Facebook, perché la foto profilo ha i colori dell’arcobaleno
e perché gli utenti la stanno cambiando?
Ventisei milioni di utenti , nel giro di pochi giorni, hanno inserito un filtro arcobaleno sulla loro immagine di profilo Facebook, sicuramente ve ne sarete accorti.
Grazie a questa gigantesca "indagine di mercato", Facebook può raccogliere dati sui gusti politici e sociali di milioni di persone di tutto il pianeta. e certamente aziende e governi spenderanno bei soldoni per conoscerne i risultati…
In seguito alla decisione della Corte Suprema di legalizzare i matrimoni gay, Facebook ha deciso di celebrare l'evento permettendo agli utenti di personalizzare il proprio avatar con i colori simbolo dell'orgoglio LGBT. Una bandiera arcobaleno che da ormai quarant'anni accompagna la comunità omosessuale. Ma cosa significa davvero?
Lo scorso venerdì la sentenza della Corte Suprema statunitense ha stabilito, con una maggioranza di 5 contro 4, che il matrimonio è un diritto garantito dalla Costituzione anche per le coppie gay: ciò vuol dire che tutti gli Stati della federazione dovranno consentire a due persone dello stesso sesso di sposarsi e riconoscere i matrimoni omosessuali contratti in qualsiasi parte degli USA. Nelle ore successive, molte aziende hanno appoggiato la decisione, modificando i propri loghi con i colori dell'arcobaleno o pubblicando messaggi di supporto. Anche Facebook ha partecipato alle celebrazioni, permettendo agli utenti di personalizzare il proprio avatar con i colori simbolo dell'orgoglio LGBT.
Nelle ultime ore, però, alcuni ricercatori hanno cominciato ad avanzare l'ipotesi che l'iniziativa di Facebook faccia parte di un esperimento più esteso, come suggerisce anche il The Atlantic. La funzione è stata sviluppata da due stagisti nel corso di una recente hackaton – una sorta di maratona di sviluppo dove vengono create applicazioni o servizi in meno di 72 ore – e immediatamente diventata popolare tra i dipendenti dell'azienda. Subito dopo la decisione della Corte Suprema, Facebook ha deciso di renderla disponibile per tutti gli utenti. Secondo l'azienda, più di un milione di account hanno modificato la propria immagine di profilo, in una celebrazione globale seconda solo a quella del 2013, quando 3 milioni di persone hanno inserito il simbolo dell'uguaglianza all'interno del proprio avatar. Una mobilitazione accompagnata anche dalla crescente partecipazione all'interno dei gruppi LGBT presenti in Facebook,
più che raddoppiata dal 2008 ad oggi.
Innanzitutto: perché un arcobaleno? Da anni vediamo associare una bandiera composta da 6 strisce colorate alla comunità LGBT e ai vari Gay Pride che si svolgono in tutto il mondo. È stata inventata negli anni '70 da un attivista per i diritti della comunità gay, Gilbert Baker: appassionato di cucito, il giovane si impose di trovare un simbolo diverso da quello utilizzato fino ad allora, un triangolo rosa ricordo di quello fatto indossare agli omosessuali in periodo nazista. Così, partendo dall'idea delle strisce della bandiera americana, nacque quella che oggi chiamiamo Gay Pride Flag. Al tempo, però, il significato dei colori era particolare: caratterizzava, per esempio, le medaglie ricevute dai veterani della prima guerra mondiale, ma indicava anche l'arcobaleno che Dio inviò a Noè negli eventi narrati dalla Bibbia. Secondo molti, l'idea di utilizzare i colori dell'arcobaleno arrivò dall'attrice Judy Garland, una delle prime icone della comunità LGBT conosciuta per il ruolo di Dorothy ne Il Mago di Oz, la cui canzone più famosa è proprio Somewhere Over the Rainbow. La bandiera – che al tempo aveva 8 strisce e non le 6 attuali –
fu utilizzata per la prima volta in una manifestazione il 25 giugno 1978.
