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venerdì 9 luglio 2010

Le tasse "sbarcarono" nel mondo dell'informatica



E le tasse "sbarcarono" nel mondo dell'informatica....


Non ho parole.....

Una premessa: c'è una parola che in Italia non va assolutamente usata, in grado di causare allergie e fastidio al solo udirla, come se ci si trovasse di fronte ad un lebbroso. Questa parola è "tasse". Comprensibile, in fondo: si tratta di un prelievo ai danni delle nostre tasche che molto spesso si è allontanato dal nobile valore originario di tributo corrisposto allo Stato in cambio di un servizio.

La conseguenza è la ricerca del sinonimo alternativo, della perifrasi fantasiosa, del neologismo altisonante, che illuda il cittadino di trovarsi di fronte a una nobile causa invece che a una tassa. Se ne possono trovare a bizzeffe, di esempi. Subito due chiarimenti: la mia non è certo una guerra alle tasse tout court, che ritengo personalmente indispensabili per i servizi offerti da uno Stato. Cambio opinione quando le cose non vengono chiamate col proprio nome, facendomi passare al contempo per uno che non capisce. Mi riferisco alla risposta ufficiale della SIAE, che vedremo in seguito. Il Secondo chiarimento: la mia non è assolutamente una presa di posizione dettata dal colore del governo in carica, essendo mia convinzione che, in altri scenari, nulla sarebbe cambiato.

A cosa mi sto riferendo, visto che non l'ho ancora detto? Tutto parte dal decreto del Ministro per i Beni e le Attività Culturali Sandro Bondi, datata 30 Dicembre, ma ufficializzato solo in data 14 Gennaio. Si tratta, nella fattispecie, di un adattamento ad una legge già esistente e molto discussa all'atto della sua prima presentazione. Se ne parla su Hardware Upgrade perché risultano interessate ad una mora tutte le periferiche di archiviazione in commercio, a prescindere dalla loro destinazione di utilizzo e dalla loro collocazione fisica all'interno di apparecchi molto eterogenei. More che possono variare molto a secondo della tipologia, ma quasi senza eccezioni. Vedremo nelle pagine seguenti.

Una tassa, giusto per chiamare le cose con il proprio nome, che si adegua ai tempi, secondo modalità e considerazioni arbitrarie a cui si dovrà sottostare. Come da premessa però, non si troverà nel decreto la parola "tassa", ma il più elegante eufemismo "compenso per la riproduzione privata di fonogrammi e videogrammi", che si ripromette di far pagare un surplus sulle periferiche di memorizzazione in modo formalmente più elegante. Il risultato comunque è lo stesso: i soldi usciranno comunque dalle tasche, a prescindere dal nome scelto, in nome di una sorta di risarcimento forfettario agli artisti i cui guadagni sono in forte calo a causa della pirateria informatica.

Tornano quindi alla ribalta della cronaca concetti come copia privata e equo compenso. Vediamo dunque di cosa si tratta, cercando di capire perché, all'entrata in vigore in seguito a pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, andremo a pagare qualcosa in più su hard disk, computer, cellulari, schede memoria, chiavette USB e via dicendo

Citando letteralmente una parte del Decreto, si dice che "è stabilita la determinazione del compenso per la riproduzione privata di fonogrammi e videogrammi". Nell'articolo 2 arriviamo al punto cruciale, perché si parla di "misure del compenso per copia privata". La copia privata è, per definizione, una copia di un "originale fonografico" già posseduto da una singola persona, che potrà essere usata legalmente anche senza il bollino SIAE, per intenderci. Tradotto in parole più semplici: se possediamo un CD o un DVD originale possiamo farci una copia. Il Decreto, nell'articolo 2, stabilisce in modo forfettario quanto pagare per il diritto ad utilizzare tale copia ("compenso per copia privata"), allegando un tariffario che andremo ad osservare nei punti più interessanti.

