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sabato 27 agosto 2016

Whatsapp apre alle Aziende

Whatsapp apre la porta alle aziende in una mossa che punta a fare cassa. La società, di proprietà di Facebook dal 2014, ha annunciato una modifica dei termini di servizio e dell'informativa sulla privacy - la prima in quattro anni - che le consentirà di far comunicare le aziende e i clienti attraverso la sua chat come già avviene su Messenger, altra chat di Mark Zuckerberg. Accanto a questo, Whatsapp "collegherà" i numeri di telefono degli utenti "con i sistemi di Facebook", in modo che il social network possa "offrire migliori suggerimenti di amici e mostrare inserzioni più pertinenti".


In un post sul suo blog, Whatsapp offre rassicurazioni al suo miliardo e più di utenti in merito alla privacy. "Anche se ci coordineremo maggiormente con Facebook nei mesi a venire, i messaggi crittografati rimarranno privati e nessun altro potrà leggerli. Né WhatsApp, né Facebook, né nessun altro", assicura la società. Gli utenti potranno scegliere di non condividere le informazioni con Facebook.

LEGGI ALCUNI TRUCCHI
UTILI E DA SAPERE

http://cipiri4.blogspot.it/2014/07/trucchi-per-whatsapp.html

GRATIS PER SEMPRE

http://cipiri4.blogspot.it/2016/02/whatsapp-gratis-per-tutti-per-sempre.html


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giovedì 10 novembre 2011

Google apre il proprio Google+ alle aziende





Google apre il proprio Google+ alle aziende,
consentendo l'apertura di pagine riferite 
a brand,
prodotti o altro.
Inseguendo Facebook.



«Nella vita siamo connessi ad ogni tipo di persona, luogo e cose. Ci sono amici e familiari, sicuramente, ma ci sono anche le squadre per cui si fa il tifo, il proprio bar e lo show televisivo che non si riesce a smettere di guardare». Così come Facebook ha iniziato a mettere in connessione le persone per poi passare alle cose (creando quella che è la Rete oggi alla base del primo social network al mondo), allo stesso modo Google+ sta ora tentando di portare le aziende sulla propria Rete. Perché è in questo passaggio che Google+ troverà la propria vera dimensione.



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Giovanni introduce pagine con alcune riflessioni sulle relazioni con i clienti.



