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mercoledì 16 maggio 2012

CREARE UN FORUM IN RETE





CREARE UN FORUM IN RETE

In rete ci sono migliaia di Forum su centinaia di argomenti, la maggior parte di questi forum, tuttavia, sono scarsamente frequentati e popolati di pochissimi messaggi. Creare un forum di successo, infatti, è molto più complicato di quanto si possa pensare. Non è sufficiente, infatti, caricare uno script come phpBB e VBulletin su uno spazio web per dire di aver creato una community! Per creare un forum di successo è necessario tantissimo impegno ed una strategia ben precisa.
In questo articolo cercherò di analizzare insieme a voi alcuni aspetti che, a mio avviso, sono in grado di contribuire in modo decisivo alla nascita ed al prosperare di una comunità on-line.

Aspetti preliminari

Prima di addentraci nei meandri operativi, vediamo di analizzare alcuni aspetti preliminari che è bene prendere in considerazione prima di decidere di creare un nuovo forum.


Scelta della tematica

Avete deciso di creare un forum? Bene, ottimo! Di cosa volete parlare? come... un po' di tutto? Nooooo.
Uno degli errori più frequenti quando si decide di creare un forum è quello di non individurae l'argomento di nicchia che si desidera affrontare. Creare una comunità dove si discuta di tutto è difficilissimo, anzi, impossibile. Comunità del genere esistevano agli albori di Internet (personalmente ricordo quella di Clarence) ma sono andate scomparendo col tempo ed oggi sono state definitivamente soppiantate dai social network. Se pensate di creare un forum generalista vi invito a rifletterci bene prima di iniziare e sprecare preziose energie.
Il mio suggerimento, quindi, è di individuare un argomento ben preciso attorno al quale costruire una comunità di esperti/appassionati. Il punto di partenza nell'individuare "questo argomento" dovete, ovviamente, cercarlo dentro di voi, da quelle che sono le vostre passioni e le vostre competenze. Sarebbe folle, infatti, pensare di poter creare un forum dedicato alla finanza se non sappiamo nemmeno cosa sia un'obbligazione! Se siete degli esperti di calcio create una community dedicata alla vostra squadra del cuore, se amate la cucina metete in piedi un forum dedicato alla ricette ed alla gastronomia, ecc.
Prima di gettarsi nella mischia, inoltre, è consigliabile fare qualche indagine preliminare su Google per verificare che l'argomento che volete trattare non sia inflazionato (ad esempio perchè "dominato" da qualche altro forum particolarmente importante e frequentato). Riuscire ad individurae la giusta nicchia di riferimento è quanto mai importante: il mio consiglio è di cercare di individuare quel "giusto argomento" sul quale - a vostro parare - c'è ancora tanto da dire. In poche parole: compito del vostro forum dovrebbe essere quello di riempire un vuoto del mercato! Se riuscite a fare questo siete già sulla strada giusta.
Una nota: se avete deciso di sfidare qualche forum già esistente state molto attenti. A meno che non ne abbiate identificato qualche grossa carenza (che vi proponete di colmare con la vostra nuova community) il rischio d'insuccesso è altissimo! Per quale motivo, infatti, la gente dovrebbe abbandonare un forum già ben avviato e frequentato per discutere delle stesse cose sul vostro nuovo forum vuoto? In conclusione, un forum già avviato gode di un enorme vantaggio competitivo che rende la vita molto difficile ai forum analoghi di recente creazione.

Scelta del board e del piano di hosting

Una volta scelta la tematica attorno alla quale ruoterà la vostra comunità, sarà il caso di affrontare un altro aspetto centrale, ovverlo la scelta del board che dovrà gestire la comunità.
Esistono diversi script in circolazione per la creazione di comunità on-line, alcuni gratuiti ed altri a pagamento. E' molto importante, soprattutto se avete l'ambizione di creare una comunità di una certa dimensione, orientarsi fin da subito verso un'applicativo potente in grado di gestire una grossa mole di dati; evitiamo quindi script che utilizzano database inadatti (come, ad esempio, file di testo o XML) o linguaggi obsoleti. Il mio consiglio è di orientarsi verso una soluzione PHP/MySQL.
Tra gli script di questo tipo segnalo:
Altrettanto importante è la scelta del giusto hosting dove, sicuramente, è preferibile una soluzione a pagamento.
Anche in questo caso è determinante capire quali sono le vostre aspettative: se vi attendete un buon riscontro di traffico è bene che sappiate che un hosting low cost potrebbe presto rivelarsi inadatto ai vostri scopi. Questi applicativi, infatti, sono molto complessi ed ogni elaborazione di pagina richiede decine di query al database; uno spazio web a basso costo, quindi, potrebbe comportare delle performances inacettabili (tempi di caricamento piuttosto lunghi) causando una fuga della vostra utenza.

Tempo e passione

Terzo indispensabile requisito per creare una comunità on-line partendo da zero è avere il tempo necessario per seguirla e tanta tanta passione e determinazione per portare avanti il progetto anche quando le cose non sembrano girare per il verso giusto.
Se avete una vita piena d'impegni e pensate di risucire a creare una comunità dedicandogli qualche ritaglio di tempo... beh, lasciate stare.
Se partire da zero dovete mettere in preventivo decine e decine di ore di lavoro solo per lanciare il forum e farlo conoscere un po' in giro. Il lavoro è massacrante e non sempre i risultati sono immediatamente gratificanti. Serve tanta pazienza, ostinazione ed un mare di passione per quello che si sta facendo.


La fase operativa

Una volta risolte le questioni preliminari possiamo partire con la "fase operativa", possiamo, cioè, acquistare il dominio (tralasciamo qui le indicazioni circa la scelta del dominio), lo spazio web ed installare lo script prescelto per la gestione del forum.
Fatto tutto ciò, quello che avremo davanti sarà un bellissimo forum vuoto.

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L'indice delle sezioni

La prima cosa da fare sarà creare l'indice delle sezioni. La maggior parte dei forum, infatti, non sono costituiti da un contenitore indistinto di discussioni! Gli interventi degli utenti, infatti, sono normalmente collocati in varie sezioni tematiche che rappresentano, di fatto, delle sotto-categorie dell'argomento principale trattato nel forum.
Facciamo un esempio: se avete deciso di creare un forum sulla pesca, alcune sezioni potrebbero essere: "Pesca d'altura", "Pesca sportiva", "Pesca con la mosca", ecc.
Lo scopo delle sezioni, quindi, è di creare aree ultra-specializzate in cui discutere di argomenti ben precisi e delimitati. Ciò comporta il triplice vantaggio di mantenere in ordine i contenuti del forum, di favorirne l'indicizzazione da pate dei motori di ricerca e l'immediata reperibilità da parte degli utenti.
Nella definizone dell'indice delle sezioni è possible lavorare su più livelli creando una complessa gerarchia di categorie e sotto-categorie. L'opportunità di costruire un indice particolarmente ramificato dei contenuti va valutata in relazione all'oggetto specifico trattato nel forum. In linea di massima il consiglio è di non eccedere ma di mantenere una struttura il più possibile semplice e lineare.
Oltre alle sezioni "tematiche" è buona norma prevedere anche qualche sezione d'appoggio come, ad esempio, un'area off-topic (dove parlare di cose non strettamente attinenti alle tematiche del forum), una sezione dove raccogliere le comunicazioni dello staff, oppure una sezione dedicata alle "presentazioni" (area presente in numerosi forum dove gli utenti vengono invitati a presentarsi alla comunità prima di iniziare a postare).