Di fatto, quindi, andremo a pagare su tutti i supporti una compensazione dovuta alla SIAE. Poiché con questi argomenti è bene dare il giusto peso alle parole, cerchiamo di capire cosa intende il decreto per "supporto". Lo definisce al punto f) dell'Articolo 1:

"Supporto: supporto ottico, magnetico o digitale, idoneo alla registrazione di fonogrammi o videogrammi, ivi incluse le memorie o hard disk. Si intende per memoria o hard disk qualsiasi dispositivo fisso o trasferibile che consenta la registrazione, la conservazione e la rilettura dei dati. Per memorie fisse si intendono quelle stabilmente residenti in uno dei dispositivi previsti dall'articolo 2 lettere r), s), t), u), v), w), x) del presente Allegato. Per memorie trasferibili si intendono quelle previste all'articolo 2 lettere o), p), q) del presente Allegato".

Viene definito memoria o hard disk qualsiasi dispositivo che consenta la registrazione, la conservazione o la rilettura dati (tutti i dispositivi noti, in pratica, compresi di dischi SAS per server, che poco o nulla hanno a che fare con la copia privata). Per comodità, riassumiamo cosa intende il Decreto per memorie fisse, copiando le voci citate:

Memorie fisse:

r) memoria o hard disk integrato in un apparecchio multimediale audio e video portatile e altri dispositivi analoghi

s) memoria o hard disk integrato in un lettore portatile Mp3 e analoghi o altro dispositivo Hi-Fi

t) hard disk esterno multimediale con uscita audio/video per la riproduzione dei contenuti su apparecchio TV o Hi-Fi

u) hard disk esterno multimediale con entrata audio/video per la registrazione di contenuti e uscite per la riproduzione dei contenuti su apparecchio TV o Hi-Fi.

v) memoria o hard disk integrato in un videoregistratore, decoder di qualsiasi tipo satellitare, terrestre o via cavo ed apparecchiature similai, apparecchio TV

w) memoria o hard disk integrato in un dispostivo avente primaria funzione di comunicazione e dotato di funzione di registrazione e riproduzione multimediale audio video.

x) memoria o hard disk integrato in altri dispositivi non inclusi nelle precedenti lettere con funzione di registrazione e riproduzione di contenuti audio o video

Memorie trasferibili

o) memorie trasferibili o removibili

p) chiavette USB/USB stick

q) hard disk esterno

Di fatto dunque, ogni supporto fisico, sia esso interno, esterno, estraibile, trasportabile o fisicamente saldato, è soggetto a compenso per copia privata.

Quanto ci costa?


Passiamo ora alle cifre. Il ministero ha sicuramente lavorato sodo, almeno per stabilire cifre e tipologie di prodotto, tante sono le categorie presenti nell'Allegato. Vediamole una a una.

a) Supporti audio analogici: € 0,23 per ogni ora di registrazione, con crescita proporzionale alla durata. Si tratta delle normali audiocassette, per intenderci.

b) supporti audio digitali dedicati: 0,22€ per ora di registrazione. Stiamo parlando dei CD-R Audio e dei minidisc. Considerando che la durata di un CD-R Audio parte da 74 minuti, il compenso partirà da circa 27 Eurocent. Una cifra apparentemente bassa, ma che incide percentualmente in maniera molto sensibile sul prodotto, che si può ora trovare in commercio anche intorno a 1,5 Euro.

c) supporti digitali non dedicati, ma comunque idonei alla registrazione di fonogrammi: € 0,15 ogni 700MB. I supporti interessati sono i normali CD-R, anche in questo caso soggetti, all'entrata in vigore del decreto, di un incremento percentuale a doppia cifra.

d) Supporti audio digitali riscrivibili: come nel caso precedente, € 0,15 ogni 700MB. Si parla in questo caso di CD-RW Audio, un formato a dirla tutta non proprio diffuso.

e) Supporti digitali non dedicati riscrivibili: anche qui ritroviamo € 0,15 ogni 700MB. Una categoria, questa, che va ad interessare i CD riscrivibili, CD-RW.

f) Supporti video analogici: € 0,29 per ogni ora di registrazione. Interessate al compenso quindi anche le videocassette, soggette a incremento in caso di maggiore durata. Una videocassetta VHS da 180 minuti, in sostanza, avrà una mora di € 0,89.

