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lunedì 14 ottobre 2019

Cellulari: sono Pericolose le Onde Elettromagnetiche?


Cellulari: sono Pericolose le Onde Elettromagnetiche?

Il Tar del Lazio ha imposto ai ministeri della Salute, dell’Ambiente e dell’istruzione di dare il via ad una campagna sul corretto uso dei cellulari. Ma davvero i telefonini possono aumentare il rischio di tumori al cervello? Per capirlo serve altro tempo. 
Ecco intanto i nostri consigli per un uso più consapevole.

Cellulari: sono Pericolose le Onde Elettromagnetiche?

Cellulari: sono Pericolose le Onde Elettromagnetiche?

Sei mesi. È il tempo che i ministeri dell'Ambiente, della Salute e dell'Istruzione hanno per promuovere una campagna informativa sulle modalità corrette di utilizzo dei cellulari. A stabilirlo è una recente sentenza del Tar del Lazio, che ha di fatto accolto il ricorso presentato dall’Associazione per la prevenzione e la lotta all’elettrosmog.

Ma la verità è che, a distanza di molti anni dall’arrivo dei cellulari nella nostra vita, ancora non si riesce a dare una risposta chiara alla domanda: i telefonini possono aumentare il rischio di tumori al cervello? Per capirlo serve altro tempo. In ogni caso, quello che possiamo 
fare oggi è usare il telefono in modo corretto.

Altroconsumo si è occupata diverse volte dell’argomento e per questo chiederemo ai Ministeri chiamati in causa dal tribunale di essere coinvolti sia nello sviluppo 
e che nella divulgazione della campagna.

Cellulari: sono Pericolose le Onde Elettromagnetiche?

Cellulari: sono Pericolose le Onde Elettromagnetiche?


La prevenzione è usare i telefonini correttamente
I cellulari emettono onde a diretto contatto con la testa. La preoccupazione è che possano provocare danni biologici. Per evitare i rischi bastano semplici precauzioni: eccole.

Usa l’auricolare: è sufficiente allontanare il cellulare dalla testa soltanto di qualche centimentro perché il livello di esposizione scenda drasticamente.
Fai telefonate brevi, soprattutto quando la linea è disturbata e il telefono è costretto a lavorare a piena potenza, con maggiore emissione di radiazioni
Evita di telefonare quando la copertura del segnale è inferiore, per esempio in ascensore o nel treno.
Tieni il cellulare lontano dalla testa durante la composizione del numero (momento in cui funziona alla massima potenza).
Bambini: teniamoli alla larga
I bambini sono potenzialmente più vulnerabili rispetto agli adulti ai campi elettromagnetici. Un po’ perchè il loro sistema nervoso è in fase di sviluppo, un po’ perchè fisicamente la circonferenza del cranio è più piccola e quindi penetrabile in profondità rispetto a quella di un adulto. In attesa di certezze, meglio essere prudenti: la cosa migliore è tutelare i più piccoli limitando
 l'uso di cellulari e tablet.

Ma di quali onde parliamo?
Tutti i cellulari emettono radiazioni. La quantità di radiazioni assorbite dal corpo è misurata in Sar (Specific Absorption Rate) espresso in W/Kg (watt per chilo). Questa unità di grandezza misura la quantità di radiazioni assorbite e le traduce nel rischio di effetto termico al quale il corpo è esposto. Per garantire la sicurezza degli utenti l’Unione Europea ha fissato a 2 W/kg il limite massimo consentito per le emissioni dei cellulari per evitare qualsiasi effetto termico. Per assicurarsi di rispettare la norma, tutti i produttori testano i propri apparecchi prima di metterli sul mercato. Lo fanno ipotizzando lo scenario peggiore, quando i telefonini funzionano alla massima potenza ed emettono più onde, situazione che però si verifica di rado nell’uso quotidiano. Questo dato, dunque, non è un buon indicatore per scegliere di acquistare un telefonino anziché un altro. Per avere un’idea più chiara dell’esposizione a cui ci si sottopone usando quotidianamente il cellulare, bisogna valutare gli apparecchi nelle medesime condizioni, simulando il loro comportamento in una situazione reale d’uso. Solo in questo modo è possibile confrontare tra di loro i diversi modelli di telefonino, paragonando le rispettive emissioni di onde. E scegliere quello che ne produce di meno. Nei nostri test, infatti, abbiamo fatto entrambe le prove. I risultati sono rassicuranti: nessun cellulare, tra quelli testati, si avvicina ai limiti imposti dalla legge. Questo non toglie tuttavia i dubbi sul fatto che i cellulari possano causare effetti biologici e aumentare il rischio di tumori cerebrali.



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Associazioni e Liberi Professionisti. 


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lunedì 23 aprile 2018

Vola il Mercato della Casa Connessa


Internet of Things

Nel 2015 erano 5 miliardi. Nel 2021 saranno 46. 
Parliamo degli oggetti reali connessi ad Internet, diversi dai computer e dai nostri cellulari. 
Frigo che informano sullo stato della spesa alimentare, lavatrici che possiamo attivare dal cellulare, sensori e videocamere che scrutano la nostra casa contro il rischio furti, impianti di riscaldamento che si avviano o si spengono in base  al clima, garantendo un risparmio energetico. La casa degli italiani è sempre più smart e l’Internet of Things (Internet delle cose) nel nostro Paese vale 185 milioni di euro nel 2016,  +23% rispetto all’anno precedente. A delineare il quadro è la ricerca Smart Home dell’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano che ci rivela come il 26% dei consumatori italiani disponga  di almeno un oggetto intelligente e connesso nella propria abitazione e  il 58% ha intenzione di acquistarli in futuro.  I possibili impieghi dell’IoT sono molti e variegati.