Lo scorso venerdì la sentenza della Corte Suprema statunitense ha stabilito, con una maggioranza di 5 contro 4, che il matrimonio è un diritto garantito dalla Costituzione anche per le coppie gay: ciò vuol dire che tutti gli Stati della federazione dovranno consentire a due persone dello stesso sesso di sposarsi e riconoscere i matrimoni omosessuali contratti in qualsiasi parte degli USA. Nelle ore successive, molte aziende hanno appoggiato la decisione, modificando i propri loghi con i colori dell'arcobaleno o pubblicando messaggi di supporto. Anche Facebook ha partecipato alle celebrazioni, permettendo agli utenti di personalizzare il proprio avatar con i colori simbolo dell'orgoglio LGBT.
Nelle ultime ore, però, alcuni ricercatori hanno cominciato ad avanzare l'ipotesi che l'iniziativa di Facebook faccia parte di un esperimento più esteso, come suggerisce anche il The Atlantic. La funzione è stata sviluppata da due stagisti nel corso di una recente hackaton – una sorta di maratona di sviluppo dove vengono create applicazioni o servizi in meno di 72 ore – e immediatamente diventata popolare tra i dipendenti dell'azienda. Subito dopo la decisione della Corte Suprema, Facebook ha deciso di renderla disponibile per tutti gli utenti. Secondo l'azienda, più di un milione di account hanno modificato la propria immagine di profilo, in una celebrazione globale seconda solo a quella del 2013, quando 3 milioni di persone hanno inserito il simbolo dell'uguaglianza all'interno del proprio avatar. Una mobilitazione accompagnata anche dalla crescente partecipazione all'interno dei gruppi LGBT presenti in Facebook, più che raddoppiata dal 2008 ad oggi.
Innanzitutto: perché un arcobaleno? Da anni vediamo associare una bandiera composta da 6 strisce colorate alla comunità LGBT e ai vari Gay Pride che si svolgono in tutto il mondo. È stata inventata negli anni '70 da un attivista per i diritti della comunità gay, Gilbert Baker: appassionato di cucito, il giovane si impose di trovare un simbolo diverso da quello utilizzato fino ad allora, un triangolo rosa ricordo di quello fatto indossare agli omosessuali in periodo nazista. Così, partendo dall'idea delle strisce della bandiera americana, nacque quella che oggi chiamiamo Gay Pride Flag. Al tempo, però, il significato dei colori era particolare: caratterizzava, per esempio, le medaglie ricevute dai veterani della prima guerra mondiale, ma indicava anche l'arcobaleno che Dio inviò a Noè negli eventi narrati dalla Bibbia. Secondo molti, l'idea di utilizzare i colori dell'arcobaleno arrivò dall'attrice Judy Garland, una delle prime icone della comunità LGBT conosciuta per il ruolo di Dorothy ne Il Mago di Oz, la cui canzone più famosa è proprio Somewhere Over the Rainbow.
La bandiera – che al tempo aveva 8 strisce e non le 6 attuali – fu utilizzata per la prima volta in una manifestazione il 25 giugno 1978.
Così arriviamo all'iniziativa di Facebook. L'idea che faccia tutto parte di un esperimento è sostenuta dal fatto che, in effetti, il social network abbia più volte sperimentato con il comportamento degli utenti. In particolare, negli ultimi anni molti esperti hanno studiato l'impatto che il cambio di avatar in favore di un determinato evento può avere sul mondo politico e sul proprio network virtuale. Alcuni, per esempio, sottolineano come mostrare supporto per la causa LGBT possa esporre gli utenti ad eventuali rischi: da discussioni con i conoscenti che non la pensano allo stesso modo a minacce ben più gravi. Un elemento tristemente presente anche in Italia: un giovane sacerdote di un paesino del leccese, per esempio, ha dichiarato pubblicamente che "tutti quei parrocchiani che coloreranno le foto arcobaleno a sostegno delle organizzazioni LGBT non avranno da me certificato-battesimo per fare padrini e madrine e non avranno incarichi come educatore catechista o responsabile di associazione ecclesiale con finalità educativa, perchè in netto contrasto con il Santo Vangelo".