g) Supporti video digitali dedicati: € 0,29 per ogni ora di registrazione. DVHS, DV e similia.

h) Supporti digitali non dedicati, idonei a registrare fonogrammi e videogrammi: € 0,41 ogni 4,7GB. Una categoria in cui ricadono un po' di prodotti: DVD RAM, DVD-DL, DVD-R, DVD+R, ognuno gravato di quasi mezzo Euro e di quasi un Euro per i Dual Layer.

i) Supporti digitali non dedicati riscrivibili: € 0,41 ogni 4,7GB. In pratica, in modelli precedenti ma riscrivibili.

j) Supporti digitali non dedicati, idonei alla registrazione di contenuti audio e video: € 0,41 ogni 25GB. Il caso dei supporti Blu-ray, incrementati in maniera proporzionale al crescere della capienza.

k) Supporti digitali non dedicati, idonei alla registrazione di contenuti audio e video: € 0,25 ogni 15GB. Un punto creato per gli HD-DVD.

l) e m) Come i due casi precedenti, ma con supporti riscrivibili.

n) Apparecchi idonei alla registrazione analogica o digitale, audio e video e masterizzatori di supporti: 5% del prezzo indicato dal soggetto obbligato nella documentazione fiscale. Per i masterizzatori inseriti in apparecchi multifunzionali: 5% del prezzo commerciale i un apparecchio avente caratteristiche equivalenti.

n bis) Apparecchi polifunzionali idonei alla registrazione analogica o digitale, audio e video con funzioni ulteriori rispetto alla registrazione: 5% del presso commericale di un apparecchio avente caratteristiche equivalenti a quelle della componente interna destinata alla registrazione.

Quanto ci costa? - Parte 2


La normativa si fa più complessa entrando in tema memorie statiche e dischi rigidi.

o) memorie trasferibili o removibili:Compenso per GB Capacità Esempio
€ 0,00 0-32MB non più in commercio da tempo
€ 0,05 32MB-5GB Compact Flash da 4GB: + € 0,20
€ 0,03 > 5GB SD da 16GB: + € 0,48


Nei tre anni di vigenza delle presenti disposizioni è fissato un compenso di copia privata massimo applicabile per ciascuna unità di € 3,00 per il primo e secondo anno, € 5,00 per il terzo anno.

Una delle trovate più paradossali. Molte delle schede memoria sono utilizzate ormai quasi esclusivamente in macchine fotografiche professionali o particolarmente datate, come nel caso delle Compact Flash. Ebbene, il fotografo professionista dovrà "compensare" la sua copia privata (?), dando dei soldi, per quanto pochi, alla SIAE, che a sua volta ripartirà fra i suoi iscritti (per scherzarci sopra, possiamo dire che un fotografo, quando comprerà una scheda memoria per la propria macchina fotografica, compenserà la propria copia privata dando soldi, che so, a Vasco Rossi. Giusto per capire il principio di base). Qualora, nei prossimi tre anni, le capienze salissero troppo il decreto pone dei limiti che ritroveremo anche in altri settori merceologici.

p) Chiavette USB / USB stick:Compenso per GB Capacità Esempio
€ 0,00 0-256MB non più in commercio da tempo
€ 0,10 256MB-4GB USB stick da 4GB: + € 0,40
€ 0,09 > 4GB USB stick da 8GB: + € 0,72


Nei tre anni di vigenza delle presenti disposizioni è fissato un compenso di copia privata massimo applicabile per ciascuna unità di € 7,00 per il primo e secondo anno, € 9,00 per il terzo anno.

q) Hard disk esternoCompenso per GB Capacità Esempio
€ 0,02 fino a 400GB HD esterno da 320GB: €6,40
€ 0,01 oltre 400GB HD esterno da 1TB: + €10,00


Nei tre anni di vigenza delle presenti disposizioni è fissato un compenso di copia privata massimo applicabile per ciascuna unità di € 12,00 per il primo e secondo anno, € 20,00 per il terzo anno.