Creazione di uno staff

Uno degli elemeni centrali in grado di determinare il successo o l'insuccesso di un forum è dato dallo staff dei moderatori.
I moderatori di un forum rivestono, infatti, un ruolo determinante per la vita della comunità in quanto si occupando di aiutare gli altri utenti e di orientarne il comportamento all'interno del forum.
Avere un buon numero di collaboratori capaci e disponibili signfica garantire, da subito, una vita equilibrata all'interno della comunità. Soprattutto all'inizio, inoltre, i moderatori sono gli unici a rispondere e sono, pertanto, i veri e propri animatori delle discussioni dei primi utenti. Attraverso la ricezione di una risposta, infatti, l'utente che ha postato la domanda viene "invitato" a tornare all'interno della comunità effettuando nuove interazioni (creare nuovi topic, rispondere a topic già presenti).
Se, come capita molto spesso all'inizio, non si ha a disposizione uno staff su cui fare affidamento, dovrete essere voi a svolgere questo compito! Come già detto, quindi, mettete in preventivo parecchio tempo e tanto lavoro...
Per quanto riguarda la scelta dei moderatori è importante che questi corrispondano ad un profilo ben preciso:
  • devono essere esperti competenti, cioè devono conoscere la materia trattata nel forum e/o nella sezione loro affidata;
  • devono essere appassionati della materia, solo in questo modo, infatti, avranno il giusto stimolo per aiutare sempre gli altri;
  • devono essere persone disponibili ed educate: nessuno, infatti, si diverte in una comunità dove viene trattato male;
Molto spesso i moderatori sono, inizialmente, dei semplici utenti del forum, sarà vostro compito, quindi, riuscire a scovarli! Se un utente vi sembra particolarmene attivo e meritevole non esitate e contattatelo invitandolo ad entrare a far parte dello staff... è abbastanza probabile che accetti con entusiasmo la vostra proposta.

I primi contenuti

Un forum vive di contentuti. Il successo di un forum dipende (in gran parte) dai suoi contenuti.
Quando si apre un nuovo forum, quindi, uno dei problemi più grandi da risolvere è la totale assenza di contenuti. Un forum vuoto è inutile e non ha nessuna speranza che qualche utente decida di iscriversi.
Se pensate che gli utenti, davanti al vostro forum nuovo fiammante, faranno a gara per iscriversi e per postare domande... beh, siete fuori strada.
Il mio suggerimento, quindi, è di mettervi d'impegno per iniziare a riempire un po' la vostra comunity! come? scrivendo voi stessi i primi contenuti, ad esempio potreste scrivere dei tutorial su come fare qualcosa, rispondere a delle domande frequenti circa le tematiche del forum, parlare di eventi e novità del vostro settore, ecc.
Così facendo il vostro forum, lentamente, inizierà a riempirsi di contenuto interessante (che verrà indicizzato dai motori di ricerca) che servirà da "stimolo" per le discussioni.
Altra buona idea è di partire invitando i vostri amici, utilizzando il forum come punto di ritrovo dove iniziare a discutere e scambiare opinioni. In questo modo si parte da un gruppo di persone che, seppur piccolo, inizia a dare vita alle prime discussioni alle quali altri utenti (esterni al vostro gruppo d'origine) potranno partecipare.


Sino ad ora abbiamo visto come creare il nostro forum da zero ed iniziare a proporci al mondo... nelle pagine che seguiranno, invece, vedremo come portare traffico sul forum, come aumentare il numero di utenti del forum (e, di conseguenza, i contenuti) e come mantenerlo ordinato ed efficente.

Potrare traffico sul forum

Un forum non è altro che un tipo particolare di sito web e, come tutti i siti, necessità di traffico per poter funzionare a dovere. Le tecniche per portare traffico su un forum, in realtà, non sono molto diverse da quelle normalmente utilizzate per altri siti web. Vediamole nel dettaglio:
  • Creare contenuti
    "Content is King", il contenuto è il Re di Internet. Come già detto, il miglior modo per far crescere un forum (così come ogni altro sito web) è lavorare sui contenuti. Questi devono essere utili, orignali, ben scritti ed ottimizzati (fondamentale l'utilizzo delle giuste keywords all'interno del testo e nel titolo di ogni nuova discussione). Viceversa sono sconsigliate, a mio avviso, le tecniche automatiche di produzione dei contenuti (attraverso, ad esempio, l'importazione di RSS esterni) in quanto il rischio è di svilire il forum che potrebbe essere visto come una semplice accozzaglia di contenuti copiati.
  • Tecniche SEO
    Una delle prime cose da fare consiste nell'ottimizzazione dei contenuti al fine di ottenere il maggior traffico di ricerca possibile. E' bene precisare che le board attualmente in circolazione nascono "già ottimizzate" per i motori di ricerca quindi, di solito, non è necessario fare cose particolari.
    Al fine di migliorare ulteriormente l'attitudine SEO di questi script, tuttavia, sono solitamente disponibili dei plug-in esterni che si propongono l'obiettivo di aumentare ulteriormente l'ottimizzazione della board integrando, ad esempio, l'url rewriting o aggiungendo strumenti come l'aggiunta del nofollow ai link esterni (per fare un esempio di questa tipologia di plug-in vi segnalo VBSeo per VBulletin).
  • Generare link in entrata
    Per guadagnare posizioni sui motori di ricerca, come sappiamo, è necessario avere un buon numero di link in entrata (cioè altri siti che ci linkano). Le tecniche per ottenere link in entrata sono diverse, le più comuni consistono nella segnalazione del forum alle directory e nell'attuare campagne di article marketing su blog di settore.
  • Integrare RSS e Newsletter
    Un buon sistema per mantenere viva l'attenzione degli utenti è quello di integrare nel forum dei sistemi di "contatto" come, ad esempio, la possibilità di leggere i nuovi contenuti anche via RSS oppure implementando una newsletter con la quale tenere aggiornati gli utenti circa le novità della community.
  • Sfruttare i social network
    Se avete un profilo su Facebook e su Twitter potrebbe essere interessante provare ad utilizzare questi canali per far conoscere il vostro forum ai vostri amici. Ancora più interessante, inoltre, la possibilità di integrare i vari plug-in sociali che consentono la condivisione dei contenti (come, ad esempio, i classici bottoni Mi piace e Tweet). Altrettanto interessante, ancora, potrebbe essere la creazione di una pagina ufficiale su facebook dove invitare gli utenti ad iscriversi per restare aggiornati sulle novità della comunità (ad esempio segnalando periodicamente le discussioni più popolari o curiose).
Oltre a questi, ovviamente, esistono tanti altri metodi per portare traffico su un forum, ad esempio - se avete un po' di budget da spendere - potreste decidere di pianificare una campagna su AdWords oppure acquistare dei banner su dei siti di riferimento per la vostra nicchia di mercato.
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Aumentare gli iscritti al forum

Abbiamo detto più volte circa l'importanza dei contenuti, abbiamo anche accennato alla possibilità di iniziare creando "in casa" le prime discussioni (ad esempio sotto forma di tutorial) ma, come evidente, per la crescita di un forum è indispensabile che la produzione dei contenuti passi attraverso gli utenti.
Un forum che ha pochi utenti, quindi, sarà destinato inevitabilmente ad avere pochi contenuti (e, di conseguenza, poco successo e speranza di vita).

Se è vero che su Internet "Content is King" è altrettanto vero che per il successo di un forum è indispensabile che vi sia una buona partecipazione:
+ Utenti => + Contenuti => + Traffico => + Utenti => 
...
Contenuti e numero degli utenti attivi, quindi, sono strettamente collegati tra loro e costituiscono gli annelli chiave della "catena del successo".
Una delle principali preoccupazioni dell'amministratore di un forum, quindi, è quella di trovare nuovi iscritti desiderosi di partecipare attivamente alla vita della comunità.