Prodotti, brand, imprese, siti Web, associazioni: tutto può ora trovare spazio su Google+, andando così ben oltre quella che è la semplice connessione tra persone, community e cerchie sociali. Quello che le aziende potranno fare è creare un proprio account con cui cercare di proporsi agli utenti; questi ultimi, per contro, potranno entrare in connessione diretta con le proprie entità preferite allo stesso modo con cui si diventa “follower” su Twitter o si elargiscono i “like” su Facebook.
La nascita delle “Pagine” su Google+ consentirà agli utenti di cercare quel che si desidera non soltanto per incontrarlo (come poteva essere in precedenza su Google quando si cercavano semplici informazioni). Su Google+ l’utente cerca un surplus rappresentato da una sorta di coinvolgimento: si cerca partecipazione, socialità, interazione. E tutto ciò andrà direttamente sul motore di ricerca: cercando +pagina (es. +Toyota, +Pepsi, +Google) sarà possibile trovare l’entità desiderata direttamente sul social network, non chiedendo pertanto informazioni ma quel “plus” che solo il social network è in grado di fornire.
La costruzione delle pagine è cosa estremamente semplice: la semplice compilazione dei form messi a disposizione consente di portare online le proprie informazioni in tempi estremamente rapidi, aprendo così la possibilità di entrare in contatto con aziende o brand tramite immagini, messaggi, link, video e quant’altro. In questo la ricchezza di interazione è estremamente superiore a quella offerta da Twitter e si appresta a sfidare quella che è oggi l’offerta Facebook.
Alle aziende Google propone gli strumenti necessari per far propria la community, curarne il contatto e misurare la resa della propria attività nel tempo. Nella fattispecie:
  • Condividi: le persone sono interessate ad aspetti diversi della tua attività. Che si tratti di novità, aggiornamenti, promozioni, link, foto o addirittura incontri dal vivo tramite chat video, Google+ ti consente di condividere facilmente i contenuti giusti con le persone giuste;
  • Promuovi: spargi la voce. Inserisci il pulsante +1 dove vorresti che le persone consigliassero la tua attività, i tuoi prodotti o i tuoi servizi ad amici e conoscenti sul Web;
  • Misura: qual è il rendimento della tua pagina e come fare per migliorarlo? Con Google+ è facile misurare il coinvoglimento degli utenti con il tuo sito e comprenderne gli effetti sul tuo brand e sulla tua attività.
La nuova funzione ha esordito in queste ore ed il tempo giocherà a favore di Google: soltanto con il moltiplicarsi delle aziende e del coinvolgimento il gruppo potrà sperare di raccogliere i frutti del proprio impegno “social”. Se fino ad oggi Google+ non è forse stato quel che il gruppo auspicava (nonostante le dichiarazioni di circostanza), il nuovo passo avanti è un fattore fondamentale per mettere a frutto l’impegno fin qui profuso. Tutto dipende dalla bontà dei contenuti e dalla bontà degli strumenti annunciati.
Ogni giudizio, insomma, è da rinviarsi alla comodità del senno del poi. Perché è solo col senno del poi che sarà possibile capire se la dinamica social si sarà “accesa”, regalando così a Google+ le medesime opportunità che hanno reso Facebook quel che è oggi.

http://googleblog.blogspot.com/2011/11/google-pages-connect-with-all-things.html

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sabato 6 novembre 2010

Roberto Maroni apre alla tecnologia wi-fi in Italia

Wi Fi più libero, ma mica tanto.