Anche in questo caso si fanno si moltiplicano le assurdità. Partiamo dalle cifre, che sembrano contenute. Attualmente un disco esterno da 1TB si può trovare in offerta nelle grandi catene di distribuzione a circa 70-80 Euro. Un surplus di 10 Euro è di fatto un aumento di oltre il 10% per, badare bene, utilizzi ipotetici. L'azienda che acquista un disco di questo tipo per fare il backup dei propri dati non ne è certo esente.

r) Memoria o hard disk integrato in un apparecchio multimediale audio e video portatile o altri dispositivi analoghi:Compenso per categoria Capacità Esempio
€ 3,22 fino a 1GB -
€ 3,86 1GB-5GB -
€ 4,51 5GB-10GB -
€ 5,15 10GB-20GB -
€ 6,44 20GB-40GB -
€ 9,66 40GB-80GB -
€12,88 80GB-120GB -
€ 16,10 120GB-160GB -
€ 22,54 160GB-250GB netbook Acer Aspire One 160GB: + € 22,54
€ 28,98 >250GB Quasi tutti i PC portatili in commercio: + € 28,98


A partire dal secondo anno di vigenza delle presenti disposizioni: € 32,20 per capacità da 400GB e oltre. Dopo il secondo anno, € 32,20 per capacità oltre 500GB, incrementati di € 2,76 ogni 200GB ulteriori

Una categoria molto aperta, vista l'eterogeneità dei prodotti elettronici. Cosa può essere un "apparecchio multimediale audio e video portatile"? Di tutto. I notebook? I netbook? Stando ai produttori e alla logica, sì. Sono portatili e possono riprodurre e registrare sia audio che video. Un netbook con un hard disk da 160GB, come alcuni Acer Aspire One, potrebbero costare oltre 20 Euro in più, sui circa 300 Euro della base di partenza (circa, salvo offerte). Il decreto cita una categoria apposita riguardanti i computer, motivo per cui invito a prendere con il beneficio del dubbio la collocazione dei PC in questa categoria.

s) Memoria o hard disk integrato in un lettore portatile Mp3 e analoghi o altro apparecchio Hi-Fi:Compenso per categoria Capacità Esempio
€ 0,64 fino a 128MB non più in commercio da tempo
€ 2,21 128MB-512MB -
€ 3,22 512MB-1GB -
€ 5,15 1GB-5GB -
€ 6,44 5GB-10GB -
€ 7,73 10GB-15GB -
€ 9,66 >15GB Apple iPod nano 16GB: +€ 9,66


A partire dal secondo anno di vigenza delle presenti disposizioni: € 12,88 per capacità da 20GB e oltre. Dopo il secondo anno, € 12,88 per capacità oltre 30GB, incrementati di € 2,76 ogni 10GB ulteriori

A livello di concetto, un utente che acquisterà un iPod nano da 16GB, pagherà quasi 10 Euro in più, oltre ai 169,00 Euro del prezzo dell'apparecchio. Il balzello assume i toni della beffa, qualora l'utente avesse un archivio regolarmente acquistato on-line, sui cui ha già pagato i diritti. Si troverebbe in tasca il diritto a farsi una copia privata di un prodotto che magari non necessita. In ogni caso, lo avrà già pagato in anticipo.

t) Hard disk esterno multimediale con uscita audio/video per la riproduzione dei contenuti su un apparecchio TV o Hi-Fi:Compenso per categoria Capacità Esempio
€ 4,51 fino a 80GB non più in commercio da tempo
€ 6,44 80GB-120GB non più in commercio da tempo
€ 7,73 120GB-160GB
€ 10,42 160GB-250GB -
€ 12,88 >250GB Praticamente tutti gli HD esterni A/V: + € 12,88


