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domenica 11 settembre 2016

Network Marketing : Grande Illusione di Guadagno


Il Network Marketing e la Grande Illusione di Guadagno

Oggi vorrei rispondere una volta per tutte ad una delle domande più frequenti che mi vengono poste sul network marketing, cioè se si tratta di un'attività legale , di una truffa, quanto si guadagna e se bisogna o meno aderire a questi metodi per fare soldi.

In questo articolo parleremo di leggi, ma anche di morale ed eticità, con esempi reali, tratti da 
esperienze che ho vissuto in prima persona, quando ho partecipato ad un incontro presso la sede di una compagnia che tratta questo tipo di business, uscendone quantomeno sconcertato.

Inquadriamo bene il concetto

Questo tipo di business negli anni ha assunto diverse forme e appellativi, oggi tutti lo chiamano Network Marketing, ma qualche anno fa era molto più famoso con il nome di Multi Level Marketing (MLM) e ancora prima con Catena di S. Antonio o Schema Piramidale. Chiunque cerchi di convincerci che ci sia una differenza sostanziale tra questi sistemi lo fa per trarci in inganno, perché sono tutti la stessa identica cosa, solo che vengono via via presentati in modo differente, per renderli sempre più appetibili 
ed ingannevoli. Di recente ho anche sentito parlare di Fondi Multilevel e PR Online.

Il sistema funziona in questo modo: si aderisce ad un'azienda che tratta il Network Marketing e solitamente si deve partecipare ad un corso (quasi sempre a pagamento), acquistare un kit di partenza e/o una licenza identificativa. Tipicamente il kit consiste in un certo quantitativo di prodotti che dobbiamo vendere e il corso ci insegna le basi per entrare nel business, cioè le abilità più comuni che un venditore deve avere. Il tutto quindi inizia con una spesa che dobbiamo sostenere in prima persona e, se abbiamo letto qualche articolo di questo blog, sappiamo bene che pagare per lavorare è la cosa più sbagliata che 
possiamo fare. Moltissime truffe si basano sul concetto di spillare soldi alle persone solo per permettere a queste di aderire al sistema.

Dopo aver pagato e acquistato un certo quantitativo di prodotti, che dobbiamo a nostra volta rivendere, siamo ufficialmente dei venditori indipendenti, con un bel numeretto di serie che ci identifica univocamente nella piramide. A questo punto dobbiamo trovare persone cui rifilare gli oggetti che abbiamo acquistato. Su ogni prodotto che vendiamo prendiamo una provvigione, lasciando una percentuale al venditore 
che ci ha convinti ad entrare nel meccanismo (spesso un amico o un parente). 

A nostra volta, se convinciamo qualcuno ad aderire al sistema, guadagneremo una percentuale sulle sue vendite. Chiamatelo come volete, ma questo è uno schema piramidale a tutti gli effetti.

E' legale?

La Legge sulla Disciplina della Vendita Diretta è molto chiara, solo che è precisa intenzione dei 
promotori del Network Marketing far credere che possa in qualche modo essere interpretata o che facendo Network Marketing in un certo modo, si agisca nella legalità. L'articolo 5 dice che:
Sono vietate la promozione e la realizzazione di attività e di strutture di vendita nelle quali l'incentivo economico primario dei componenti la struttura si fonda sul mero reclutamento di nuovi soggetti piuttosto che sulla loro capacità di vendere o promuovere la vendita di beni o servizi determinati direttamente o attraverso altri componenti la struttura.

Non credo che ci sia molto spazio per l'interpretazione: prendere delle persone e formarle per vendere un certo prodotto, guadagnando una percentuale dalle loro vendite, in Italia non è un'attività legale. Fine della storia.

Va tuttavia fatta una precisazione: se noi vendiamo un certo prodotto e al contempo reclutiamo delle persone che, vendendo, ci fanno guadagnare, fintanto che la nostra fonte di guadagno principale deriva dalla nostra attività di vendita diretta, allora ci sono gli estremi perché tutto questo sia legale, ma se ci limitiamo a reclutare persone e guadagnare sulle loro percentuali, allora siamo nell'illegalità.

Il fulcro del discorso è tutto qui, perché il Network Marketing promette di guadagnare tanto lavorando poco, cioè facendo lavorare gli altri, ma questo non è legale. Se operiamo nella legalità, cioè vendiamo molto in prima persona e guadagniamo anche qualcosina dall'attività degli altri, allora il sogno di fare soldi lavorando poco svanisce immediatamente, perchè un Multi Level Marketing affrontato in questo modo, non è diverso dal normale lavoro di rappresentante, figura professionale che mi risulta lavorare molto.