Dopo cinque anni e quattro mesi, se tutto va come formalmente promesso dal ministro degli Interni Roberto Maroni, le norme che hanno soffocato la Rete senza fili in Italia (il cosiddetto decreto Pisanu) saranno modificate: niente più richiesta di un documento d’identità cartaceo per accedere all’WiFi nei locali pubblici, niente più obbligo dei gestori di chiedere l’autorizzazione in questura per fornire il servizio (mentre resta ancora in dubbio se questi dovranno in qualche modo archiviare la navigazione on line dei loro clienti, come avviene ora).
Non sarà tuttavia, come ha invece sostenuto Maroni, una vera liberalizzazione. Secondo il governo e la maggioranza infatti, bisogna «contemperare le esigenze della libera navigazione con quelle della sicurezza», come spiega il responsabile Internet del Pdl Antonio Palmieri a ‘L’espresso’: quindi «si studierà un modo per identificare i dispositivi attraverso i quali le persone si connetteranno» alla Rete senza fili da locali pubblici.
Che cosa significa questo? Ancora non si sa: «Ci sono due mesi per trovare un sistema (la legge attuale scade a fine anno e non verrà prorogata, ndr) quindi ne discuteranno i tecnici dei ministeri (Interni, Innovazione e Sviluppo economico) insieme alla Polizia postale, poi ci sarà il confronto politico sul disegno di legge in Parlamento», dice Palmieri.
L’ipotesi più probabile , secondo quanto si dice da settimane, è che si vada verso un sistema di identificazione via sms: l’utente immette on line il proprio numero di cellulare e a quel punto riceve una password con cui può accedere alla Rete. Un metodo in verità già parzialmente utilizzato anche oggi, grazie a una circolare che consente questa forma di ‘aggiramento’ della vecchia norma.
Quindi non cambierà nulla, di fatto? «Non è vero, cambierà molto», risponde Palmieri. «Intanto si fa piazza pulita di tutte le carte e di tutte le burocratizzazioni che finora hanno caratterizzato quasi ovunque la navigazione WiFi. Poi verrà meno l’obbligo per il gestore di chiedere l’autorizzazione alla questura».
Ad ogni modo, precisa il responsabile Internet del Pdl (che ha lavorato per mesi verso questa soluzione) «non si può ancora dire con precisione quali saranno le modalità pratiche di accesso all’WiFi pubblico. Saranno il più snelle possibile, fatte salve le esigenze di identificazione per ragioni di sicurezza. E’ un robusto passo in avanti».
Curioso tuttavia che queste «esigenze di identificazione», motivate con ragioni di prevenzione antiterrorismo, non vengano avvertite in tutti gli altri Stati occidentali dove la navigazione senza fili è libera, sebbene ci siano stati casi molto significativi di attentati, a partire dagli Stati Uniti.
La soluzione partorita dal Consiglio dei ministri è probabilmente un compromesso tra Maroni (riluttante alla liberalizzazione) e Brunetta (che invece spingeva in questo senso), con il responsabile dello Sviluppo Economico Paolo Romani in mezzo. Non si ha notizia della posizione di un quarto ministro che pure dovrebbe interessato alla vicenda, quello del Turismo Brambilla. Infatti, come noto, i ‘posti di blocco’ che attualmente sono piazzati attorno all’WiFi costituiscono una notevole scomodità per gli stranieri, che quando arrivano in Italia e scoprono di non potersi collegare alla Rete con il proprio pc da un bar restano di sasso. Tra l’altro, il sistema di identificazione via sms rischia di escludere proprio gli stranieri: infatti, non essendo i loro numeri direttamente riconducibile a un’identità, non possono ricevere la password per navigare.
Anche questo è un punto complicato che governo e Parlamento sono chiamati ad affrontare in vista della sostituzione del decreto Pisanu con nuove norme. Limitarsi a eliminare quelle vecchie – illiberali e dannose per l’innovazione del Paese – sarebbe stato molto più semplice e molto più civile. Infatti non l’hanno fatto.

FONTE:http://gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it/2010/11/05/wi-fi-piu-libero-ma-non-basta/


Roberto Maroni apre alla tecnologia wi-fi in Italia. "E' mio intendimento, ci stiamo lavorando da tempo, portare la prossima settimana in Consiglio dei Ministri una proposta che ci consenta di superare il decreto Pisanu che scade il 31 dicembre liberalizzando il wi-fi ma garantendo le informazioni che consentono alla magistratura e alla polizia di proseguire le indagini", ha detto il Ministro dell'Interno durante il question time alla Camera, rispondendo a un'interrogazione della Lega Nord. "La norma funziona - ha spiegato - ma è del 2006, in questi anni c'è stata una evoluzione tecnologica che mi consente di dire che si può trovare una soluzione diversa dalle restrizioni del decreto Pisanu che consentano comunque l’attività investigativa".

Secondo Maroni la norma Pisanu è stata molto efficace e ha permesso di "sventare minacce sul fronte del terrorismo e della criminalità organizzata", ma con la rapida evoluzione tecnologica attuale è fondamentale "raggiungere un equilibrio che permetta di contemperare le esigenze di sicurezza previste dal decreto Pisanu con quelle di accesso alla rete e al wi-fi".


Wi-Fi: Grasso "Da liberalizzazione danno alle indagini"


Per il procuratore nazionale Antimafia, Piero Grasso, l’accesso libero alle postazioni Wi-Fi e agli internet point, introdotto dal pacchetto Sicurezza, porterebbe a “ridurre moltissimo la possibilità di individuare tutti coloro che commettono reati attraverso Internet”. “Bisogna rendersi conto – ha spiegato il procuratore intervenendo a Bari – che dietro queste reti wi-fi e internet point ci si può nascondere benissimo nella massa degli utenti non più identificabili e si possono trovare anche terroristi, pedofili e mafiosi”.

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