A partire dal secondo anno di vigenza delle presenti disposizioni: € 14,81 per capacità da 400GB e oltre. Dopo il secondo anno, € 14,81 per capacità oltre 500GB, incrementati di € 1,84 ogni 200GB ulteriori

u) Hard disk esterno multimediale con entrata audio/video per la registrazione dei contenuti e uscite per la riproduzione dei contenuti su un apparecchio TV o Hi-Fi:Compenso per categoria Capacità Esempio
€ 3,22 fino a 1GB non più in commercio da tempo
€ 3,86 1GB-5GB non più in commercio da tempo
€ 4,51 5GB-10GB non più in commercio da tempo
€ 5,15 10GB-20GB non più in commercio da tempo
€ 6,44 20GB-40GB non più in commercio da tempo
€ 9,66 40GB-80GB
€ 12,88 80GB-120GB
€ 16,10 120GB-160GB -
€ 22,54 160GB-250GB -
€ 28,98 >250GB Praticamente tutti gli HD esterni A/V: + € 28,98


A partire dal secondo anno di vigenza delle presenti disposizioni: € 32,20 per capacità da 400GB e oltre. Dopo il secondo anno, € 32,20 per capacità oltre 500GB, incrementati di € 2,76 ogni 200GB ulteriori

v) Memoria o Hard disk integrato in un videoregistratore, decoder di qualsiasi tipo satellitare, terrestre o via cavo ed apparecchiature similari, apparecchio TV:Compenso per categoria Capacità Esempio
€ 6,44 fino a 40GB
€ 9,66 40GB-80GB
€ 12,88 80GB-120GB
€ 16,10 120GB-160GB
€ 22,54 160GB-250GB
€ 28,98 >250GB


A partire dal secondo anno di vigenza delle presenti disposizioni: € 32,20 per capacità da 400GB e oltre. Dopo il secondo anno, € 32,20 per capacità oltre 500GB, incrementati di € 2,76 ogni 200GB ulteriori

w) Memoria o hard disk integrato iin dispositvo avente primaria funzione di comunicazione e dotato di funzione di registrazione e riproduzione multimediale audio e video: compenso fisso di € 0,90. E' il caso dei telefoni cellulari e smartphone.

x) Memoria o hard disk integrato in altri dispositivi non inclusi nelle precedenti lettere con funzione di registrazione e riproduzione di contenuti audio e video:Compenso per categoria Capacità Esempio
€ 0,64 fino a 256MB -
€ 0,97 256MB-384MB -
€ 1,29 384MB-512MB -
€ 1,61 512MB-1GB -
€ 1,93 1GB-5GB -
€ 2,25 5GB-10GB -
€ 2,58 10GB-20GB -
€3,22 20GB-40GB -
€ 4,83 40GB-80GB -
€ 6,44 80GB-120GB -
€ 8,05 120GB-160GB -
€ 11,27 160GB-250GB -
€ 14,49 250GB-400GB -


A partire dal secondo anno di vigenza delle presenti disposizioni: € 16,10 per capacità da 400GB e oltre. Dopo il secondo anno, € 16,10 per capacità oltre 500GB, incrementati di € 1,84 ogni 200GB ulteriori

Il punto x) non fa altro che creare la base per tassare eventuali apparecchi rimasti fuori alle categorie sopra esposte, creando dunque una sorta di sicurezza di poter aggiungere una cifra a qualsiasi apparecchio a venire che dovesse sfuggire alla categorizzazione.

5. La questione computer

Al punto y) troviamo finalmente qualcosa di apparentemente chiaro per quanto riguarda i computer (tutti i computer, anche quelli degli uffici):

y) Computer:

Contenente masterizzatore residente: compenso fisso di € 2,40. In tal caso non si applica la lettera n) del presente comma.

Privo di masterizzatore residente: compenso fisso di € 1,90.

Il decreto sembra chiaro. Ogni computer dotato di masterizzatore verrà gravato della cifra aggiuntiva di € 2,40, cifra che scende a € 1,90 nel caso di PC sprovvisti di unità ottica in grado di scrivere CD, DVD e simili. Rimane comunque un dubbio: al punto n) troviamo una categorizzazione di apparecchi nei quali possono tranquillamente ricadere i PC. Non resta che attendere spiegazioni per capire davvero quale tassa andrà a gravare su cosa.

