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sabato 3 ottobre 2015

Per un Sito Web di Successo, Strategie Fondamentali

 

Perché realizzare un sito web non è una passeggiata e perché è sempre opportuno affidarsi ad un professionista se si vogliono ottenere dei risultati soddisfacenti?

Quando si parla di Progettare un Sito Web, sono poche le persone che sanno realmente cosa significa. Questo perchè sull’argomento c’è molta disinformazione e perchè i mercati ci hanno indotto a credere che realizzarlo è una cosa semplice e alla portata di tutti. In realtà, per progettare un sito adatto a commercianti, aziende e professionisti serve un’ efficace strategia che deve tenere conto di molti aspetti e naturalmente di questa strategia il visitatore può vedere solo il risultato finale.





Dunque basta avere un sito per ottenere visibilità e profitti? La risposta naturalmente è NO.

Gli step fondamentali per realizzare un sito di successo.

-Ideazione
-Progettazione
-Marketing

Possiamo suddividere l’iter per la realizzazione di un sito in 3 step fondamentali: Ideazione, Progettazione, Marketing.

1) Ideazione

E’ la prima fase. Il cliente ha un’idea di progetto e si affida ad un Professionista, definendo in maniera sommaria cosa vorrebbe realizzare. Il professionista, presa coscienza del tipo di progetto, deve valutare la sua “appetibilità” attraverso un’ indagine di mercato sul web. Per appetibilità si intende (detto in maniera semplice), quanti progetti simili a quello del cliente sono presenti già in rete, qual’è il loro livello di affermazione o qual’è il prezzo medio dei servizi e/o dei prodotti che il mercato di quel settore già offre, in modo tale da poter battere la concorrenza proponendo tariffe e soluzioni più convenienti.

In base ai risultati di questa ricerca, un professionista “serio” potrebbe anche decidere di abbandonare il progetto ( perché in quel determinato settore il mercato è saturo ed il cliente avrebbe poche possibilità di affermazione), oppure ridefinire meglio alcuni punti ed impostare il progetto in maniera differente. Così facendo si potrebbe riuscire a conquistare delle “nicchie di mercato” simili ma più facilmente attaccabili oppure si potrebbe puntare su un altro tipo di strategia di Marketing per ottenere gli stessi risultati ma con mezzi differenti.

Una volta svolta l’indagine di mercato e definita l’appetibilità del progetto, inizia una fase di pre-progettazione. In questa fase bisogna occuparsi dell’ “indicizzazione“, più esattamente bisogna ragionare su come rendere il sito visibile nella prima pagina dei motori di ricerca quando un navigatore, alla ricerca di quel determinato servizio, digita delle determinate “parole chiave“. Giusto per fare un esempio concreto: mettiamo che un navigatore voglia acquistare degli “occhiali da sole” online. Magari scriverà “prezzo occhiali da sole …” oppure “prezzo occhiali ….” ecc. Bisogna quindi, attraverso una corretta strategia di Search Engine Optimization (SEO), ricercare le giuste “parole chiave” e, contemporaneamente, impostare una campagna di Marketing efficace usando tutti gli strumenti disponibili, in modo tale che il sito crescendo col tempo di “importanza“, scavalchi gli altri in quelle determinate parole chiave e si possa posizionare ben visibile in prima pagina. In base alla scelta delle parole chiave, vengono impostati pagine e contenuti del sito. Dunque l’ultima fase di pre-progettazione consiste nella stesura del progetto su carta; si inizia a delineare quella che sarà la struttura finale del sito ed i relativi contenuti illustrativi e grafici.