Tecniche per aumentare il numero degli iscritti ad un forum

Esistono diverse tecniche per aumentare il numero delle iscrizioni ad un forum, di seguito cercherò di elencare quelle che, a mio avviso, sono maggiormente efficaci:
  • Rendere evidente il bottone di Registrazione
    Uno degli errori più frequenti consiste nel "nascondere" il botone di registrazione al forum. Sembra assurdo ma è così. A volte il link per accedere al modulo di registrazione è piccolissimo e si nasconde in qualche menu in mezzo a tanti altri collegamenti. Se volete che gli utenti che visitano il vostro forum si iscrivano, voi dovete cercare di fare di tutto per "semplificargli la vita"! Mettete, quindi, un bel bottone "Registrati" in primo piano in modo che sia evidente per tutti.
  • Evitate procedure d'iscrizione lunghe e/o complesse
    Per registrarsi ad un forum è sufficiente un indirizzo email, scegliere un username ed una password. Stop. Evitiamo, quindi, di creare moduli d'iscrizione kilometrici con domande del tipo "Dove sei nato?", "Come ci hai conosciuti?", "Quali sono i tuoi interessi nella vita?"... creare moduli lunghi e complessi da compilare è un chiaro disincentivo alla registrazione degli utenti. Limitatevi, quindi, a ciò che è realmente importante, tutte le altre informazioni - eventualmente - potranno essere inserite in un secondo momento accedendo, ad esempio, a qualche funzionalità di gestione del profilo (ormai presente in ogni board).
  • Incentivate la registrazione
    Una tecnica frequente per aumentare il numero degli iscritti consiste nel limitare l'accesso a taluni contenuti solo agli "utenti registrati". In questo modo gli utenti che vorranno accedere ad un contenuto riservato dovranno prima registrarsi al forum. Un altra tecnica piuttosto utlizzata consiste nel limitare il numero delle discussioni visualizzabili agli utenti non registrati (ad esempio, dopo 5 discussioni lette il sistema si blocca e chiede all'utente di registrarsi per proseguire nella lettura). Personalmente quest'ultima tecnica non mi appassiona particolarmente, tuttavia è fuori di dubbio che possa aiutarvi nell'aumentare il numero degli iscritti.
  • Siate provocanti!
    Un'altra tecnica per aumentare il numero degli iscritti consiste nell'aprire delle discussioni su temi piuttosto sentiti, magari iniziando il topic sostenendo posizioni controverse e dibattute... in questo modo è probabile che un utente finito per caso sul topic (scovato magari attraverso una semplice ricerca su Google) si senta in dovere di rispondervi! Questa tecnica, ovviamente non va abusata ed è da utilizzare con buon senso, in caso contrario si rischia di creare più danni che benefici.
  • Pochi utenti? Create dei fake
    All'inizio della vita di un forum potrebbe rivelarsi utile creare dei fake, cioè degli account fittizi che si scambiano opinioni all'interno di discussioni create ad hoc. Questa tecnica consente di aumentare il numero di iscritti (reali) in quanto gli utenti sono incentivati a partecipare ad un forum se vedono che c'è altra gente con cui discutere. In questo caso l'"altra gente" è finta.... ma meglio che niente. Sottolineo che questa tecnica può e deve essere utilizzata solo all'inizio della vita di un forum. Quando il forum è avviato, creare dei fake può rivelarsi controproducente (oltre che inutile).
  • Date importanza agli iscritti
    Uno dei modi migliori per aumentare il numero di iscritti consiste nel dare importanza a quelli che ci sono già! Quando un utente chiede qualcosa cercate di rispondergli subito, fatelo in modo generoso e con educazione. Questo atteggiamento, infatti, verrà "riconosciuto" dai visitatori che, vedendo il modo col quale vengono fornite le risposte, saranno decisamente incentivati nell'iscriversi al forum per poter approfittare di "tali attenzioni".
  • Create sezioni ad "alta partecipazione"
    Un esempio tipico è la sezione "Mercatino" o "Annunci". Sezioni di questo tipo, infatti, sono dei veri e propri catalizzatori di iscrizioni! per postare o rispondere ad un annuncio, infatti, sarà necessario essere iscritti al forum...

Differenza tra "utenti iscritti" ed "utenti attivi"

Il numero degli utenti, come detto, è uno delle principali metriche di valore per un forum. Ma ancor più importante del numero iscritti totali è il numero degli utenti attivi.
Per "utente attivo" s'intende l'utente che partecipa con frequenza e costanza alla vita del forum. Molti utenti, infatti, s'iscrivono ma poi non fanno nulla, oppure scrivono una risposta o aprono una discussione per poi tornare "nell'oblio".
Il vero valore aggiunto di una comunità, quindi, non è dato dal semplice numero degli iscritti, ma dalla quantità di utenti che partecipano effettivamnete alle discussioni! Un utente che scrive 1.000 post è molto più importante di 1.000 utenti che scrivono un solo post!

Trasformare un semplice iscritto in un utente attivo

Stimolare la partecipazione, questa è la regola da seguire. Come già detto cercate di non lasciare dei thread senza risposte, sforzatevi di prestare aiuto a tutti, siate propositivi nell'offrire il vostro aiuto agli altri: se qualcuno lascia una domanda, quindi, fornitegli una risposta ed invitatelo a chiedere nuovamente.
Così facendo si ridurranno sensibilmente le "iscrizioni vuote" e si instaurerà un circolo virtuoso che porterà alla produzione di contenuti sempre nuovi e all'iscrizione di nuovi utenti.
Un altro modo per stimolare la partecipazione degli utenti consiste nel premiare la loro effettiva partecipazione alla vita della comunità, ad esempio introducendo un sistema di rating degli utenti che assegni status differenti a seconda della quantità di post inviati. Un utente appena arrivato pertebbe essere qualificato automaticamente come "nuovo arrivato", con più di 100 post come "utente attivo", più di 500 post come "Esperto", più di 1.000 come "Guru" e così via. Con questo semplice stratagemma, infatti, gli utenti si sentiranno incentivati a scrivere ed a partecipare alle discussioni al fine di ottenere il credito sociale derivante dallo status raggiunto! Può sembrare una banalità ma non lo è affatto. Se il vostro forum diventasse un punto d'incontro rinomato per una data materia, il fatto per un utente di essere qualificato come "esperto" potrebbe significare davvero molto!
Da un punto di vista tecnico, infine, esistono alcuni strumenti per "recuperare" gli utenti inattivi: esistono, infatti, diversi plugin per la gestione degli inactive users che provvedono, ad esempio, ad inviare delle mail a determinate scadenze con le quali s'invita l'utente a tornare a partecipare alla vita del forum.

La manutenzione del forum

Concludiamo questo articolo prendendo in considerazione un'altra attività fondamentale (e troppo spesso trascurata), ovvero la manutenzione ordinaria della comunità. Senza questa attività, infatti, la comunità apparirà presto come "abbandonata a se stessa" cusando, indirettamente, la fuga dei mebri.
Questa attività di manutenzione è composta da una serie di compiti che, normalmente, sono svolti dai moderatori e/o dall'amministratore del forum. Questi compiti sono:

Eliminare lo SPAM e bannare gli spammer

Questa attività è necessaria al fine di impedire che gli spammer "sporchino" il forum riempiendolo di discussioni spazzatura piene di link pubblicitari. Per evitare simili inconvenienti è possibile introdurre anche qualche sistema automatico come ad esempio un CAPTCHA in fase d'iscrizione oppure un plug-in antispam come ad esempio quelli basati su Akismet.
Ricordate che lo SPAM è nemico del vostro posizionamento su Google, da fastidio ai vostri utenti e peggiora la vostra reputazione! Eliminatelo.

Riconoscere e bloccare i Troll

I Troll sono dei disturbatori, cioè gente che si diverte a partecipare a dei forum al solo scopo di fare arrabbiare gli altri membri della comunità. Come? rispondendo in modo antipatico, offendendo oppure scrivendo cose senza senso e fuoriluogo. Compito di un buon moderatore è quello di riconoscere questi soggetti e di bannarli dalla comunità.
Una comunità popolata da Troll che operano indisturbati può morire nel giro di poco tempo: nessuno, infatti, vuole stare in una comunità piena di gente antipatica e fastidiosa.

Organizzare le discussioni

A volte gli utenti possono sbagliare nell'impostare una discussione, ad esempio non è infrequente che alcuni utenti aprano discussioni con titoli generici come "Richiesta di aiuto" oppure "Non funziona". Compito del moderatore sarà, in questi casi, quello di redarguire gli utenti (invitandoli a non commettere più simili errori) e di cambaire il titolo della discussione con qualcosa di comprensibile ed immediatamente evocativo circa i suoi reali contenuti (ad esempio "Malfunzionamento spooler di stampa Windows" oppure "Gestione rubrica Galaxy Tab"). Il titolo delle discussioni è fondamentale in quanto permette ai membri della comunità di capire immediatamente di cosa si sta parlando in un dato thread ed aiuta notevolemnte l'indicizzazione del forum.
Può capitare, inoltre, che i nuovi utenti aprano delle discussioni su argomenti già trattati nel forum (ed in tal caso sarà necessario intervenire invitando l'utente a proseguire la discussione già presente) oppure all'interno di sezioni sbagliate (ed in tal caso sarà opportuno spostare la discussione nella giusta sezione).
Ovviamente è consigliabile anche intervenire correggendo gli errori ortografici e di battitura, quantomeno nei titoli delle discussioni (importantissimi per i motivi già esposti sopra).
Al fine di una corretta organizzazione dei contenuti, infine, è buona norma prevedere un regolamento che spieghi agli utenti (in modo semplice ed in poche righe) in che modo partecipare alla vita del forum. Qualora si opti per la definizione di un regolamento, il consiglio è quello di essere molto sintetici (i regolamenti troppo lunghi e complessi vengono inesorabilmente ignorati) ed usare un linguaggio semplice e diretto (non state scrivendo un contratto!). Altra buona regola da rispettare è quella di evitare di apparire "dispotici": un regolamento vuole essere solo un insieme di regole che disciplinano la pacifica e prospera convivenza tra i vari membri della comunità. Ricordate, infatti, che l'amministratore del forum non è il sovrano della comunità, ma il primo dei servitori! Il vostro compito non è comandare ma regolare, il vostro compito non è imporre ma aiutare gli altri mettendo le vostre conoscenze ed esperienze al loro servizio.