Articolo 3: (esclusione di doppio prelievo per apparecchi con memoria fissa).

1. Per gli apparecchi monofunzionali e polifunzionali con memoria o hard disk fissi è dovuto il solo compenso per copia privata commisurato alla capacità di registrazione resa dalla memoria o hard disk fissi. La disposizione non si applica qualora le predette memorie o hard disk siano espressamente esclusi dal pagamento del compenso.

Nel Decreto viene definito apparecchio monofunzionale o polifunzionale quel dispositivo la cui funzione primaria è quella di registrare audio o video, con possibilità di funzioni accessorie. Questo articolo dunque si riferisce ad esempio ai videoregistratori con hard disk e masterizzatore, ad esempio, ma non ai computer (la cui funzione primaria non è quella di registrare audio/video). Insomma, se vi è una sovrapposizione di categorie, si paga una sola tassa, utilizzando il riferimento del disco rigido e della sua capacità.

Articolo 4: (Protocolli applicativi)

1. La Società Italiana degli Autori ed Editori (SIAE) promuove protocolli per una più efficace applicazioni delle presenti disposizioni, anche al fine di praticare esenzioni oggettive o soggettive, come a titolo esemplificativo, nei casi di uso professionale di apparecchi o supporti ovvero per alcuni apparati per videogiochi. Detti protocolli applicativi sono adottati in accordo con i soggetti obbligati alla corresponsione del compenso per copia privata o con loro associazioni di categoria.

2. Sino all'adozione dei protocolli di cui al comma 1, restano in vigore gli accordi previgenti alle presenti disposizioni.

L'articolo 4, dunque, promette che verranno promossi protocolli per rendere efficace l'applicazione del decreto, così come alcune esenzioni non meglio precisate ad uso professionale. Quali siano, ancora non si sa, così come rimane assolutamente oscuro il modo in cui verranno esentati. Ci sarà uno sconto alla cassa? Verranno detratti all'atto della dichiarazione dei redditi, con aggravio di burocrazia? Non è dato a sapere, mentre è certo che sarà molto difficile capire chi potrà essere esentato e chi no, visto che un PC, un telefono cellulare o un hard disk esterno possono effettivamente fare di tutto ormai, e ospitare al proprio interno materiale audio/video, a prescindere dalla professione svolta.

Il Decreto di chiude con l'articolo 5, nel quale si annuncia la creazione di un tavolo tecnico per determinare dinamiche di mercato, esenzioni e associazioni di categoria maggiormente rappresentative dei titolari dei diritti e dei produttori di apparecchi e supporti, nonché la SIAE.

Alcune reazioni e commenti


Indignate le prime reazioni del mondo web, che mi hanno portato a ritardare l'uscita della notizia sulle pagine di Hardware Upgrade per scrivere questo articolo, prendendo in mano il Decreto, a leggerlo e commentarlo riga per riga, per capire la portata delle cose. La versione in PDF è scaricabile a questo indirizzo.

Una indignazione che ha le radici nella natura stessa del prelievo, che va a colpire indiscriminatamente il consumatore a prescindere dall'utilizzo che farà del PC, del disco rigido e quant'altro, senza considerare i professionisti che pagheranno in attesa dei protocolli aggiuntivi, sempre che riusciranno a beneficiarne.

Come detto nell'introduzione la parola "tassa", che sta facendo il giro del web (in televisione molto poco), ha causato qualche fastidio alla SIAE che, dal canto suo risponde con qualcosa che suona grottesco. Il comunicato è consultabile a questo indirizzo, ma lo riportiamo integralmente.