2) Progettazione

Nella fase della progettazione, si mette in pratica tutto ciò che è stato ideato. E’ la fase nella quale si realizza concretamente il sito. Struttura, logo, colori, banner grafici, slideshow, contenuti illustrativi ecc, vengono tutti concretizzati in questa fase. Una volta terminata la realizzazione, o anche in contemporanea se magari sono più persone a lavorare al progetto, inizia una fase di pre-marketing. Viene impostata la campagna pubblicitaria e vengono designate le aree e le modalità di azione. Social Network (Social Media Marketing) e Email di Marketing(DEM), oltre che la pubblicità su carta stampata, sono i sistemi attualmente più in voga per promuovere i servizi o i prodotti del sito realizzato, ma esistono molteplici sistemi.

3) Marketing

E’ la terza e sicuramente la fase più importante. Consiste nel divulgare il sito attraverso i sistemi prima indicati, ed è una fase che teoricamente non ha mai fine, in quanto un sito per progredire ha sempre bisogno di allargare la clientela, di proporre periodicamente delle promozioni speciali, di espandere la propria visibilità. Una Strategia di Marketing per essere efficace, deve essere in grado non solo di far conoscere il Progetto a più utenti possibili, ma soprattutto di convertire gli utenti in potenziali clienti. Per farlo esistono delle apposite tecniche che stimolano a livello psicologico l’utente all’acquisto di quel prodotto o all’utilizzo di quel servizio. I colori utilizzati, gli slogan scelti, la grafica e molti altri fattori, se ben studiati stimolano l’utente che diverrà subito oppure con il tempo cliente. Naturalmente è di importanza fondamentale la qualità del prodotto o del servizio.

Se non lo è, anche una perfetta campagna di Marketing potrebbe magari incuriosire ma ai fatti non darebbe mai i risultati sperati.



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domenica 9 gennaio 2011

Le 10 strategie della manipolazione attraverso i mass media di Noam Chomsky


Le 10 strategie della manipolazione attraverso i mass media

di Noam Chomsky



1-La strategia della distrazione
L’elemento primordiale del controllo sociale  è la strategia della distrazione che consiste nel deviare l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dei cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche, attraverso la tecnica del diluvio o inondazioni di continue distrazioni e di informazioni insignificanti.
La strategia della distrazione è anche indispensabile per impedire al pubblico d’interessarsi alle conoscenze essenziali, nell’area della scienza, l’economia, la psicologia, la neurobiologia e la cibernetica. Mantenere l’Attenzione del pubblico deviata dai veri problemi sociali, imprigionata da temi senza vera importanza.
Mantenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza nessun tempo per pensare, di ritorno alla fattoria come gli altri animali (citato nel testo “Armi silenziose per guerre tranquille”).

2- Creare problemi e poi offrire le soluzioni.
Questo metodo è anche chiamato “problema- reazione- soluzione”. Si crea un problema, una “situazione” prevista per causare una certa reazione da parte del pubblico, con lo scopo che sia questo il mandante delle misure che si desiderano far accettare. Ad esempio: lasciare che si dilaghi o si intensifichi la violenza urbana, o organizzare attentati sanguinosi, con lo scopo che il pubblico sia chi richiede le leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito della libertà. O anche: creare una crisi economica per far accettare come un male necessario la retrocessione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici.

3- La strategia della gradualità.
Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, a contagocce, per anni consecutivi. E’ in questo modo che condizioni socioeconomiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte durante i decenni degli anni ‘80 e ‘90: Stato minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione in massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero state applicate in una sola volta.

4- La strategia del differire.
Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria”, ottenendo l’accettazione pubblica, nel momento, per un’applicazione futura. E’ più facile accettare un sacrificio futuro che un sacrificio immediato. Prima, perché lo sforzo non è quello impiegato immediatamente. Secondo, perché il pubblico, la massa, ha sempre la tendenza a sperare ingenuamente che “tutto andrà meglio domani” e che il sacrificio richiesto potrebbe essere evitato. Questo dà più tempo al pubblico per abituarsi all’idea del cambiamento e di accettarlo rassegnato quando arriva il momento.