Aggiornare la board

Questo è un consiglio di carattere tecnico rivolto all'amministratore del forum: quando esce una nuova release del software che gestisce il vostro forum informatevi per bene sulle migliorie introdotte. Qualora siano stati risolti pericolosi bug il consiglio, ovviamente, è di installare quanto prima l'aggiornamento. Un difetto di programmazione del software che gestisce il vostro forum, infatti, potrebbe compromettere il lavoro di anni (oltre che il vostro buon nome in Rete)!

Conclusione

Come avrete capito, creare un forum di successo è una cosa tutt'altro che facile, ma non certo impossibile. Se siete determinati ed avete il giusto tempo per gestire come si deve il progetto, allora siete già sulla buona strada. In bocca al lupo!

Articolo scritto da Massimiliano Bossi
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giovedì 8 settembre 2011

VIDEO: La lunga, triste storia di tutti gli assalti alla ...

La lunga, triste storia di tutti gli assalti alla rete INTERNET IN ITALIA






La lunga
triste storia di tutti
gli assalti alla rete
INTERNET
IN
ITALIA
Il video, che dura un'ora e mezza, ha un menu sulla sinistra attraverso il quale è possibile saltare ai singoli argomenti, in modo da facilitarne la fruizione anche in un secondo momento.



VIDEO: La lunga, triste storia di tutti gli assalti alla ...: La lunga triste storia di tutti gli assalti alla rete INTERNET IN ITALIA Il video, che dura un'ora e mezza, ha ...

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sabato 2 luglio 2011

BLOG DI CIPIRI: No al bavaglio ad Internet , La Notte della Rete, ...

BLOG DI CIPIRI: No al bavaglio ad Internet , La Notte della Rete, ...: "No al bavaglio ad Internet La Notte della Rete Non sarà una vigilia tranquilla per l'Agcom: sarà, piuttosto, 'La Notte della ..."


sabato 2 luglio 2011


No al bavaglio ad Internet , La Notte della Rete, 5 luglio







No al bavaglio ad Internet

La Notte della Rete




Non sarà una vigilia tranquilla per l'Agcom: sarà, piuttosto, "La Notte della Rete". Il 5 luglio, a 24 ore dall'approvazione della Delibera definita "ammazza-Internet" dai blogger italiani, artisti, esponenti della rete, leader politici, cittadini e utenti del web si troveranno a Roma per una no-stop contro il provvedimento.

Martedì 5 luglio dalle 17.30 alle 21 alla Domus Talenti a Roma
( via delle Quattro Fontane, 113 ) partecipa anche tu alla nostra mobilitazione. Fai sentire la tua voce!
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martedì 1 febbraio 2011

FERMA LA CENSURA





Per una moratoria alle nuove regole per la Rete, finché il Parlamento non deciderà in maniera esplicita sull’equilibrio tra diritto d’autore, accesso alla conoscenza e pericolo di nuove censure.


Immaginate che un giorno intere sezioni della vostra biblioteca vengano rese inaccessibili. Non vi verrà mai detto quali specifici libri, e per quale ragione sono stati rimossi, ma troverete solo un cartello che vi informa che qualcuno, da qualche parte, per qualche ragione, ha segnalato che i libri di quella sezione violano i diritti di qualcun’altro. Immaginate che anche dagli scaffali accessibili della biblioteca qualcuno rimuova costantemente libri senza che voi o gli altri altri utenti della biblioteca, possiate sapere quali volumi sono stati rimossi, e senza che vi sia data la possibilità di valutare se la rimozione di tali libri viola alcuni dei vostri diritti fondamentali.

Credete che questo non possa accadere in una democrazia?

Se il diritto d’autore non sarà regolamentato in modo da garantire che anche nella sfera digitale ci sia il giusto equilibrio tra i diversi interessi presenti nella società, da strumento di emancipazione dei produttori di contenuti, esso diverrà inevitabilmente un sistema di controllo e censura pervasivo.

L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni con la Delibera 668/2010 del dicembre 2010 ha posto in consultazione un testo che mira ad introdurre un meccanismo che le consentirà di inibire completamente l’accessibilità ai siti posti fuori dal territorio italiano e di rimuovere contenuti sospettati di violare il diritto d’autore in modo automatico e prescindendo da qualsiasi requisito di colpevolezza accertato dell’Autorità giudiziaria.

Le sezioni della “biblioteca” Internet a cui non potrete più accedere includeranno portali informativi esteri sospettati di violare il diritto d’autore senza che ciò sia in qualche modo accertato, gran parte dei sistemi comunemente utilizzati per avere accesso alle informazioni necessarie per lo scambio di software libero e per conoscere le opere disponibili nel pubblico dominio e distribuite con licenze aperte.

I singoli “libri” rimossi includeranno articoli pubblicati da giornali, banche dati di pubbliche amministrazioni e di privati, documenti riservati finiti in rete ed utili per conoscere fatti che l’opinione pubblica potrebbe non conoscere diversamente, video amatoriali e fotografie con sottofondo musicale caricate dagli utenti nelle piattaforme di condivisione, singole pagine di blog amatoriali contenenti anche un solo file in violazione del diritto d’autore.

Per scongiurare che tutto ciò avvenga in modo silenzioso, ci appelliamo all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni affinché effettui una moratoria sulla nuova regolamentazione sul diritto d’autore.

Nessuna nuova regolamentazione dovrà essere adottata finché il Parlamento non riuscirà ad essere sede di un grande dibattito pubblico alla ricerca di nuovi equilibri tra diritto d’autore e il pericolo di nuove censure e che porti ad introdurre misure che consentano la tutela del diritto alla conoscenza che la stessa Autorità Garante auspica.

Chiediamo questa moratoria perché sappiamo bene quanto regolamentazioni introdotte senza una corretta valutazione del loro impatto possano avere effetti molto diversi da quelli ipotizzati.

Chiediamo questa moratoria perché temiamo che i compiti che la regolamentazione affiderebbe all’Autorità Garante assumeranno dimensioni difficilmente gestibili dalla stessa Autorità e porteranno presto ad una congestione a cui seguirà probabilmente approssimazione o mera discrezionalità.

Riteniamo inoltre pericoloso che l’Autorità Garante si spinga a regolamentare direttamente ambiti che la Costituzione affida al potere legislativo e al potere giudiziario e che negli altri paesi sono stati oggetto di lunghe discussioni parlamentari o, come spesso è accaduto per la rete, di un’autoregolamentazione all’interno dei perimetri che le leggi tradizionali consentivano.

Ci appelliamo ai Parlamentari di tutti gli schieramenti affinché il Parlamento possa essere sede di un dibattito che coinvolga tutti gli attori della Rete e i maggiori esperti internazionali del settore.

In questo modo si otterrà il risultato di ridare al Parlamento il ruolo di interlocutore ineliminabile con la società civile, e di rispettare il principio di separazione dei poteri dello Stato.

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sabato 6 novembre 2010

Roberto Maroni apre alla tecnologia wi-fi in Italia

Wi Fi più libero, ma mica tanto.