Una ripercussione effettiva sul mondo reale, quindi, c'è. Anche per un'azione "banale" come il cambio di avatar. Una decisione che, peraltro, avviene più facilmente se nella nostra cerchia di amici molti contatti hanno già aderito, cambiando l'immagine con i colori dell'arcobaleno. Lo dimostra, per esempio, una ricerca svolta da Doug McAdam nel 1964 sulle proteste di oltre 70 college americani che culminarono con tre omicidi e diverse centinaia di arresti. Quando McAdam analizzò la lista dei partecipanti, scoprì che molti di essi facevano parte delle stesse cerchie di amicizie. Lo steso concetto è applicabile nell'epoca dei social network: gli utenti sono più propensi ad effettuare azioni di "protesta" come la modifica dell'avatar se i loro contatti lo hanno già fatto. Insomma, questa decisione si diffonde in maniera diversa rispetto a quella che ci porta a postare la foto di un gattino
.
Quindi la funzionalità pubblicata da Facebook
fa parte di un esperimento?
Probabilmente no. A differenza di sperimentazioni precedenti, infatti, tutti gli utenti hanno avuto accesso alla funzione: in passato, invece, veniva selezionato solo un piccolo gruppo di persone. Detto questo, non è impossibile che in futuro l'azienda decida di utilizzare i dati raccolti in questi giorni, anche solo per analizzare il differente livello di rischio derivante dal supportare attivamente i matrimoni gay nel 2013 e nel 2015. E rispondere, in questo modo, alla domanda che attanaglia i ricercatori: il coraggio di mostrare il supporto per qualcosa – anche se virtualmente – ha un effetto sul nostro network di conoscenze?
Forse la bandiera arcobaleno li aiuterà a trovare una risposta.
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http://cipiri4.blogspot.it/2015/06/piu-like-su-facebook.html
Quante volte ti sarai chiesto:
ma come faccio ad avere più mi piace o più commenti
e quindi più interazione quando pubblico un post su Facebook?
Quando pubblichiamo un post, una foto, un video su Facebook lo facciamo per comunicare qualcosa agli altri, vogliamo far sentire la nostra voce.
Quando compiamo queste azioni non vogliamo rimanere invisibili ma desideriamo essere ascoltati e...
http://cipiri4.blogspot.it/2015/06/piu-like-su-facebook.html
Abbiamo creato un App
e perché gli utenti la stanno cambiando?
Ventisei milioni di utenti , nel giro di pochi giorni, hanno inserito un filtro arcobaleno sulla loro immagine di profilo Facebook, sicuramente ve ne sarete accorti.
Grazie a questa gigantesca "indagine di mercato", Facebook può raccogliere dati sui gusti politici e sociali di milioni di persone di tutto il pianeta. e certamente aziende e governi spenderanno bei soldoni per conoscerne i risultati…
In seguito alla decisione della Corte Suprema di legalizzare i matrimoni gay, Facebook ha deciso di celebrare l'evento permettendo agli utenti di personalizzare il proprio avatar con i colori simbolo dell'orgoglio LGBT. Una bandiera arcobaleno che da ormai quarant'anni accompagna la comunità omosessuale. Ma cosa significa davvero?
Lo scorso venerdì la sentenza della Corte Suprema statunitense ha stabilito, con una maggioranza di 5 contro 4, che il matrimonio è un diritto garantito dalla Costituzione anche per le coppie gay: ciò vuol dire che tutti gli Stati della federazione dovranno consentire a due persone dello stesso sesso di sposarsi e riconoscere i matrimoni omosessuali contratti in qualsiasi parte degli USA. Nelle ore successive, molte aziende hanno appoggiato la decisione, modificando i propri loghi con i colori dell'arcobaleno o pubblicando messaggi di supporto. Anche Facebook ha partecipato alle celebrazioni, permettendo agli utenti di personalizzare il proprio avatar con i colori simbolo dell'orgoglio LGBT.