5- Rivolgersi al pubblico come ai bambini.
La maggior parte della pubblicità diretta al gran pubblico, usa discorsi, argomenti, personaggi e una intonazione particolarmente infantile, molte volte vicino alla debolezza, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o un deficiente mentale. Quando più si cerca di ingannare lo spettatore più si tende ad usare un tono infantile. Perché? “Se qualcuno si rivolge ad una persona come se avesse 12 anni o meno, allora, in base alla suggestionabilità, lei tenderà, con certa probabilità, ad una risposta o reazione anche sprovvista di senso critico come quella di una persona di 12 anni o meno” (vedere “Armi silenziosi per guerre tranquille”).

6- Usare l’aspetto emotivo molto più della riflessione.
Sfruttate l’emozione è una tecnica classica per provocare un corto circuito su un’analisi razionale e, infine, il senso critico dell’individuo. Inoltre, l’uso del registro emotivo permette aprire la porta d’accesso all’inconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori, compulsioni, o indurre comportamenti.

7- Mantenere il pubblico nell’ignoranza e nella mediocrità.
Far si che il pubblico sia incapace di comprendere le tecnologie ed i metodi usati per il suo controllo e la sua schiavitù.
“La qualità dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo che la distanza dell’ignoranza che pianifica tra le classi inferiori e le classi superiori sia e rimanga impossibile da colmare dalle classi inferiori”.

8- Stimolare il pubblico ad essere compiacente con la mediocrità.
Spingere il pubblico a ritenere che è di moda essere stupidi, volgari e ignoranti …

9- Rafforzare l’auto-colpevolezza.
Far credere all’individuo che è soltanto lui il colpevole della sua disgrazia, per causa della sua insufficiente intelligenza, delle sue capacità o dei suoi sforzi. Così, invece di ribellarsi contro il sistema economico, l’individuo si auto svaluta e s’incolpa, cosa che crea a sua volta uno stato depressivo, uno dei cui effetti  è l’inibizione della sua azione. E senza azione non c’è rivoluzione!

10- Conoscere gli individui meglio di quanto loro stessi si conoscono.
Negli ultimi 50 anni, i rapidi progressi della scienza hanno generato un divario crescente tra le conoscenze del pubblico e quelle possedute e utilizzate dalle élites dominanti. Grazie alla biologia, la neurobiologia, e la psicologia applicata, il “sistema” ha goduto di una conoscenza avanzata dell’essere umano, sia nella sua forma fisica che psichica. Il sistema è riuscito a conoscere meglio l’individuo comune di quanto egli stesso si conosca. Questo significa che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un controllo maggiore ed un gran potere sugli individui, maggiore di quello che lo stesso individuo esercita su sé stesso.

Tratto da www.vocidallastrada.com


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venerdì 24 settembre 2010

Le 10 strategie della manipolazione mediatica




Le 10 strategie della manipolazione mediatica

DI NOAM

CHOMSKY visionesalternativas.com



Il linguista Noam Chomsky ha elaborato la lista delle “10 Strategie della Manipolazione” attraverso i mass media.

1 - La strategia della distrazione.

L’elemento principale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel distogliere l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche utilizzando la tecnica del diluvio o dell’inondazione di distrazioni continue e di informazioni insignificanti.La strategia della distrazione è anche indispensabile per evitare l’interesse del pubblico verso le conoscenze essenziali nel campo della scienza, dell’economia, della psicologia, della neurobiologia e della cibernetica. “Sviare l’attenzione del pubblico dai veri problemi sociali, tenerla imprigionata da temi senza vera importanza. Tenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza dargli tempo per pensare, sempre di ritorno verso la fattoria come gli altri animali (citato nel testo “Armi silenziose per guerre tranquille”).





2 - Creare il problema e poi offrire la soluzione.