 La maggioranza delle oltre 290 soluzioni per la casa connessa censite in Italia e all’estero (il 31%) è  dedicata alla sicurezza, tra videocamere di sorveglianza, serrature, videocitofoni connessi e sensori di movimento. Altro tema caldo è la gestione energetica che  conta su soluzioni per il controllo remoto degli elettrodomestici  (10%), la gestione dei sistemi di riscaldamento e raffreddamento (8%), il monitoraggio dei consumi dei dispositivi elettrici (10%).    Gli italiani non  ritengono comunque  ancora sufficientemente pronta l’offerta tecnologica: chi  non dispone già di oggetti connessi nella sua abitazione nel 50% dei  casi è  «in attesa di soluzioni tecnologicamente più mature» per  acquistarli. E c’è scarsa fiducia sulla possibilità che i dati personali siano protetti da eventuali attacchi hacker. 
Il 67% dei potenziali acquirenti è preoccupato per questo genere di rischi. Per Giulio Salvadori, ricercatore dell’Osservatorio Internet of Things, «è fondamentale prestare molta attenzione alla  tutela della privacy e della sicurezza, perché i consumatori sono tendenzialmente restii a condividere i propri dati, a meno di ricevere in cambio vantaggi concreti».



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lunedì 19 maggio 2014

50 Giochi HTML5 per i Cellulari iPhone e Android



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giovedì 23 settembre 2010

Facebook lavora a un software per la telefonia



Il creatore del social network spiega a Techcrunch la strategia della sua azienda: un’integrazione profonda con Android e iPhone che però non prevede antagonismo; portare l’ambiente social sui cellulari farà bene ad entrambi.

Finalmente il CEO di Facebook Mark Zuckerberg ammette che Facebook sta lavorando su un software per la telefonia perché vuole diventare una vera e propria piattaforma mobile su cui anche altri possano lavorare, non limitarsi a rimanere solo un servizio o un’app. In effetti, la spiegazione di ciò che Facebook sta facendo suona è in sintesi modificare piattaforme come Android di Google in modo da sovrapporrvi uno strato social di Facebook cosicchè sia gli svilupatori delle app che i produttori di telefoni possano trarre vantaggio vicendevolmente. Zuckerberg ha spiegato i suoi obiettivi in un’intervista a TechCrunch. Ecco le parti salienti.

SOCIAL TUTTO INTORNO A TE - “La nostra strategia è molto orizzontale. Stiamo cercando di costruire uno strato sociale per tutto. Fondamentalmente stiamo cercando di fare in modo che ogni applicazione sociale possa essere portata ovunque che si utilizzi il web, il mobile, o altri dispositivi. “ ”Il ruolo che vogliamo avere è quello di essere una piattaforma per la adozione di tutte di queste applicazioni più social, e questo è lo sviluppo di ciò che vediamo attualmente sul web, con l’eccezione del mobile, che riteniamo possa divenire nel giro di pochi anni, forse ancora prima, anche più importante del web “. Nessun sistema operativo afferma il Ceo, ma solo un’integrazione graduale, che permetta di implementare Facebook come interfaccia attraverso la quale utilizzare il proprio telefono in modo da ricreare il proprio ambiente social ovunque.

INTEGRARE, INTEGRARE – “E poi, per qualcosa che è importante quanto l’iPhone o Android, svilupperemo l’integrazione nel sistema operativo. Così per iPhone, abbiamo adottato la sincronizzazione dei contatti e per Android stiamo lavorando ad integrare le sincronizzazioni in maniera migliore. La questione è adesso “cosa potremmo fare se iniziamo a lavorare su questi sistemi a livello più profondo?” e riguardo a questo abbiamo già un sacco di idee. ” ”La nostra strategia non è quella di costruire un dispositivo specifico o di integrazione o qualcosa di simile. Perché non stiamo cercando di competere con Apple o il Droid o di qualsiasi altro produttore di hardware per quel settore. “

PER ORA NESSUN SISTEMA OPERATIVO -Per quanto riguarda in parole povere il modo con cui tutto ciò verrà integrato nei telefoni … “La gente potrebbe desiderare di utilizzare diversi sistemi operativi , o costruire telefoni con funzioni diverse e poi integrare Facebook in svariati modi. Il mercato del mobile è così frammentato e c’è un sacco di sperimentazione che si possono anche ora presentare diverse situazioni, quindi stiamo immaginando esattamente quale può essere il modo migliore per adattarsi ad esse. La realtà è che probabilmente adotteremo soluzioni diverse a telefoni diversi “. ”Voglio dire, chi lo sa, da qui a dieci anno forse svilupperemo un nostro proprio sistema operativo o qualcosa del genere, ma al momento nessuno sa se questo succederà . Per l’esperienza maturata con la nostra società in questi anni, è davvero difficile fare delle previsioni. Ma per ora, credo, la direzione che stiamo prendendo è quella di sviluppare gradualmente un’integrazione con le varie piattaforme piuttosto che partire da zero e costruire un intero sistema “.
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