Nelle ultime ore, però, alcuni ricercatori hanno cominciato ad avanzare l'ipotesi che l'iniziativa di Facebook faccia parte di un esperimento più esteso, come suggerisce anche il The Atlantic. La funzione è stata sviluppata da due stagisti nel corso di una recente hackaton – una sorta di maratona di sviluppo dove vengono create applicazioni o servizi in meno di 72 ore – e immediatamente diventata popolare tra i dipendenti dell'azienda. Subito dopo la decisione della Corte Suprema, Facebook ha deciso di renderla disponibile per tutti gli utenti. Secondo l'azienda, più di un milione di account hanno modificato la propria immagine di profilo, in una celebrazione globale seconda solo a quella del 2013, quando 3 milioni di persone hanno inserito il simbolo dell'uguaglianza all'interno del proprio avatar. Una mobilitazione accompagnata anche dalla crescente partecipazione all'interno dei gruppi LGBT presenti in Facebook,
più che raddoppiata dal 2008 ad oggi.
Innanzitutto: perché un arcobaleno? Da anni vediamo associare una bandiera composta da 6 strisce colorate alla comunità LGBT e ai vari Gay Pride che si svolgono in tutto il mondo. È stata inventata negli anni '70 da un attivista per i diritti della comunità gay, Gilbert Baker: appassionato di cucito, il giovane si impose di trovare un simbolo diverso da quello utilizzato fino ad allora, un triangolo rosa ricordo di quello fatto indossare agli omosessuali in periodo nazista. Così, partendo dall'idea delle strisce della bandiera americana, nacque quella che oggi chiamiamo Gay Pride Flag. Al tempo, però, il significato dei colori era particolare: caratterizzava, per esempio, le medaglie ricevute dai veterani della prima guerra mondiale, ma indicava anche l'arcobaleno che Dio inviò a Noè negli eventi narrati dalla Bibbia. Secondo molti, l'idea di utilizzare i colori dell'arcobaleno arrivò dall'attrice Judy Garland, una delle prime icone della comunità LGBT conosciuta per il ruolo di Dorothy ne Il Mago di Oz, la cui canzone più famosa è proprio Somewhere Over the Rainbow. La bandiera – che al tempo aveva 8 strisce e non le 6 attuali –
fu utilizzata per la prima volta in una manifestazione il 25 giugno 1978.
Lo scorso venerdì la sentenza della Corte Suprema statunitense ha stabilito, con una maggioranza di 5 contro 4, che il matrimonio è un diritto garantito dalla Costituzione anche per le coppie gay: ciò vuol dire che tutti gli Stati della federazione dovranno consentire a due persone dello stesso sesso di sposarsi e riconoscere i matrimoni omosessuali contratti in qualsiasi parte degli USA. Nelle ore successive, molte aziende hanno appoggiato la decisione, modificando i propri loghi con i colori dell'arcobaleno o pubblicando messaggi di supporto. Anche Facebook ha partecipato alle celebrazioni, permettendo agli utenti di personalizzare il proprio avatar con i colori simbolo dell'orgoglio LGBT.
Nelle ultime ore, però, alcuni ricercatori hanno cominciato ad avanzare l'ipotesi che l'iniziativa di Facebook faccia parte di un esperimento più esteso, come suggerisce anche il The Atlantic. La funzione è stata sviluppata da due stagisti nel corso di una recente hackaton – una sorta di maratona di sviluppo dove vengono create applicazioni o servizi in meno di 72 ore – e immediatamente diventata popolare tra i dipendenti dell'azienda. Subito dopo la decisione della Corte Suprema, Facebook ha deciso di renderla disponibile per tutti gli utenti. Secondo l'azienda, più di un milione di account hanno modificato la propria immagine di profilo, in una celebrazione globale seconda solo a quella del 2013, quando 3 milioni di persone hanno inserito il simbolo dell'uguaglianza all'interno del proprio avatar. Una mobilitazione accompagnata anche dalla crescente partecipazione all'interno dei gruppi LGBT presenti in Facebook, più che raddoppiata dal 2008 ad oggi.