Dopo cinque anni e quattro mesi, se tutto va come formalmente promesso dal ministro degli Interni Roberto Maroni, le norme che hanno soffocato la Rete senza fili in Italia (il cosiddetto decreto Pisanu) saranno modificate: niente più richiesta di un documento d’identità cartaceo per accedere all’WiFi nei locali pubblici, niente più obbligo dei gestori di chiedere l’autorizzazione in questura per fornire il servizio (mentre resta ancora in dubbio se questi dovranno in qualche modo archiviare la navigazione on line dei loro clienti, come avviene ora).
Non sarà tuttavia, come ha invece sostenuto Maroni, una vera liberalizzazione. Secondo il governo e la maggioranza infatti, bisogna «contemperare le esigenze della libera navigazione con quelle della sicurezza», come spiega il responsabile Internet del Pdl Antonio Palmieri a ‘L’espresso’: quindi «si studierà un modo per identificare i dispositivi attraverso i quali le persone si connetteranno» alla Rete senza fili da locali pubblici.
Che cosa significa questo? Ancora non si sa: «Ci sono due mesi per trovare un sistema (la legge attuale scade a fine anno e non verrà prorogata, ndr) quindi ne discuteranno i tecnici dei ministeri (Interni, Innovazione e Sviluppo economico) insieme alla Polizia postale, poi ci sarà il confronto politico sul disegno di legge in Parlamento», dice Palmieri.
L’ipotesi più probabile , secondo quanto si dice da settimane, è che si vada verso un sistema di identificazione via sms: l’utente immette on line il proprio numero di cellulare e a quel punto riceve una password con cui può accedere alla Rete. Un metodo in verità già parzialmente utilizzato anche oggi, grazie a una circolare che consente questa forma di ‘aggiramento’ della vecchia norma.
Quindi non cambierà nulla, di fatto? «Non è vero, cambierà molto», risponde Palmieri. «Intanto si fa piazza pulita di tutte le carte e di tutte le burocratizzazioni che finora hanno caratterizzato quasi ovunque la navigazione WiFi. Poi verrà meno l’obbligo per il gestore di chiedere l’autorizzazione alla questura».
Ad ogni modo, precisa il responsabile Internet del Pdl (che ha lavorato per mesi verso questa soluzione) «non si può ancora dire con precisione quali saranno le modalità pratiche di accesso all’WiFi pubblico. Saranno il più snelle possibile, fatte salve le esigenze di identificazione per ragioni di sicurezza. E’ un robusto passo in avanti».
Curioso tuttavia che queste «esigenze di identificazione», motivate con ragioni di prevenzione antiterrorismo, non vengano avvertite in tutti gli altri Stati occidentali dove la navigazione senza fili è libera, sebbene ci siano stati casi molto significativi di attentati, a partire dagli Stati Uniti.
La soluzione partorita dal Consiglio dei ministri è probabilmente un compromesso tra Maroni (riluttante alla liberalizzazione) e Brunetta (che invece spingeva in questo senso), con il responsabile dello Sviluppo Economico Paolo Romani in mezzo. Non si ha notizia della posizione di un quarto ministro che pure dovrebbe interessato alla vicenda, quello del Turismo Brambilla. Infatti, come noto, i ‘posti di blocco’ che attualmente sono piazzati attorno all’WiFi costituiscono una notevole scomodità per gli stranieri, che quando arrivano in Italia e scoprono di non potersi collegare alla Rete con il proprio pc da un bar restano di sasso. Tra l’altro, il sistema di identificazione via sms rischia di escludere proprio gli stranieri: infatti, non essendo i loro numeri direttamente riconducibile a un’identità, non possono ricevere la password per navigare.
Anche questo è un punto complicato che governo e Parlamento sono chiamati ad affrontare in vista della sostituzione del decreto Pisanu con nuove norme. Limitarsi a eliminare quelle vecchie – illiberali e dannose per l’innovazione del Paese – sarebbe stato molto più semplice e molto più civile. Infatti non l’hanno fatto.

FONTE:http://gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it/2010/11/05/wi-fi-piu-libero-ma-non-basta/


Roberto Maroni apre alla tecnologia wi-fi in Italia. "E' mio intendimento, ci stiamo lavorando da tempo, portare la prossima settimana in Consiglio dei Ministri una proposta che ci consenta di superare il decreto Pisanu che scade il 31 dicembre liberalizzando il wi-fi ma garantendo le informazioni che consentono alla magistratura e alla polizia di proseguire le indagini", ha detto il Ministro dell'Interno durante il question time alla Camera, rispondendo a un'interrogazione della Lega Nord. "La norma funziona - ha spiegato - ma è del 2006, in questi anni c'è stata una evoluzione tecnologica che mi consente di dire che si può trovare una soluzione diversa dalle restrizioni del decreto Pisanu che consentano comunque l’attività investigativa".

Secondo Maroni la norma Pisanu è stata molto efficace e ha permesso di "sventare minacce sul fronte del terrorismo e della criminalità organizzata", ma con la rapida evoluzione tecnologica attuale è fondamentale "raggiungere un equilibrio che permetta di contemperare le esigenze di sicurezza previste dal decreto Pisanu con quelle di accesso alla rete e al wi-fi".


Wi-Fi: Grasso "Da liberalizzazione danno alle indagini"


Per il procuratore nazionale Antimafia, Piero Grasso, l’accesso libero alle postazioni Wi-Fi e agli internet point, introdotto dal pacchetto Sicurezza, porterebbe a “ridurre moltissimo la possibilità di individuare tutti coloro che commettono reati attraverso Internet”. “Bisogna rendersi conto – ha spiegato il procuratore intervenendo a Bari – che dietro queste reti wi-fi e internet point ci si può nascondere benissimo nella massa degli utenti non più identificabili e si possono trovare anche terroristi, pedofili e mafiosi”.

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sabato 30 ottobre 2010

Una bomba sui cittadini della rete




E' grottesco che mentre la maggioranza di governo si impegna da mesi per rendere più difficili le intercettazioni telefoniche richieste da magistrati, il ministero degli Interni si arroghi il diritto di intercettare i nostri dialoghi via Facebook senza alcun mandato della magistratura


di Alessandro Gilioli

Il patto tra Facebook e il Viminale è un attentato ai diritti dei cittadini digitali. E la prova che gli utenti non possono essere spettatori passivi in un rapporto diretto tra le corporation di Internet e i governi locali


Nel nostro Paese ITALIA abbiamo assistito negli ultimi anni a un'escalation di norme e di proposte di legge per rendere l'accesso a Internet sempre più difficile, controllato, burocratizzato.

Proprio in questi giorni, ad esempio, l'Agcom sta valutando come rendere operativa l'odiosa normativa sui video on line scritta da Paolo Romani, con probabile pesante tassazione per chiunque abbia un sito su cui voglia caricare del materiale che «faccia concorrenza alla tv».

Contemporaneamente sui giornali della destra si è scatenata la consueta 'caccia all'internauta' che avviene dopo ogni gesto di violenza politica, in questo caso l'aggressione romana a Daniele Capezzone: nel dicembre scorso era stato il gesto di Massimo Tartaglia a Milano a far delirare i vari Schifani e Carlucci in proposito, ottenendo l'effetto immediato di far prorogare per un altro anno le norme medievali e tutte italiane sul Wi-Fi (a proposito: l'altro giorno Maroni ha promesso di "superare" il decreto Pisanu, e tuttavia il rischio è che si vada verso la sostituzione dell'identificazione cartacea con quella via sms, insomma anni luce lontani dalla navigazione libera).

Ma quello che denuncia Giorgio Florian nel suo articolo è molto più grave, forse il più pesante attentato mai realizzato in Italia contro i diritti dei "netizen", i cittadini della Rete.

Il patto con cui la Polizia Postale italiana si è fatta concedere da Facebook il diritto di entrare arbitrariamente nei profili degli oltre 15 milioni italiani iscritti a Facebook, senza un mandato della magistratura e senza avvertire l'internauta che si sta spiando in casa sua, è di fatto un controllo digitale di tipo cinese che viola i più elementari diritti dei cittadini che dialogano utilizzando il social network: insomma, stiamo parlando di una vera e propria perquisizione, espletata con la violenza digitale del più forte. Nel nostro Paese abbiamo assistito negli ultimi anni a un'escalation di norme e di proposte di legge per rendere l'accesso a Internet sempre più difficile, controllato, burocratizzato.

