Scandalo via satellite: l’Europa oscura le tivù dell’Iran
Eutelsat, che una volta era una compagnia pubblica europea e adesso invece è diventata privata, ha spento nei giorni scorsi – spento è la parola giusta – 19 canali radio e televisivi iraniani, tutti in un colpo solo. Li ha cancellati: cioè, ha cancellato l’informazione internazionale dell’Iran. Dal punto di vista tecnico, equivale a una dichiarazione di guerra. La decisione è stata presa in base a una precisa richiesta del Consiglio Superiore Audiovisivo della Francia, che non è l’Europa ma evidentemente ha molti poteri in merito, per quanto riguarda i satelliti che circolano intorno alla Terra e trasmettono i segnali su cui le televisioni iraniane avevano pagato gli abbonamenti. Se non sbaglio, nessuno fino ad ora ha dato la notizia – nessuno del mainstream, nessuno dei grandi giornali, nessuna delle catene televisive. Un ottimo esempio di come si realizza il pluralismo informativo in Occidente. E cioè: eliminando l’altra versione dei fatti.
Si capisce, io credo, che non vogliano sorprese: come quella che, ad esempio, ha riservato loro “Russia Today”, che in pochi anni – in inglese – ha scalzato la “Bbc” come primo canale satellitare negli Stati Uniti d’America e ha messo in grave difficoltà anche “Al Jazeera”, in lingua inglese. C’è molta gente, a quanto pare, che vuole qualche informazione alternativa, e non gradisce quella che gli viene dalla “Bbc”, da “Al Jazeera”, dalla “Cnn” in particolare. E quindi, la decisione che viene presa è: impedire a questi milioni di spettatori di poter ascoltare altre versioni. Del resto, questa storia è la diretta prosecuzione dei bombardamenti su Belgrado. Ricorderete: colpirono prima la televisione di Stato jugoslava, e poi – “per errore” – anche l’ambasciata cinese. E qualcuno ricorderà anche i bombardamenti dell’aviazione americana su Kabul, che allora colpirono “Al Jazeera”, che all’epoca era ancora considerata una televisione abbastanza libera, ammazzando anche qualche giornalista.
Questo è il record della libertà di stampa occidentale nei momenti più caldi della preparazione e dell’organizzazione delle guerre. Adesso colpiscono tutte le tivù iraniane dirette verso l’estero: sono state chiuse “Press Tv”, “Al-Alam”, “Sahar” 1 e 2, “Jam e Jam”; perfino la rete televisiva che commentava il Corano è stata oscurata. Un tempo – io sono abbastanza anziano per ricordarmene – c’era la Russia che oscurava i canali e le radio, o meglio le disturbava con i rumori, ed era un grande scandalo: tutti scrivevano, tutti i giornali protestavano, “la Russia impedisce ai russi di ascoltare i canali stranieri”. Adesso siamo noi che facciamo la stessa cosa, ed è invece silenzio. Ma attenzione: questa credo sia solo la prima mossa, una mossa di avvertimento. Lo faranno, un po’ più in là, anche con le tivù russe, e poi con quelle cinesi. Per cui, a Putin e ai dirigenti cinesi darei un piccolo suggerimento: dotatevi il più presto possibile di satelliti che non dipendano dall’Europa o dagli Stati Uniti, perché ve li chiuderanno e avrete speso un sacco di soldi inutilmente.
E’ cominciata, in poche parole, la “guerra informativa aperta”, che – come chi segue i miei commenti già sa – prepara quella delle bombe vere: delle bombe e di altro, che verrà usato nella prossima guerra e che sarà peggiore delle bombe. Quando dico e ripeto che dobbiamo cominciare a difenderci, c’è spesso qualcuno che dice che io esagero. Sono quindici anni, almeno, che esagero. E tutte le volte che esagero, le cose che prevedo si rivelano esatte. Auguro buona fortuna a tutti gli altri, a quelli che non pensano che io esagero e che capiscono quello che sta accadendo.
(Giulietto Chiesa, “La guerra informativa aperta”, testo del video-editoriale pubblicato su “Megachip” il 18 ottobre 2012).
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