Innanzitutto: perché un arcobaleno? Da anni vediamo associare una bandiera composta da 6 strisce colorate alla comunità LGBT e ai vari Gay Pride che si svolgono in tutto il mondo. È stata inventata negli anni '70 da un attivista per i diritti della comunità gay, Gilbert Baker: appassionato di cucito, il giovane si impose di trovare un simbolo diverso da quello utilizzato fino ad allora, un triangolo rosa ricordo di quello fatto indossare agli omosessuali in periodo nazista. Così, partendo dall'idea delle strisce della bandiera americana, nacque quella che oggi chiamiamo Gay Pride Flag. Al tempo, però, il significato dei colori era particolare: caratterizzava, per esempio, le medaglie ricevute dai veterani della prima guerra mondiale, ma indicava anche l'arcobaleno che Dio inviò a Noè negli eventi narrati dalla Bibbia. Secondo molti, l'idea di utilizzare i colori dell'arcobaleno arrivò dall'attrice Judy Garland, una delle prime icone della comunità LGBT conosciuta per il ruolo di Dorothy ne Il Mago di Oz, la cui canzone più famosa è proprio Somewhere Over the Rainbow.
La bandiera – che al tempo aveva 8 strisce e non le 6 attuali – fu utilizzata per la prima volta in una manifestazione il 25 giugno 1978.
Così arriviamo all'iniziativa di Facebook. L'idea che faccia tutto parte di un esperimento è sostenuta dal fatto che, in effetti, il social network abbia più volte sperimentato con il comportamento degli utenti. In particolare, negli ultimi anni molti esperti hanno studiato l'impatto che il cambio di avatar in favore di un determinato evento può avere sul mondo politico e sul proprio network virtuale. Alcuni, per esempio, sottolineano come mostrare supporto per la causa LGBT possa esporre gli utenti ad eventuali rischi: da discussioni con i conoscenti che non la pensano allo stesso modo a minacce ben più gravi. Un elemento tristemente presente anche in Italia: un giovane sacerdote di un paesino del leccese, per esempio, ha dichiarato pubblicamente che "tutti quei parrocchiani che coloreranno le foto arcobaleno a sostegno delle organizzazioni LGBT non avranno da me certificato-battesimo per fare padrini e madrine e non avranno incarichi come educatore catechista o responsabile di associazione ecclesiale con finalità educativa, perchè in netto contrasto con il Santo Vangelo".
Una ripercussione effettiva sul mondo reale, quindi, c'è. Anche per un'azione "banale" come il cambio di avatar. Una decisione che, peraltro, avviene più facilmente se nella nostra cerchia di amici molti contatti hanno già aderito, cambiando l'immagine con i colori dell'arcobaleno. Lo dimostra, per esempio, una ricerca svolta da Doug McAdam nel 1964 sulle proteste di oltre 70 college americani che culminarono con tre omicidi e diverse centinaia di arresti. Quando McAdam analizzò la lista dei partecipanti, scoprì che molti di essi facevano parte delle stesse cerchie di amicizie. Lo steso concetto è applicabile nell'epoca dei social network: gli utenti sono più propensi ad effettuare azioni di "protesta" come la modifica dell'avatar se i loro contatti lo hanno già fatto. Insomma, questa decisione si diffonde in maniera diversa rispetto a quella che ci porta a postare la foto di un gattino
.
Quindi la funzionalità pubblicata da Facebook
fa parte di un esperimento?
Probabilmente no. A differenza di sperimentazioni precedenti, infatti, tutti gli utenti hanno avuto accesso alla funzione: in passato, invece, veniva selezionato solo un piccolo gruppo di persone. Detto questo, non è impossibile che in futuro l'azienda decida di utilizzare i dati raccolti in questi giorni, anche solo per analizzare il differente livello di rischio derivante dal supportare attivamente i matrimoni gay nel 2013 e nel 2015. E rispondere, in questo modo, alla domanda che attanaglia i ricercatori: il coraggio di mostrare il supporto per qualcosa – anche se virtualmente – ha un effetto sul nostro network di conoscenze?
Forse la bandiera arcobaleno li aiuterà a trovare una risposta.
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Quante volte ti sarai chiesto:
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e quindi più interazione quando pubblico un post su Facebook?
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