Proprio in questi giorni, ad esempio, l'Agcom sta valutando come rendere operativa l'odiosa normativa sui video on line scritta da Paolo Romani, con probabile pesante tassazione per chiunque abbia un sito su cui voglia caricare del materiale che «faccia concorrenza alla tv».

Contemporaneamente sui giornali della destra si è scatenata la consueta 'caccia all'internauta' che avviene dopo ogni gesto di violenza politica, in questo caso l'aggressione romana a Daniele Capezzone: nel dicembre scorso era stato il gesto di Massimo Tartaglia a Milano a far delirare i vari Schifani e Carlucci in proposito, ottenendo l'effetto immediato di far prorogare per un altro anno le norme medievali e tutte italiane sul Wi-Fi (a proposito: l'altro giorno Maroni ha promesso di "superare" il decreto Pisanu, e tuttavia il rischio è che si vada verso la sostituzione dell'identificazione cartacea con quella via sms, insomma anni luce lontani dalla navigazione libera).

Ma quello che denuncia Giorgio Florian nel suo articolo è molto più grave, forse il più pesante attentato mai realizzato in Italia contro i diritti dei "netizen", i cittadini della Rete.

Il patto con cui la Polizia Postale italiana si è fatta concedere da Facebook il diritto di entrare arbitrariamente nei profili degli oltre 15 milioni italiani iscritti a Facebook, senza un mandato della magistratura e senza avvertire l'internauta che si sta spiando in casa sua, è di fatto un controllo digitale di tipo cinese che viola i più elementari diritti dei cittadini che dialogano utilizzando il social network: insomma, stiamo parlando di una vera e propria perquisizione, espletata con la violenza digitale del più forte.

Aspettiamo quindi urgenti chiarimenti dalla Polizia Postale e dal ministero degli Interni, da cui dipende. E non basta certamente una smentita rituale, perché le notizie pubblicate nell'articolo di Florian provengono da fonti certe e affidabili.


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mercoledì 15 settembre 2010

Salute in rete



Negli ultimi tempi la preoccupazione di chi è malato o anche di chi ha solo un disturbo è così forte da sentire l’urgenza di trovare subito una risposta. Così la rete internet diventa la soluzione più veloce. Tuttavia bisogna porre attenzione a cosa si legge e dove, ai limiti e ai vantaggi.


Il successo della medicina in rete
Perché negli ultimi anni la percentuale di persone che usa la rete come fonte principale di informazioni sui temi di salute è aumentato a dismisura? Per prima cosa internet è nelle case di tutti e le persone navigano alla ricerca di qualunque informazione, gratuita, rapida, informale e diretta. Per di più la nostra società in perenne mancanza di tempo, usa questo mezzo disponibile e veloce senza doversi spostare da casa o dall’ufficio. Infine andare dal medico implica avere una relazione, guardarsi negli occhi ed esporre i propri problemi, di cui a volte ci si vergogna. Per questo molti preferiscono nascondersi dietro la rete.
I forum: preziosi, ma non professionali
Chi accede ad internet per le informazioni mediche, spesso si trova anche a discutere con altre persone riguardo a disturbi e diagnosi. I forum sono strumenti che possono colmare la solitudine, che oggi molti provano, e a riempire le lacune lasciate da alcuni medici. In generale in queste pagine ci si offre conforto e supporto e coloro che hanno difficoltà ad ammettere le proprie debolezze e disturbi riescono a sfogarsi nel mondo virtuale. Ma ci sono delle insidie: il rischio è di identificarsi troppo nei disturbi altrui e sottovalutare atri problemi, oppure sovrastimarne altri. Per di più molti consigli provengono da gente non professionista e quindi non sempre sono giusti e utili.
I vantaggi
Tra i motivi che spiegano il successo di internet come fonte di informazione medica, non si può dimenticare la sua effettiva utilità. Internet è uno strumento democratico che consente a chiunque di informarsi e le persone possono documentarsi imparando a gestire le diverse situazioni. Grazie alla rete si possono apprendere comportamenti corretti da usare per prevenire alcune malattie; leggendo i vari siti si possono avere informazioni pratiche, come ospedali vicini, medici specialisti e indicazioni sulle varie unità di medicina.
Gli svantaggi
Internet dall’altra parte può essere anche molto pericoloso perché nasconde diverse insidie. Per prima cosa bisogna sapere che la rete contiene numerose informazioni, molte delle quali non controllate. Alcuni portali sono gestiti da personale non qualificato con un unico scopo, quello economico. Quindi non tutto ciò che si legge è vero. In secondo luogo non ci si può fare diagnosi o prescrizioni mediche perché ciò che vale per una persona non necessariamente vale per un’altra. Affidarsi esageratamente a internet genera confusione e anziché risolvere i problemi li si complica. Internet infine, crea ipocondria, perché di fronte alla ricerca del significato di un sintomo si pare un mondo intorno, il più delle volte falso.
Come usare questo strumento
Come per tutte le cose bisogna usare intelligenza e buon senso. Va bene informarsi sulla malattia e sui sintomi, sulle cure che si stanno seguendo. Ma prima o dopo bisogna parlarne con il proprio medico non esitando a fare domande. Mai sostituire i farmaci prescritti dal medico con quelli pubblicizzati su internet e nemmeno iniziare delle cure fai da te. Internet serve da primo contatto, ma non deve sostituire gli specialisti, è uno strumento in più e non sostitutivo.


 

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lunedì 26 luglio 2010

Uccidono le web tivù perche' danno fastidio a




In Italia ci sono circa 5.000 piccole emittenti in Rete. Ora governo e Agcom hanno messo a punto un regolamento per soffocarle. Ed evitare che diano fastidio a Mediaset


C'è la tivù che racconta l'Italia dal punto dei vista dei giovani e quella che denuncia i problemi degli immigrati. C'è la televisione nata in un appartamento e poi cresciuta fino a fare inchieste politiche locali. E poi c'è quella creativa, a basso budget, che prova a reinventare l'umorismo e l'intrattenimento.

Tutte queste tivù non le trovate sul digitale terrestre né sul satellite, ma solo sul Web. Chissà per quanto tempo ancora, però: su questa fucina di creatività e impegno sociale incombe infatti la scure del decreto Romani (da Paolo Romani, vice ministro allo Sviluppo Economico). Regolerà il fenomeno con criteri presi di peso dal mondo della tivù tradizionale. Che l'effetto sia censorio nei confronti delle Web tivù indipendenti è palese da quando l'Autorità Garante delle Comunicazioni (Agcom) ha scritto le prime regole attuative del decreto.

Agcom ha stabilito infatti che le Web tv prima di iniziare le attività debbano registrarsi pagando tremila euro e presentando una gran mole di documenti, con mega sanzioni per chi sbaglia qualcosa. Va anche peggio alle emittenti che fanno trasmissioni lineari (cioè con un vero palinsesto e non solo con video on demand): dovranno attendere 60 giorni un'autorizzazione di Agcom, prima di cominciare. "Le nuove regole trasformeranno Internet in una grande tv. Alla fine a fare video informazione e intrattenimento resteranno solo proprio i signori della tivù tradizionale", commenta Guido Scorza, avvocato tra i massimi esperti del tema.

Per essere soggetti al decreto basterà essere una Web tv che incassi qualcosa ("è sufficiente ci sia un banner pubblicitario", dice Giovanni Parrillo, dello studio Baker & McKenzie) o che "faccia concorrenza" alla tv tradizionale. Ipotizziamo che una micro tv no profit pensi di non essere soggetta alla normativa e quindi la ignori: "Il ministero potrebbe pensarla diversamente e multarla, da 15 mila a due milioni di euro", spiega Parrillo. "Poi la tv dovrà andare davanti a un giudice per dimostrare le proprie ragioni".

"Il decreto minaccia un mondo che solo ora comincia a sbocciare e che raccoglie circa 10-15 milioni di utenti-spettatori al mese", spiega Bruno Pellegrini, uno dei primi a scommettere sul fenomeno. È fondatore di The Blog Tv (6 milioni di fatturato previsto nel 2010), che sviluppa e gestisce una cinquantina di mini tv (tra le altre, PetPassion, MadeinKitchen, NokiaPlay e YouDem, rispettivamente 150 mila, 200 mila, 120 mila, 70 mila e 90 mila utenti unici al mese).

