto vi è uno storico accordo non scritto, secondo il quale il Congo, colonia belga di Leopoldo II il cui controllo è stato conservato dalla famiglia reale, è tenuto a consegnare al Rwanda - sotto il controllo degli Stati Uniti - i quantitativi di coltan concordati. Tale accordo deve essere onorato dai regimi che si alternano a Kinshasa, che hanno così la possibilità di arricchirsi e di veder tutelata la loro posizione dagli attacchi ruandesi. Questo precario equilibrio si rompe nel momento in cui si incrinano i rapporti e si rimettono in discussione gli accordi presi. Le forze occidentali cominciano così ad armare i ribelli dell'M13 che invadono il Congo diffondendo distruzione, panico e omicidi. I villaggi congolesi sono divenuti capitale mondiale dello stupro, dopo che nel corso di questi 10 anni ne sono stati compiuti più di 2 milioni. Oggi la storia si ripete, scoppia di nuovo l'emergenza in Congo, dopo che le grandi società cinesi sono giunte in Africa offrendo contratti a condizioni più vantaggiose e mettendo sul tavolo valigie di contanti. La reazione americana non è tardata ad arrivare, rimettendo in moto la macchina della violenza più brutale e volgare, in una inconcepibile schizofrenia generale.

Il bacino del fiume Congo e le centrali Inga
Da non sottovalutare, inoltre, la questione energetica, in quanto il continente africano costituisce un'immensa riserva di energia rinnovabile, prodotta attraverso parchi fotovoltaici, eolici e immense dighe, come più evidenziato in precedenza dalla Etleboro (vedi Progetto Desertec). Il più grande sistema idroelettrico del mondo si trova proprio sul fiume Congo, ed è quello del Grande Inga (Inga I di 351 MW, e Inga II di 1.424 MW, in progetto Inga III di 3500 MW), dal quale dovrebbe diramarsi una rete di interconnessione elettrica estesa sino in Costa d'Avorio, Marocco ed Egitto, per giungere sino al continente europeo. Come si può notare, Congo - come tutta l'Africa - sta per divenire la frontiera energetica del futuro, per la quale sarà combattuta una guerra ancor più sanguinosa di quelle sinora conosciute, aggravate dall'estrema povertà e dalle malattie.

Quanto più andrà avanti questa crisi economica europea, tanto più violenta sarà la risposta delle multinazionali dinanzi alla debolezza e all'impotenza degli Stati. La loro azione viene costantemente coperta e vigilata dai media, scortati da ONG sovranazionali, a loro volta legittimate dalle Nazioni Unite. Il monopolio dei signori della guerra viene a sua volta garantito dalle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza che comminano embarghi e sanzioni, per poi istituire i tribunali ad hoc per i vincitori. Da questo punto di vista, la guerra al terrorismo più giustificata, dovrebbe essere quella al "Palazzo di vetro", occupato da assassini ben vestiti e griffati, da personale diplomatico corrotto e depravato, da ricattati e ricattatori, la cui unica funzione è mantenere l'equilibrio della guerra perpetua contro i più deboli. Il premio Nobel per la pace, Barack Obama, avrebbe dovuto lottare contro questo sistema, non alimentarlo incendiando l'Africa, a cominciare dalle cosiddette Primavere arabe. Se tutto quello che viviamo è una grande farsa per mantenere il popolo nell'ignoranza, ci vorrebbe un po' di onestà intellettuale e non far gravare il costo della pace dell'ONU sui cittadini, inconsapevoli di essere i contribuenti di un'associazione a delinquere. C'è da chiedersi perché la Commissione delle Nazioni Unite, che doveva indagare sui crimini associati all'estrazione del coltan, ha insabbiato tutto, chiudendo la questione con l'affermazione: "Le multinazionali interrogate affermano che il coltan utilizzato dalle loro industrie non proviene da zone in conflitto".

Una trovata geniale che supera ogni immaginazione del più elementare complottismo, ed offende la dignità degli operai e della gente di buona civiltà, che compra i loro prodotti all'insaputa di tutto questo. Ma ancor più criminale è l'indifferenza dei nostri politici che dovrebbero essere dei sovrani guardiani delle vite dei cittadini, ed hanno preferito spendersi per le "Pussy riot", condannando la Russia. BBC, CNN e Al Jazeera ci hanno dipinto come "angeliche attiviste" delle esibizioniste che si divertivano a fare orge in pubblico, in metrò e musei. Non dimentichiamo poi i nostri "eroi medagliati", che si fanno grandi davanti alle telecamere, disegnando scenari apocalittici e previsioni di crisi, senza sapere di essere loro i piromani dei conflitti. Per trenta denari sono disposti a recitare questo copione pur di rimanere a galla.

 http://etleboro.blogspot.it/2012/11/il-cannibalismo-delle-multinazionali.html
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