Luther Blissett (pseudonimo)
- 1 Luther Blissett Project in Italia
- 2 Leggende su Luther Blissett
- 3 Bibliografia
- 4 Musica
- 5 Curiosità
- 6 Note
- 7 Voci correlate
- 8 Collegamenti esterni
Luther Blissett è un nome multiplo, ovvero uno pseudonimo collettivo utilizzato da un numero imprecisato di performer, artisti, riviste underground, operatori del virtuale e collettivi di squatter americani ed europei negli anni ottanta e novanta. Il suo nome è stato preso a prestito da un omonimo centravanti inglese di origine giamaicana ingaggiato dal Milan alla metà degli anni ottanta. Allo scopo di renderlo un'icona pop viene anche costruito e diffuso il suo "volto".
Il personaggio collettivo, definito da alcuni "un'opera aperta", è stato spesso utilizzato per denunciare la superficialità e la malafede del sistema mass-mediatico. Azioni, sabotaggi, performance, manifestazioni, pubblicazioni, video, trasmissioni radiofoniche di e su Luther Blissett hanno diffuso il suo nome in tutto il mondo.
L'attività di Luther Blissett in Italia si caratterizza per la realizzazione di una serie di beffe ordite a danno dei mass media e per la radicale critica ai concetti del diritto d'autore e della proprietà intellettuale. In Italia il progetto prende il via a Bologna attorno al 1995 e ha un'immediata diffusione nelle BBS nazionali dove è già molto sentita la questione dell'anonimato. Compaiono in rete i primi messaggi firmati Luther Blissett, il cui nome viene utilizzato anche nel circuito della mail art. All'interno della nebulosa Blissett si forma un network più organizzato che prende il nome di "Luther Blissett Project" e si autodefinisce "l'unico comitato centrale il cui scopo è perdere il controllo del partito".
Tra le numerose azioni firmate da Luther Blisset si elencano:
Una serie di "derive psicogeografiche" collettive, pratica di derivazione situazionista, coordinate per via radiofonica dalla trasmissione Radio Blissett a Roma e a Bologna. Durante una di queste derive realizzata sulla rete tranviaria romana il 18 marzo 1995 i carabinieri fermano una ventina dei circa cento partecipanti all'evento e quattro di loro vengono in seguito processati per resistenza e oltraggio.
Realizzazione di alcuni numeri della fanzine Luther Blissett. Rivista di guerra psichica e adunanze sediziose.
Performances di "teatro situazionautico" - non "situazionistico" come a volte si legge. (1995 /1996)
Pubblicazione di una serie di libri, tra cui Mind Invaders e Totò e Peppino e la guerra psichica.
Prende parte a Disordinazioni, progetti sull'intervento urbano.
La beffa alla Mondadori: nel 1996 alcuni aderenti al progetto forniscono alla casa editrice Mondadori, interessata a sfruttare commercialmente il fenomeno mediatico, alcuni testi alla rinfusa tratti da internet e conditi di banalità sociologiche, che Mondadori pubblica spacciandole per "il manifesto delle nuove libertà".
La beffa a "Chi l'ha visto": nel 1995 l'artista inglese Harry Kipper scompare nelle campagne friulane mentre è impegnato in un giro di "turismo psicogeografico". La trasmissione Chi l'ha visto? si interessa del caso, ma Harry Kipper non esiste.
La bufala Naomi: nel 1995 il quotidiano Il Resto del Carlino pubblica la notizia della presenza a Bologna della modella Naomi Campbell per effettuare un intervento estetico. È tutto falso.
Il 17 dicembre 1996, si tenne, presso il Cinema Imperiale di Guidonia, un convegno sull’ambiente, con la partecipazione di amministratori locali, del mondo associativo e di numerosi cittadini. Quel giorno, venne letta la relazione firmata come Luther Blissett (ordinario di Psicogeografia all’Università di Roma), naturalmente assente all’incontro ma latore comunque di un interessante punto di vista sulla cosiddetta “Fascia di scarto”[1].
La beffa a Don Gelmini: nel 1997 molti quotidiani italiani pubblicano la notizia dell'arresto di Pierino Gelmini, discusso fondatore di alcune comunità di recupero per tossicodipendenti. La notizia, diffusa da Luther Blissett, è però destinata a tramutarsi in realtà dopo dieci anni, con la vicenda reale del prete indagato.
I sacrifici satanici di Viterbo: tra il 1995 e il 1997 i quotidiani di Viterbo denunciano la pratica di messe nere e di sacrifici carnali nella zona. I giornali condiscono di dettagli le azioni dei satanisti e la notizia finisce anche su Studio Aperto, dando origine ad una psicosi collettiva nella città laziale. La rivendicazione della colossale beffa viene fatta da Luther Blissett durante Tv7, il settimanale del TG1.