Questo metodo è anche chiamato “problema - reazione - soluzione”. Si crea un problema, una “situazione” che produrrà una determinata reazione nel pubblico in modo che sia questa la ragione delle misure che si desiderano far accettare. Ad esempio: lasciare che dilaghi o si intensifichi la violenza urbana, oppure organizzare attentati sanguinosi per fare in modo che sia il pubblico a pretendere le leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito delle libertà. Oppure: creare una crisi economica per far accettare come male necessario la diminuzione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici.



3 - La strategia della gradualità.

Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, col contagocce, per un po’ di anni consecutivi. Questo è il modo in cui condizioni socioeconomiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte negli anni ‘80 e ‘90: uno Stato al minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione di massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero stati applicati in una sola volta.



4 - La strategia del differire.

Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria” guadagnando in quel momento il consenso della gente per un’applicazione futura. E’ più facile accettare un sacrificio futuro di quello immediato. Per prima cosa, perché lo sforzo non deve essere fatto immediatamente. Secondo, perché la gente, la massa, ha sempre la tendenza a sperare ingenuamente che “tutto andrà meglio domani” e che il sacrificio richiesto potrebbe essere evitato. In questo modo si dà più tempo alla gente di abituarsi all’idea del cambiamento e di accettarlo con rassegnazione quando arriverà il momento.



5 - Rivolgersi alla gente come a dei bambini. La maggior parte della pubblicità diretta al grande pubblico usa discorsi, argomenti, personaggi e una intonazione particolarmente infantile, spesso con voce flebile, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o un deficiente. Quanto più si cerca di ingannare lo spettatore, tanto più si tende ad usare un tono infantile. Perché? “Se qualcuno si rivolge ad una persona come se questa avesse 12 anni o meno, allora, a causa della suggestionabilità, questa probabilmente tenderà ad una risposta o ad una reazione priva di senso critico come quella di una persona di 12 anni o meno (vedi “Armi silenziosi per guerre tranquille”).



6 - Usare l’aspetto emozionale molto più della riflessione.

Sfruttare l'emotività è una tecnica classica per provocare un corto circuito dell'analisi razionale e, infine, del senso critico dell'individuo. Inoltre, l'uso del tono emotivo permette di aprire la porta verso l’inconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori, compulsioni, o per indurre comportamenti….



7 - Mantenere la gente nell’ignoranza e nella mediocrità.

Far sì che la gente sia incapace di comprendere le tecniche ed i metodi usati per il suo controllo e la sua schiavitù. “La qualità dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo che la distanza creata dall’ignoranza tra le classi inferiori e le classi superiori sia e rimanga impossibile da colmare da parte delle inferiori" (vedi “Armi silenziosi per guerre tranquille”).



8 - Stimolare il pubblico ad essere favorevole alla mediocrità.

Spingere il pubblico a ritenere che sia di moda essere stupidi, volgari e ignoranti...



9 - Rafforzare il senso di colpa.

Far credere all’individuo di essere esclusivamente lui il responsabile della proprie disgrazie a causa di insufficente intelligenza, capacità o sforzo. In tal modo, anziché ribellarsi contro il sistema economico, l’individuo si auto svaluta e si sente in colpa, cosa che crea a sua volta uno stato di depressione di cui uno degli effetti è l’inibizione ad agire. E senza azione non c’è rivoluzione!



10 - Conoscere la gente meglio di quanto essa si conosca.

Negli ultimi 50’anni, i rapidi progressi della scienza hanno creato un crescente divario tra le conoscenze della gente e quelle di cui dispongono e che utilizzano le élites dominanti. Grazie alla biologia, alla neurobiologia e alla psicologia applicata, il “sistema” ha potuto fruire di una conoscenza avanzata dell’essere umano, sia fisicamente che psichicamente. Il sistema è riuscito a conoscere l’individuo comune molto meglio di quanto egli conosca sé stesso. Ciò comporta che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un più ampio controllo ed un maggior potere sulla gente, ben maggiore di quello che la gente esercita su sé stessa.


http://www.vocidallastrada.com/2010/09/le-10-strategie-di-manipolazione.html


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