Sono circa cinquemila le Web tv italiane, stima Pellegrini. Una macro categoria in cui entrano quelle con canali lineari (cioè con palinsesto, poche centinaia) e quelle solo con video on demand (qualche migliaia). A parte ci sono i video-blog (poche decine di migliaia), che non sono vere tv ma pure sono assoggettati al decreto, e i social network fatti con video degli utenti (tipo YouTube). Il decreto sembra escludere questi ultimi, ma vi rientrano progetti come YouReporter.it, con inchieste fatte dagli utenti. "Abbiamo 25 mila spettatori al giorno e 13 mila utenti che caricano i video. La pubblicità ad oggi ripaga a malapena i costi", spiega Stefano de Nicolo, il fondatore.

La pubblicità è appunto la principale fonte di ricavo per le Web tv, ma una minoranza guadagna pure da video fatti su commissione di aziende e pubbliche amministrazioni. Un'altra minoranza non ha alcuna fonte di ricavo. "Il mercato potenziale del settore è di circa 10 milioni di euro l'anno, escludendo i portali come YouTube e quelli delle grandi reti", stima Pellegrini. Poca roba, ma comunque un segmento destinato a crescere anche da noi, rosicchiando fette di mercato ai broadcaster tradizionali: e di qui il sospetto che tra le motivazioni che hanno portato il governo a tarpare le ali alle web tv ci sia anche il desiderio di proteggere Mediaset, che tra l'altro è particolarmente attiva nella riproposizione dei suoi programmi in Internet con un apposito videoportale.

Negli Usa, ad esempio, queste mini reti hanno già 150 milioni di utenti video online previsti nel 2010 (da eMarketer): "Quest'anno lì è suonato un grosso campanello d'allarme per la tv tradizionale. Il consumo tipico di Web tv è passato nelle ore serale ed è diventato di 15 minuti al giorno (nel 2009 era a pranzo e di 3-5 minuti)", aggiunge Materia.


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giovedì 20 maggio 2010

Navigazione: siamo tutti schedati



Navigare su Internet è un'attività che non ha nulla a che fare con l'anonimato, ci si siede da soli davanti al computer e si pensa di essere al sicuro da occhi indiscreti e protetti dalle mura domestiche, dalle dimensioni ridotte del display di uno smartphone, dal riflesso sullo schermo di un laptop...

E invece siamo tutti perfettamente riconoscibili, uno per uno; lo rivela un recente rapporto stilato dalla Electronic Frontier Foundation, secondo i dati raccolti ogni internauta sarebbe potenzialmente una preda ben distinta a dsiposizione di spammers, phishers ed esperti di marketing.

Per la creazione del rapporto sono stati effettuati oltre 900 mila test, il tragico risultato parla di una Rete colabrodo in cui ben l'80% degli utenti può essere riconosciuto grazie alla configurazione del proprio sistema, per il restante 20% le notizie non sono comunque buone.

Quanto esposto da EFF non sarebbe una novità se non per le vittime di un sistema che vede numerose software house creare applicazioni in grado di rendere l'anonimato un ricordo; minacce che potranno essere cancellate soltanto riprogettando nel prossimo futuro i browser per la navigazione.

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MySpace sfida Facebook sulla privacy


Quasi non se ne parla più, eppure MySpace, il social network di proprietà del magnate australiano delle telecomunicazioni Rupert Murdoch, ha ancora milioni di utilizzatori sparsi per tutta la Rete; per niente disposto ad arrendersi, il servizio sembra invece intenzionato a sfidare il concorrente di sempre.

Facebook è aspramente criticato per non essere un esempio da imitare in fatto di tutela della privacy? Allora MySpace sposterà la battaglia proprio su questo terreno, con un'inizativa che, nelle prossime settimane, dovrebbe semplificare la gestione dei dati personali da parte degli utenti.

Niente più setaggi complicati, niente più voci da decifrare prima di operare una scelta (temendo comunque e sempre di sbagliare); gli utilizzatori di MySpace potranno impostare il proprio profilo in modo che questo sia visibile a tutti, soltanto alle persone magiorenni o solo alle persone conosciute.

La politica di Facebook relativa alla privacy rimane invece ancora molto macchinosa, si pensi soltanto che che il social network più utilizzato della Rete prevede ben 170 diverse impostazioni relative alla gestione dei dati personali.


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mercoledì 5 agosto 2009

Scegliere un nome utente originale in Rete





L’unica regola essenziale, quando scegli il tuo (futuro) nome utente, è quella di assicurarti che non sia stato già scelto da un’altra persona. Non sarebbe per nulla onesto nei suoi confronti!

Il servizio on-line namechk permette di verificare, gratuitamente, se il nome utente che vorresti usare su Internet è disponibile o meno per la registrazione nei principali social network. Ti permette, in altre parole, di sapere se puoi usarlo o meno su Internet. Il nome utente desiderato è stato già utilizzato? Peccato, spremi le meningi e inventane un altro.



La prima cosa da fare per verificare che un nome utente non sia stato utilizzato su Internet è quella di collegarsi sul sito Internet di namechk. Nella home page del sito, digita il nome utente che vorresti usare in Rete nel campo di testo type username here e fai click sul pulsante verde chk per avviare la verifica della sua disponibilità.



Al termine della verifica, potrai renderti conto se il nome utente desiderato è stato usato o meno. Se non è stato usato nei principali social network (li vedrai marcati di verde) potrai registrarlo tranquillamente. Nel caso in cui sia stato già usato (vedrai marcati i siti Internet di colore rosso) è meglio cambiare nome utente.

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mercoledì 20 maggio 2009

Velocizzare la visualizzazione dei video in Rete



Velocizzare la visualizzazione dei video in Rete

Ma quanto è snervante l’infinito caricamento dei video in streaming? E del tanto famigerato effetto singhiozzo che mi dici? Non so tu, ma io sono davvero stanco di dover aspettare tanto tempo per visualizzare i filmati su Internet.

Proprio per questo, ho appena provveduto ad installare Bywifi sul mio computer. Si tratta di un programma gratuito che permette di velocizzare di circa 3 volte il caricamento dei video in streaming dei principali siti Internet di condivisione video on-line, fra cui YouTube e Virgilio Video. Ecco come funziona.

Come prima cosa collegati sul sito Internet di Bywifi e fai click sulla voce Download che si trova sulla parte destra della pagina per scaricare il programma sul tuo PC.


A scaricamento completato apri, facendo doppio click su di esso, il file appena scaricato (bywifi_setup.exe). Nella finestra che si apre, clicca prima sul pulsante OK per confermare l’utilizzo della lingua inglese (l’italiano purtroppo non c’è) e poi sul pulsante Next.

Accetta quindi le condizioni di utilizzo del programma cliccando sul pulsante I Agree e fai click prima su Install e poi su Finish per terminare la procedura d’installazione e avviare il programma.

Se compare un avviso di protezione del firewall di Windows, clicca sul pulsante sblocca per consentire a Bywifi di funzionare correttamente.



A questo punto, non ti rimane che aprire il browser (es: Internet Explorer), collegarti su uno dei più popolari servizi di video sharing (Youtube, Dailymotion, Metacafe, MySpace, Yahoo, Justin.tv, ecc.) e goderti i tuoi video preferiti ad una velocità supersonica, con la possibilità di sfruttare la barra degli strumenti di Bywifi per scaricare e convertire i filmati in maniera facile e veloce.

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venerdì 27 marzo 2009

Una legge per la rete



«Una legge per la rete», proposta per salvare internet
di Francesco Costa

 E' stato depositato in Senato un nuovo ennesimo disegno di legge su internet. Niente panico, però: stavolta sembra essere una buona legge. La proposta è stata presentata da due senatori del Pd, Luigi Vimercati e Vincenzo Vita, ed è stata scritta grazie alla consulenza di NNsquad, un gruppo formato da esperti di nuove tecnologie con l'obiettivo di difendere la neutralità della rete e «contribuire a mantenere Internet libera da irragionevoli restrizioni». Il risultato è un testo che entrando in vigore colmerebbe il gap che separa oggi la legislazione italiana da quella dei suoi partner europei e metterebbe il paese su un piano di assoluta avanguardia sul fronte della difesa della neutralità della rete, della lotta al digital divide e della diffusione del software libero.