Quando (pagando) partecipiamo al corso di formazione iniziale che l'azienda di Network Marketing a cui abbiamo aderito promuove, ci viene chiaramente detto che il segreto di questo business sta tutto nel saper allargare la cerchia di clienti e promotori, ma se vogliamo rimanere nella legalità dobbiamo “principalmente” vendere in prima persona, cioè darci da fare e andare di porta in porta a promuovere un determinato prodotto.

La mia esperienza

Siccome solitamente non parlo per sentito dire, ma mi documento in modo approfondito presso fonti ufficiali, ho pensato che partecipare ad un corso promosso da un'azienda di Network Marketing, così da capire se quello che si dice in rete è vero.

Sono seduto assieme ad altre cinquanta persone che hanno risposto ad un'inserzione apparsa su un giornale locale, sono le dieci del mattino e attendiamo tutti di scoprire "come fare soldi con il Network Marketing", visto che l'annuncio recitava: “Vuoi guadagnare bene lavorando poche ore al giorno?”. 

Mentre aspetto mi guardo intorno e penso che quasi nessuno di quelli seduti in sala ha la più pallida idea di cosa sia questo business. Ad un certo punto irrompe nella stanza un uomo sulla quarantina, rapante, ben rasato, in giacca e cravatta, seguito da un ragazzo più giovane, anche lui molto elegante. 

Noto subito i Rolex d'oro ai polsi di entrambi. L'impressione iniziale è quella di avere di fronte due giovani manager che hanno fatto i soldi proprio in questo business, fanno un breve appello e poi, aiutati da alcune slide, illustrano il business e i guadagni che hanno fatto, con nomi di persone non presenti, eletti a venditori del mese, dei quali proiettano immagini su macchine di lusso o in vacanza in luoghi esotici, magistralmente accompagnate da una colonna sonora degna dei migliori film d'azione.

Lo show va a vanti per una trentina di minuti, i due sono molto carismatici e anche piuttosto convincenti, noto sui volti dei presenti una sorta d'ammirazione, alcuni mi sembrano letteralmente gasati. Alla fine del corso ci consegnano dei contratti dove, se firmiamo, veniamo subito reclutati e possiamo “iniziare a fare soldi”.
Molti aderiscono.

Ora, se non fossi il nerd che sono, certamente non mi sarei accorto che tra le diverse foto dei “casi di successo”, una era stata maldestramente presa da internet e rappresentava Juan KivileKo mentre scendeva dalla sua Ferrari.

Se non avessi una formazione scientifica non avrei certo badato all'uso ridicolo che veniva fatto delle percentuali, come nelle pubblicità degli shampoo, quando dicono “dona ai capelli il 30% in più di lucentezza…” ma il 30% rispetto a cosa? Ai peli che ha sulla schiena un cinghiale? Alla brillantezza della chioma di Paris Kilton? Che tristezza… E poi, se non avessi trascorso l'infanzia a guardare gioielli su Telemarket, non avrei capito che i Rolex erano finti.

Insomma, tutta fuffa per reclutare affiliati, la famosa downline, cioè la schiera di venditori dalla quale guadagnare in percentuale, perché quei due giovani “manager” non erano per niente manager, ma normalissimi venditori che avevano affittato una sala (non era la sala riunioni della loro azienda) e pubblicato alcune inserzioni spacciandosi per ricchi imprenditori del Network Marketing, anche se quella parola, 
così come i suoi sinonimi, si sono ben guardati dal pronunciarla.

La mia esperienza si è rivelata perfettamente in linea con quella raccontata in rete da centinaia di persone, che testimoniano di essersi riempiti la casa di pacchi che non riescono a vendere, pur di realizzare i punti/euro mensili necessari a restare nel giro, testimonianze di persone che hanno perso amicizie e rovinato rapporti con i parenti, 
ai quali hanno rifilato la stessa sola subita.

Quanto si guadagna?

Una delle frasi che leggo ripetutamente quando scopro l'ennesimo annuncio delle solite quattro aziende che trattano il Network Marketing è la seguente: “Il MLM è un sistema che ha reso ricche e felici tante persone in tutto il mondo”.