La pubblicazione del pamphlet Lasciate che i bimbi, saggio che analizza il caso del linciaggio mediatico del satanista bolognese Marco Dimitri, ingiustamente accusato di violenza carnale ai danni di minore, per denunciare come l'ombra della pedofilia scateni un'isteria collettiva facilmente manovrabile.
Nel 1999 l'artista serbo Darko Maver viene selezionato alla Biennale di Venezia per esporre alcune sue opere; prima dell'esposizione, viene annunciata la morte dell'artista sotto un bombardamento NATO. La Biennale decide di allestire comunque una galleria postuma, ma in realtà Darko Maver non è mai esistito e la beffa viene rivendicata dal Luther Blissett Project, da cui per l'occasione germoglia un nuovo gruppo, 1100101110101101.ORG.
Nel 1999 esce per Einaudi a firma Luther Blissett il romanzo storico Q, che riscuote grande successo di pubblico e critica e viene tradotto in varie lingue.
Nel 1999 Luther Blissett è il Direttore di Museoaperto [1]
Nel 1999, al termine del piano quinquennale del Luther Blissett Project, i "nuclei storici" del progetto eseguono un "suicidio rituale" o seppuku simbolico. L'evento sarà commemorato nel CD Luther Blissett: The Open Pop Star (WOT4, 2000).
Nel 2000 viene lanciato da Vittorio Baccelli il progetto di mail art "luther blissett eXperience" al quale partecipano oltre 300 mailartisti da tutto il mondo.
Nel 2011 un comunicato stampa beffa riguardante uno "studio condotto da Socialseeker e LutherBlisset Web" fa girare una la lista dei "35 top opinion leader italiani di Facebook". La bufala fa velocemente il giro del web anche grazie alla spinta compiaciuta di qualcuno degli interessati[2].
Secondo l'artista grafico ed editore Piermario Ciani (1951-2006, tra i primi a parlare di Blissett in Italia), è stato "architettato tra Bologna e Rovigo, con la complicità di un vecchio artista postale in disuso" - Alberto Rizzi, che compare come personaggio in Q (Adalberto Rizzi detto "Frate Pioppo" - e in tutti i successivi romanzi di Wu Ming) ma "partorito" in Friuli nel dicembre del 1994.
Alcuni intellettuali hanno ravvisato in Luther Blissett delle coincidenze con il pensiero di Umberto Eco. Il settimanale tedesco Der Spiegel, nel numero del 26 maggio 1997, trattando del dinamismo di Blissett in Germania, indicava apertamente Umberto Eco tra i precursori del progetto. Nello stesso anno, veniva pubblicato sul web un pamphlet anonimo firmato "KMA", intitolato "Il nome multiplo di Umberto Eco" (archiviato dall'url originale), pubblicazione anti-Blissett ascrivibile al cospirazionismo di estrema destra. Dopo l'uscita del romanzo Q firmato da Luther Blissett, si riaccese l'interesse della stampa; alcuni giornalisti contattarono Eco domandandogli se fosse lui l'oramai famoso Luther Blissett e per avere chiarimenti riguardo alle problematiche sollevate dal volume, ma lo scrittore italiano smentì di essere tra coloro che hanno utilizzato il nome multiplo, circostanza smentita e ridicolizzata anche dagli autori del romanzo e dall'intero Luther Blissett Project.
A detta del collettivo di scrittori Wu Ming, nell'ispirare la nascita del Luther Blissett Project avrebbero avuto un ruolo fondamentale la visione di Colpo secco e in particolare il personaggio di Reggie Dunlop interpretato da Paul Newman. La vicenda viene narrata nell'articolo intitolato "Di come Colpo secco ispirò una rivoluzione culturale sfociata nel fare i librai per Mondadori. Intervista alla Wu Ming Foundation", prima e seconda parte. L'intervistatore è il professor Henry Jenkins, titolare della cattedra di studi comparativi sui media al MIT di Boston. Poche ore dopo la morte di Paul Newman, sulla homepage del sito ufficiale di Wu Ming è apparsa la dedica: "To the beloved memory of Reggie Dunlop, 1926-2008".
Nel romanzo La verità dell'Alligatore di Massimo Carlotto compare una Luther Blissett, una donna esperta di terrorismo culturale.
Il romanzo Almost Blue di Carlo Lucarelli contiene diversi riferimenti al Luther Blissett Project bolognese, necessari all'andamento della trama.
Luther Blissett fa alcune apparizioni nel romanzo Destroy di Isabella Santacroce.
Nel video del gruppo musicale Ministri "E se poi si spegne tutto" nei primi fotogrammi compare una fotografia di Luther Blissett.
Ecco il video: http://www.youtube.com/watch?v=CQiAyQbuZXw
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