Il contenuto della proposta
Suddivisa in tre parti, la legge (che è scaricabile sul sito Una legge per la rete) imporrebbe alle società da cui i cittadini acquistano il collegamento a internet - i provider - condizioni trasparenti nell'accesso e nell'erogazione dei servizi, «garantendo l'accesso alla rete con qualsiasi dispositivo e a condizioni di neutralità rispetto ai contenuti, ai servizi, alle applicazioni e agli apparati terminali»: così facendo si impedirebbe, ad esempio, il filtraggio, la riduzione e l'interruzione delle prestazioni dei collegamenti internet per gli utenti che utilizzano programmi di file sharing. La legge impegnerebbe inoltre il governo a darsi un programma per lo sviluppo e la diffusione sul territorio di internet a banda larga, così da superare le carenze infrastrutturali che impediscono le piena parità di accesso alla rete da parte dei cittadini; la pubblica amministrazione sarebbe invece incentivata a dotarsi di software open source (cioè programmi disponibili gratuitamente e basati su protocolli e formati aperti) e utilizzare la rete per comunicare efficacemente coi cittadini. La parte finale della legge istituirebbe un «Piano per l'innovazione digitale» che punti a coordinare e definire le azioni, gli strumenti, le risorse e le misure da disporre per l'ammodernamento tecnologico del paese e la difesa del principio di neutralità della rete.

La neutralità della rete
Di cosa parliamo quando usiamo l'espressione «neutralità della rete»? Tim Berners-Lee, co-inventore del World Wide Web, risponderebbe che «vent'anni fa, gli inventori di Internet progettarono un'architettura semplice e generale. Qualunque computer poteva mandare pacchetti di dati a qualunque altro computer. La rete non guardava all'interno dei pacchetti. È stata la purezza di quel progetto, e la rigorosa indipendenza dai legislatori, che ha permesso ad Internet di crescere e essere utile». Neutralità della rete vuol dire quindi separare il piano dell'infrastruttura - la rete internet, appunto - da quello dei suoi servizi e dei suoi contenuti: una rete neutrale è una rete in cui i provider forniscono lo stesso accesso ai contenuti, che permette a tutti gli utenti di collegarsi liberamente tra loro e a tutti i servizi. «Se mancasse la neutralità – si legge su Wikipedia - i provider potrebbero fornire il servizio di connessione ad internet favorendo alcuni contenuti del web rispetto ad altri». Sarebbe la fine di internet così come lo conosciamo; forse sarebbe la fine di internet e basta.

Cosa succede
Non si può dire che le altre proposte di legge oggi depositate in Parlamento siano ispirate alla difesa della neutralità della rete: la norma D'Alia, inserita nel pacchetto di sicurezza già approvato al Senato, imporrebbe infatti ai provider l'oscuramento globale di interi servizi, qualora si riscontrassero messaggi inopportuni o apologie di reato. Non bastasse quello che accade in Italia, poi, ci si mette pure l'Europa. Il 31 marzo il Parlamento Europeo dovrà esprimersi a proposito delle proposte di modifica a un pacchetto di norme sulle telecomunicazioni definito Pacchetto Telecom. Se approvati, questi emendamenti potrebbero autorizzare i provider ad applicare una serie di "sistemi di gestione del traffico". Il risultato sarebbe una rete in cui l'utilizzo di alcuni siti internet o software sia privilegiato rispetto all'utilizzo di altri. Migliaia di persone si stanno mobilitando tentando di convincere gli europarlamentari a non votare queste norme, che avrebbero una inevitabile ricaduta sulle legislazioni dei paesi comunitari. Se una proposta di legge come quella dei senatori Vita e Vimercati fosse stata presentata e approvata lungo la passata legislatura, forse l'Italia potrebbe dirsi al riparo dall'entrata in vigore di misure così illiberali e restrittive.

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martedì 3 marzo 2009

DDL Carlucci, fuori gli anonimi dalla rete?



Roma - Per ora è solo un progetto di legge, il 2195, quello con cui l'onorevole Gabriella Carlucci (PDL) intende "assicurare la tutela della legalità nella rete Internet" delegando al Governo "l'istituzione di un apposito comitato presso l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni"; quello con cui si vorrebbe che ogni testo postato online potesse venire ricondotto ad un cittadino della rete, vietando di fatto la possibilità di esprimersi in maniera anonima.

Il testo non è ancora stato pubblicato in via ufficiale, ha confermato a Punto Informatico l'ufficio stampa dell'onorevole, ma degli stralci hanno iniziato a circolare in rete. Secondo quanto riferito dall'ufficio stampa di Carlucci, l'estratto che ad esempio è stato pubblicato sul blog dell'esperto Stefano Quintarelli dovrebbe ricalcare il testo del progetto di legge.

Si tratta solo del secondo articolo di un testo più complesso, quattro commi che potrebbero delineare per i cittadini e per gli operatori della rete nuove responsabilità e nuovi doveri.

Secondo quanto recita il primo comma del testo trapelato online, dovrebbe essere vietato "effettuare o agevolare l'immissione nella rete di contenuti in qualsiasi forma (testuale, sonora, audiovisiva e informatica, ivi comprese le banche dati) in maniera anonima". Il concetto di anonimato, ha spiegato a Punto Informatico l'avvocato Daniele Minotti basandosi sull'analisi del frammento in circolazione, appare quantomai sfumato: non è chiaro se si debba considerare anonimo l'utente che non si esprima con il proprio nome o con uno pseudonimo, o se si debba considerare anonimo l'utente che non si può identificare, ad esempio a mezzo indirizzo IP. Indirizzo IP che, spiega Minotti "pur identificando di per sé una macchina è pacificamente un dato personale se associabile ad altri dati come l'orario".

Il secondo comma del secondo articolo del progetto di legge dovrebbe estendere la responsabilità di eventuali reati, danni o violazioni amministrative commessi da netizen anonimi anche ai "soggetti che, anche in concorso con altri operatori non presenti sul territorio italiano, ovvero non identificati o identificabili, rendano possibili i comportamenti di cui al comma 1". Non è chiaro, dall'estratto della proposta, quale siano i soggetti chiamati in causa. Qualora si consideri l'anonimato una questione di generalità o di pseudonimi, ad essere coinvolti potrebbero essere i servizi che permettessero ai netizen di pubblicare contenuti senza richiedere alcun tipo di identificazione. Qualora invece si consideri l'anonimato una questione di rintracciabilità a mezzo indirizzi IP, specula Minotti, ad essere investiti dalla responsabilità non solo potrebbero essere servizi come Wikileaks, che consente di immettere in rete documenti non tracciabili, ma potrebbero essere anche i fornitori di connettività che permettano ai netizen di operare in rete in maniera anonima, ad esempio a mezzo TOR. Più radicale l'avvocato Guido Scorza: "gli ISP e le piattaforme rischierebbero di essere fuorilegge il giorno dopo l'entrata in vigore del DDL perché, comunque, non identificano tutti gli utenti dei loro servizi". Scorza ritene che l'IP, in ogni caso, non si possa considerare un dato idoneo all'identificazione di una persona: "in questo caso non basta il concetto di IP come strumento di imputazione della responsabilità".

Il terzo comma del testo parziale che sta rimbalzando in rete è invece dedicato ai reati di diffamazione: "si applicano, senza alcuna eccezione, tutte le norme relative alla Stampa". Secondo quanto riferito dall'avvocato Minotti a Punto Informatico, se il comma dovesse risultare parte del progetto di legge andrebbe a collidere con le disposizioni con cui l'onorevole Roberto Cassinelli (PdL) vorrebbe tracciare un distinguo nel panorama dei produttori di contenuti. Reintroducendo di fatto gli oneri in capo al direttore responsabile e le aggravanti delineati dalla legge sulla stampa, che fanno riferimento a figure professionali che in rete non sempre esistono.

Il comma quarto del testo, per come è stato anticipato online, chiama in causa il diritto d'autore e dispone che "in relazione alle violazioni concernenti norme a tutela del Diritto d'Autore, dei Diritti Connessi e dei Sistemi ad Accesso Condizionato si applicano, senza alcuna eccezione le norme previste dalla Legge 633/41 e successive modificazioni". "È un comma che a prima vista appare superfluo", osserva Minotti: la rete non sfugge alle leggi dello stato.

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