Ogni compagnia di Multi Level Marketing cerca di convincere le persone che lei è l'unica ad avere un sistema che funziona, un prodotto vincente e un meccanismo altamente remunerativo; troveremo sempre qualcuno che giura e spergiura di fare soldi a palate, di conoscere il metodo per vendere bene, di essere in grado di insegnarci come fare, ma alla fine il suo scopo è uno solo: trovare un affiliato da cui guadagnare una percentuale. Se riesce a trovare e formare un venditore serio, capace di piazzare molti prodotti perché realmente abile nel business, ha certamente trovato una piccola miniera d'oro, 
perché lui guadagnerà dagli sforzi del suo discepolo, se invece questa persona non si rivela 
particolarmente abile, allora avrà comunque piazzato un kit in più.

Il sito MLM TheThruth ha analizzato i dati ufficiali pubblicati da oltre 500 compagnie che trattano il Multi Level Marketing, in un lasso di tempo di 15 anni, ovvero un campione statistico più che affidabile e veritiero, ed è arrivato alla conclusione che il 99,9% delle persone che aderiscono a questi sistemi non 
recuperano nemmeno i soldi del kit iniziale.


15 anni di statistiche sul Network Marketing

Questi dati derivano dal fatto che il Network Marketing viene spacciato come un sistema per fare soldi adatto a tutti o che può essere imparato grazie ad un corso di formazione, ma vendere è un'arte che si apprende grazie ad una lunga esperienza nel settore, non siamo tutti venditori, per questo la maggior parte fallisce o finisce per importunare parenti o amici. Insomma, bisognerebbe rinominare il titolo di questo capitolo in “quanto si perde?”.

Il Network Marketing in rete

Bisogna stare molto attenti ed imparare a riconoscere questi meccanismi, perché grazie ad internet questo tipo di business oggi è cambiato ed ha assunto una forma più appetibile, ovvero quella di poter guadagnare da casa, senza necessariamente recarsi di porta in porta a vendere.

Questa viene spesso spacciata come grande innovazione o differenza cruciale tra il Network Marketing e i vecchi schemi piramidali, ma in realtà la sostanza non cambia. Si assiste così ad una miriade di persone che passano il tempo a cercare “affiliati” (leggasi spammare) su Gruppi di Facebook , dove si susseguono quotidianamente annunci di sistemi di guadagno facile, con sempre nuovi ed esilaranti nomi. 

Internet quindi non ha dato nuova vita o migliorato questo business, ha solo gettato benzina sul fuoco, rimuovendo lo scoglio della vendita porta a porta, che molti non amano. Se non ci devi mettere la faccia, se puoi limitarti a sfruttare i forum e i gruppi di Facebook per reclutare adepti, allora perché non provare? Deve essere questo il ragionamento che molti fanno, visto che il Network Marketing, lo vedo 
ogni giorno con questi occhi, continua a mietere cyber-vittime.

Suggerimento non fatelo

Nonostante a seguito di quest'articolo fioccheranno commenti sul fatto che ci sono aziende che fanno Network Marketing in modo serio e altre che sono delle vere e proprie truffe, la legge, le statistiche e i racconti delle persone non mentono: questo sistema non fa guadagnare tutti, ma solo pochissimi ed è molto difficile (se non impossibile) da praticare nella legalità. Altri commenti sottolineeranno la differenza tra questo sistema e le normali Catene di S.Antonio, differenza che non esiste se non nel concetto e nelle cattive intenzioni di chi vuole attirarci nel meccanismo. Infine ricordiamoci sempre che oggi la strategia adottata da molti “imprenditori” di questo settore, è dire che tutti gli altri sono truffa e che, 
invece, loro hanno trovato l'unico vero business profittevole. Non facciamoci fregare, loro fanno soldi solo se riescono a convincere noi ad entrare nel giro, quindi
 il peggior torto che possiamo fargli è ignorarli.

Teniamo inoltre presente che fare Multi Level Marketing significa essere venditori indipendenti, quindi i guadagni vanno dichiarati ed è necessario aprire partita iva, con costi abbastanza contenuti nei primi 3 anni (regime dei minimi) ma che poi lievitano enormemente. Ricordo che da un recente studio eseguito dal Sole 24 Ore è emerso che un libero professionista mediamente perde in tasse quasi il 65% dei propri introiti, pertanto, quando ci vengono presentati dati relativi alle provvigioni, dobbiamo ricordare 
che vanno più che dimezzati.

Stiamo lontani da questi sistemi e dedichiamoci a costruire una fonte di guadagno genuina, legata alle nostre passioni, producendo qualcosa di reale valore, che possa essere utile alle persone, il cui scopo finale non sia il profitto, ma la felicità
 e la soddisfazione di chi ripone in noi la fiducia e risparmi.

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E' una Truffa o si Guadagna ?

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