Il compenso per un lavoro, non una tassa

A proposito dell’ adeguamento dei compensi per copia privata alle memorie digitali, si è scatenata la solita tempesta in un bicchier d’acqua. Una tempesta che, però, può diventare istruttiva. Vediamola per domande e risposte:

1) Siamo alla solita tassa. No, non è una tassa, perché si tratta di diritti d’autore. I diritti d’autore sono “lo stipendio” di chi crea un’ opera (musica, film, romanzi, testi teatrali). Col digitale le opere artistiche conoscono nuove forme di diffusione, con rilevanti utili da parte delle industrie tecnologiche. Il principio del diritto d’autore si fonda, nel mondo, sul fatto di applicarlo a tutte le nuove forme di sfruttamento delle opere. E’ successo così per il fonografo, la radio, la televisione ecc. E’ quindi giusto che gli autori e l’industria dei contenuti traggano ricavi dalle nuove forme di sfruttamento delle loro opere. Viceversa scandalizzarsi e considerare i diritti d’autore una tassa, sarebbe come considerare lo stipendio dei lavoratori una tassa, che danneggia i consumatori.

2) I soldi vanno alla gabelliera Siae. No. La Siae è incaricata di raccoglierli e di distribuirli agli aventi diritto: autori, artisti interpreti, editori, produttori.

3) C’è solo in Italia. No. Esiste in molti Paesi d'Europa (Francia, Spagna, Germania, Belgio, Olanda, ecc.), con l’eccezione della Gran Bretagna, in cui copiare su qualsiasi supporto una canzone, un film ecc. è considerato un reato con risvolti penali. In molti Paesi europei i compensi per copia privati erano superiori a quelli praticati in Italia, ora dopo 6 anni anche il nostro Paese si è adeguato alla media europea.

4) E’ un freno alle nuove tecnologie. No. E’ uno degli auspicati adeguamenti anche al mondo digitale di regole di garanzia a tutela del lavoro. In questo caso del lavoro creativo e dell’ industria dei contenuti. Per di più l'industria tecnologica si è sviluppata in gran parte proprio grazie alla diffusione dei contenuti. Cosa sarebbe un iPod senza canzoni? La straordinaria disponibilità di contenuti in rete, genera valore per migliaia di operatori della connettività; perché creatori, editori, produttori dovrebbero esserne esclusi?

5) E’ uno svantaggio per il consumatore. No. Al contrario permette la fruizione per l’uso personale delle opere a costi estremamente più bassi rispetto a quelli dell’ originale. Nella quantificazione delle tariffe, in Italia come nel resto d’Europa, si è tenuto conto del fatto che i devices digitali possono essere utilizzati anche per scopi diversi. Viceversa senza questi compensi, che ristorano solo in parte autori e industria per i mancati acquisti degli originali, non sarebbe possibile alcuna registrazione da parte di privati. In questi anni lo sfruttamento delle opere dell’ingegno tramite le nuove tecnologie, è aumentato in maniera esponenziale, ma a tale sviluppo e diffusione commerciale non è corrisposta una adeguata tutela dei diritti d’autore. Ora, questo decreto sana, se pur parzialmente, questo divario.

Punto 1) "Viceversa scandalizzarsi e considerare i diritti d'autore una tassa, sarebbe come considerare lo stipendio dei lavoratori una tassa, che danneggia i consumatori". Il problema è diverso. C'è un pelievo alla fonte che andrà a fornire il nominato stipendio a prescindere dagli apparati elettronici. Rimanendo in ambito stipendi, è come pagare in anticipo un idraulico anche se non avremo mai bisogno di lui e non metterà mai piede in casa nostra. In ambito servizi: è come pagare 100 Euro all'aquisto di un'automobile come anticipo sui pedaggi autostradali, anche se l'auto in autostrada non ci andrà mai, magari. Si tratta di una tassa sulle ipotesi e invito chiunque a dimostrarmi il contrario.

Punto 2 e 3) Attualmente molti autori e editori stanno protestando con la SIAE per ridotti introiti da diritti d'autore, accusando la società di tenere molto denaro per la propria gestione interna. Omettendo questo, si è soliti tirare in ballo l'Europa in base alle argomentazioni da sostenere. Siamo in Italia e parliamo di Italia. Non vedo sinceramente la stessa fretta o lo stesso interesse ad allinearsi ad altre "medie europee", come quella degli stipendi per esempio (Italia -39%). Pura retorica, lo so, ma è il concetto dell'adeguamento in base alle proprie esigenze che tengo a sottilineare.

Punto 4) Vedi risposta al punto 1).

Punto 5) Questo è un passaggio importante. In pratica il consumatore dovrebbe essere felice, poiché adesso può utilizzare legalmente la propria copia privata pagando tasse su ogni apparecchio in grado di memorizzare dati, mentre prima era costretto ad acquistare due originali per averla (pur avendone diritto).

Il punto 5) si chiude con una riflessione seria: "In questi anni lo sfruttamento delle opere dell’ingegno tramite le nuove tecnologie, è aumentato in maniera esponenziale, ma a tale sviluppo e diffusione commerciale non è corrisposta una adeguata tutela dei diritti d’autore. Ora, questo decreto sana, se pur parzialmente, questo divario". Vera la prima parte, innegabile. Sono i modi in discussione. Ne parleremo in ultima pagina.

Altre reazioni non si sono fatte attendere come quella di Nokia Italia, per voce di Alessandro Mondini Branzi Amministratore Delegato:

"L'approvazione del decreto ci lascia assolutamente sconcertati. Nokia crede fermamente che l'imposizione di questa tassa sulla copia privata sia iniqua e ingiustificata. Infatti l'ascolto di musica è solo una delle tante funzioni disponibili sul telefono cellulare, il cui contenuto è solitamente acquistato legalmente dal consumatore che ha pertanto già completamente pagato i diritti d'autore. Imporre una nuova tassa sui telefoni cellulari costringe quindi i consumatori a pagare due volte per lo stesso contenuto. Nokia crede che non sussista un fondamento legale o una base razionale alla tassa sulla copia privata applicata ai telefoni secondo quanto previsto dalla direttiva europea sulla copia privata”.

A parlare di tassa non sono solo i consumatori che "non capiscono", ma anche aziende del settore.

Insomma, da qualsiasi angolazione la si guardi, la nuova tassa non va giù a nessuno. SIAE gioca con le parole: non si tratta di tasse, ma di diritto d'autore. Partirei comunque dal punto 5) per fare una considerazione legittima.

"In questi anni lo sfruttamento delle opere dell’ingegno tramite le nuove tecnologie, è aumentato in maniera esponenziale, ma a tale sviluppo e diffusione commerciale non è corrisposta una adeguata tutela dei diritti d’autore. Ora, questo decreto sana, se pur parzialmente, questo divario"

Sarei ipocrita se dicessi che la prima parte della frase non è vera. Il diritto d'autore è legittimo e sacrosanto, nonché tutelato dalla legge. L'avvento del web e del Peer to Peer ha portato con sé una rivoluzione nel mondo della musica e dello spettacolo che ha cambiato le dinamiche consolidate negli anni precedenti. Oltre a ciò, è altrettanto innegabile che il download illegale abbia costituito e costituisca ancora un problema per l'industria cinematografica e musicale. E' davvero semplice per tutti scaricare illegalmente materiale protetto da diritto d'autore.

Questo decreto sanerà un po' questo divario, è vero. Oltretutto non introduce novità, in quanto qualcosa di simile era già in vigore; siamo di fronte più che altro a correttivi che accrescono le cifre e allargano il bacino dove prelevare. Ma lo fa utilizzando motivazioni abbastanza campate in aria sebbene, mettendomi nei panni del legislatore, forse è stato utilizzato il motto "a mali estremi, estremi rimedi" come unica e possibile ipotesi di arginare il fenomeno. Ciò non toglie che la tassa assomiglia molto a una rappresaglia, un termine che racchiude in sé un senso di sbagliato, sommario. Si tratta di far cassa (a favore di una Società, nemmeno dello Stato) tassando tutto ciò che può archiviare dati, a prescindere dalla destinazione di utilizzo.

Avremo protocolli applicativi, certo, anche perché con tutta la buona volontà non vedo come un disco SAS da server o un terminale aziendale debba essere tassato per qualcosa che mai lo riguarderà, ma per ora non si sa nulla di più. Ne è la prova lo sconcerto persino di Confindustria, come di molte altre associazioni e marchi importanti del panorama tecnologico.

prelevato dal sito Hardware Upgrade.

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